Caffè, Gazza…e Gunther Schuller!

Tra le molte notizie affliggenti che sembrano abbondare in questo periodo storico/politico segnaliamo una piacevole sorpresa che ci accoglie nelle edicole di tutto il Paese, un’iniziativa editoriale che porta all’attenzione del grande (anzi del grandissimo) pubblico i famosi testi di Gunter Schuller sul Jazz, un’appassionato excursus musicologico finora disponibile solamente in librerie specializzate, sotto il prestigioso marchio dell’editrice EDT.

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Fughiamo ogni dubbio, Schuller non è il nuovo fantomatico centravanti destinato a prendere il posto del triste e irascibile Pipita nel centro dell’attacco rossonero ma una delle figure culturali di maggiore spicco emerse nel campo dello studio della musica afroamericana, cui contribuì pure come arrangiatore, compositore, musicista, insegnante ed ovviamente musicologo.

Le edicole, che hanno fatto moltissimo negli anni ’70 e ’80 anche per la diffusione di una certa cultura “a dispense”, borghese finchè si vuole ma spesso assai ferrata e più incisiva dell’ondivaga rete,  ora appaiono spaesate, sempre più accorpate a bar / tabacchi / pizzicagnoli, e non serve essere nostalgici a tutti i costi per constatare che i giornali online pubblicano aggiornamenti ogni cinque minuti sui nostri smartphone mentre il “cartaceo” rimane tristemente sui banconi, o che sempre grazie a contenuti online illimitati 24/24 i filmini, in cassette prima e in dvd poi, che solitamente stazionavano nei reparti alti, non ci sono più o vantano il classico dito di polvere.

Eppure, incredibile a dirsi,  il Jazz, questa musica che è stata pervicacemente messa al bando da TV, Radio e vecchi e nuovi media, pare sorprendentemente rifiorire attraverso questo canale. Infatti, dopo l’encomiabile iniziativa di Republica / l’Espresso che con JazzNow! sta rimettendo in circolo ottimi titoli in cd della gloriosa Red Records sono arrivati anche i vinili della Verve (Hachette Records) che ristampa in 180gr. ed a prezzi contenuti i capolavori senza tempo di Coltrane, Ellington ecc. Si tratta in questi casi di supporti fonografici con allegato (o nel caso Verve, la fedele riproduzione) e non certamente di pubblicazioni specialistiche.

Che testi complessi, e zeppi di esempi musicali,  come quelli scritti da Schuller arrivassero invece all’abbinamento con la nostra vera Gazzetta Ufficiale (o con il Corriere della Sera) è di fatto una notizia rinfrancante, conviene dar di gomito al vostro amico edicolante e farveli mettere da parte. Certo, molti lettori che speravano di trovare a Gennaio il calendario di Wanda Nara, o di altre wags impegnate in palleggi in bikini et similia dovranno ripiegare sui fasti di Jelly Roll Morton, anzichè disquisire sul rigore non concesso dalla Var (“VarAFfanculo” il sobrio commento dell’opinionista di turno) affronteranno piuttosto la limpida disamina di un musicista e musicologo di fama mondiale sul grande linguaggio musicale del XX secolo.

“Si, ‘sto Oliver non è male” – ho sentito dire a un camionista su di giri all’autogrill di Brescia Est -“ma Armstrong ha rivoluzionato tutto dai, hai visto lo spartito con l’introduzione di West End Blues? fiii che cascate…”  “eh, seee vabbè c’ho lo stereo dello Scania che gracchia e non son sicuro se prima era un antefonia o un responsorio, comunque vecio, Atalanta Merda!” ha replicato secco il collega in giubbone di cuoio, tirapugni e camogli in una mano e birra media di fronte. Per evitare i soliti casini mi sono allontanato alla chetichella con una classica riproduzione della “Rerum Novarum” allegata a Cronaca Vera e dentro la quale -confesso- avevo occultato una rarissima copia pressochè intonsa di un “Caballero E.C.” anno di grazia 1988 (ah, gli scaffali alti!).

 

6 Comments

    1. Caro Loris, va anche detto che le edizioni originali Mondadori ed EDT erano già piuttosto care (immagino per il gran numero di esempi musicali riportati). E poi l’opera è decisamente monumentale (mi viene il dubbio che gli ultimi volumi sul jazz moderno non siano stati mai pubblicati, o che comunque abbiano avuto all’epoca ristretta circolazione). Piuttosto uno dei punti deboli di questa pur lodevole iniziativa è quello di proporre ad un pubblico generale un’opera di assoluto rigore e qualità, ma di difficile accessibilità (non a caso la EDT era editore rivolto al mercato universitario e dei conservatori). Io sogno invano una riproposizione dell’altrettanto meritoria ed apprezzabile “I Grandi del Jazz” della nostra Fabbri (R.I.P…..), ma so benissimo che i problemi editoriali sarebbero pressoché insuperabili. Infine, mi si consenta😉 di osservare che tra qualche anno la Nara sarà un OGM pieno di botox e silicone come quelli che intasano le nostre Tv, mentre Schuller sarà ancora lì bello fresco 😈 Milton56

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