Ruggiti Jazz dalla Leonessa.

Non solo le rondinelle di casa sono tornate in serie A, nel giubilo generale, sperando che non vengano abbattute al primo giro di giostra come spesso accade loro, ma nel bresciano, dopo una stagione abbastanza ricca di appuntamenti (tra gli altri ha fatto capolino anche il mito Randy Brecker) c’è un fermento jazz estivo che si dipana in una serie di rassegne variegate, numerosi appuntamenti che quest’anno miracolosamente non si sovrappongono (quasi) mai e forniscono una certa idea di vivacità d’insieme, se si vuole stridente con quanto pare (non) accadere a Milano, avvolta da un sostanziale grigiore, una città in cui si brinda scompostamente ai Cantieri delle Olimpiadi 2026 ma che in senso jazzistico, e forse anche in senso culturale più largo,  ha vissuto momenti migliori (e con questa mi candido autorevolmente al premio “eufemismo dell’anno”).

Or bene, si è da poco concluso in Franciacorta, e con un discreto successo di pubblico, il Ground Music Festival, una mini-rassegna ideata dal trombettista bresciano Gabriele Mitelli che ha coinvolto, nelle cornici di alcune Aziende Agricole ed in altri spazi ameni, artisti di livello internazionale di matrice free jazz, come Matthew Shipp, in duo con Ivo Perelman, o i PipeDream con Hank Roberts, proposti a prezzi abbordabili (15 €. con un calice di Franciacorta compreso, e la ghiotta possibilità quindi di portarsi dietro un amico astemio ma prensile). Dalle cronache locali s’arguisce che il Festival dall’anno prossimo si fonderà con il “No Silenz” una rassegna Indie Rock di stanza a Cigole, con cui evidentemente condivide parte del pubblico, per tentare un maggiore radicamento sul territorio provinciale, un’unione che speriamo non renda la rassegna un calderone indie di tendenza, con tracce di jazz (non c’entriamo noi, in questo caso, si fa per dire).

Il futuro prossimo per il pubblico bresciano e delle provincie limitrofe dice sicuramente Jazz On The Road, in città, nella consueta cornice di Piazza Tebaldo Brusato, con un programma che quest’anno prevede un fuoriclasse assoluto, di quelli da cerchiare con l’evidenziatore, ovvero il sommo pianista Fred Hersch -gradito ritorno- proposto in recital solitario,  ma ci sono anche Julian Lage ed altri set di sicuro interesse, per i quali invitiamo a consultare il programma, che parte questa sera ma che vedrà il suo clou nel prossimo weekend (sottolineiamo volentieri la presenza di un protagonista dell’attuale Jazz British Explosion, ovvero il tastierista e compositore Joe Armon-Jones, uno dei fondatori dell’Ezra Collective, con le sue incendiarie commistioni hip hop/dub). Interessante la possibilità di abbonarsi, al costo di €.60 (ridotti ad €.40 per tesserati, under 30 ed over 65) a tutte le quattro serate.

Totalmente spariti dai radar i festival jazz gardesani di Padenghe e di Desenzano, che negli anni scorsi avevano proposto specifici cartelloni, è avvolto dal mistero il programma di Garda Jazz, che interessa l’Alto Garda e che dovrebbe occupare il periodo dal 26 luglio al 10 agosto, come recita il sito ufficiale che speriamo possa presto fornire i necessari dettagli.

Vanno meglio le cose sul Sebino, dove Iseo Jazz si ripresenta ai battenti con la rassegna dedicata come sempre al Jazz Italiano (formula immutata dal 1993, quando nacque, collegata al Top Jazz di Musica Jazz) declinato in ogni sua forma.

Giunta al 27^ anno Iseo Jazz, curata dal musicologo Maurizio Franco, presenta 8 serate con la canonica formula del doppio set, e vi si possono trovare protagonisti vecchi e nuovi della scena nostrana, il più delle volte a costo zero, in piazze, chiostri e sagrati di Sale Marasino, Paratico, ed Iseo ovviamente, dove sottolineiamo per esempio l’eccellente serata finale, un doppio set con il Giovanni Tommaso Trio e l’Emanuele Cisi Quartet (è il caso comunque di dare un’occhiata all’intero programma, ricco di sorprese)

Tra i concerti a pagamento, costa €.15 la classica serata al Lido di Sassabanek (con Riccardo Fassi Pocket Orchestra e il Tino Tracanna Double Cut, nel verde parco iseano) mentre servono €.35 per assistere, presso la magnifica tenuta Barone Pizzini, all’evento speciale dal titolo wildiano “L’importanza di chiamarsi Enrico” con lo strano terzetto uninominale formato da Enrico Intra (padrone di casa e presenza costante della rassegna),  Enrico Pieranunzi ed Enrico Rava.

Daremo conto da queste colonne di alcuni di questi concerti. Stay tuned!

 

 

 

 

5 Comments

  1. Ivo Perelman, per carità, uno dei sassofonisti più insulsi e sopravvalutati che si siano mai sentiti e il disco (addirittura doppio) in duo con M Shipp è una delle cose peggiori che ho avuto modo di ascoltare nell’ultimo anno. Concerto altamente sconsigliabile per quel che mi riguarda. Quanto al giubilo generale per le Rondinelle in serie A, fa il paio con l’interesse che mi provoca la musica del suddetto duo. Sempre e solo Forza Atalanta, cugino, il rest al vansa…

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  2. Troppo tardi, il concerto ha già avuto luogo. E comunque, detto tra noi, credo che non useranno questo tuo generoso giudizio come fascetta promozionale del prossimo disco Live.
    Quant al rest Que reste-t-il de nos sunì? 🙂

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  3. Premetto di esser neutrale nella faida Atalanta/Brescia, del resto il Calcio è scienza esatta cui bisogna applicarsi sin dalla più tenera età, ed io ho avuto infanzia di privazione .-). Shipp/Perelman: in effetti il duo produce una musica un po’ stantia e polverosetta, ma Shipp rimane musicista interessante, anche se discontinuo, a mio avviso il suo meglio è in trio od in solo. Purtroppo i festival – specie quelli non di cassetta – sono un pò come la cucina, si lavora con quel che c’è in dispensa…. Se Shipp ha varcato l’Atlantico con Perelman, è questo il piatto che va in tavola. Sul piano organizzativo, resta comunque un bell’exploit per il Ground Music Festival, cui formuliamo i più fervidi auguri per le prossime nozze: ne ha bisogno, anche perchè l”eventuale divorzio è faccenda spinosa e costosa ;-). Comunque noi qui nella Piccola Prugna siamo al di là di questi problemi, scelte attente e ponderate per la stagione estiva…. magari per Natale dell’anno prossimo riusciremo a sentire qualcosa. Abbiamo un Assessore all Cultura compositore, mica per niente…… Milton56.

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