Mercoledì 27 luglio 2022
ore 22.30
Una striscia di terra feconda 2020: Maurizio Giammarco Halfplugged Syncotribe
Registrato alla Casa del Jazz il 3.9.2020
Maurizio Giammarco, sassofoni
Paolo Zou, chitarra elettrica
Luca Mannutza, pianoforte
Matteo Bortone, basso
Enrico Morello, batteria
Venerdì 29 luglio 2022
ore 22.30
Torino Jazz Festival: Arto Lindsay and Band
Registrato presso OGR, Torino, il 26.6.2021
Arto Lindsay, chitarra, voce, rumori
Paul Wilson, tastiere
Melvin Gibbs, basso
Marivaldo Paim, percussioni
Kassa Overall, batteria
Giovedì 4 agosto 2022
ore 22.30
Ai confini tra Sardegna e Jazz: Hamid Drake & Pasquale Mirra
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, il 2.9.2021
Hamid Drake, batteria, tamburi;
Pasquale Mirra, vibrafono, elettronica
Lunedì 8 agosto 2022
ore 22.30
Torino Jazz Festival: Antonio Faraò Trio
Registrato presso Combo, Torino, il 25.8.2020
Antonio Faraò, pianoforte
Ameen Saleem, contrabbasso
Mike Baker, batteria
Venerdì 12 agosto 2022
ore 23.00
Torino Jazz Festival: Uri Caine/Furio Di Castri/Andy Sheppard “Five Visions”
Registrato presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, il 23.6.2021
Uri Caine, pianoforte, Fender Rhodes
Andy Sheppard, sax tenore, sax soprano
Furio Di Castri, contrabbasso
Gianluca Palazzo, chitarra
Alessandro Romano, batteria
Quartetto d’archi del Conservatorio di Torino
Edoardo de Angelis, violino
Raul Roa, violino
Giorgia Lenzo, viola
Manuel Zigante, violoncello
Stefano Bassanese, Ilaria Lemmo, Marco Marasciuolo, Federico Primavera, elettronica
Martedì 16 agosto 2022
ore 22.30
Ai confini tra Sardegna e Jazz: Giornale Di Bordo
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, il 31.8.2021
Antonello Salis, pianoforte, fisarmonica, tastiere
Paolo Angeli, chitarra sarda preparata, voce
Gavino Murgia, sassofoni, flauto, voce di basso
Hamid Drake, batteria, tamburi
Venerdì 19 agosto 2022
ore 22.30
Ai confini tra Sardegna e Jazz: Antonello Salis solo
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, il 31.8.2021
Antonello Salis, pianoforte, fisarmonica
ore 23.00
Torino Jazz Festival: Roberto Dani solo
Registrato presso il Teatro Vittoria, Torino, il 27.6.2021
Roberto Dani, batteria preparata
Lunedì 22 agosto 2022
ore 22.00
Ai confini tra Sardegna e Jazz: James Brandon Lewis Quartet
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, il 4.9.2021
James Brandon Lewis, sax tenore
Alexis Marcelo, pianoforte
Silvia Bolognesi, contrabbasso
Dudu Kouaté, percussioni
ore 23.10
Ai confini tra Sardegna e Jazz: Sound Glance
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, il 3.9.2021
Marco Colonna, clarinetti
Silvia Bolognesi, contrabbasso
Fabrizio Puglisi, pianoforte
Gunter Baby Sommer, batteria
Venerdì 26 agosto 2022
ore 22.30
Torino Jazz Festival: Zig Zag Power Trio Ft. Vernon Reid, Will Calhoun & Melvin Gibbs
Registrato presso OGR, Torino, il 26.6.2021
Vernon Reid, chitarra elettrica
Melvin Gibbs, basso elettrico
Will Calhoun, batteria
Martedì 30 agosto 2022
ore 22.30
Torino Jazz Festival: Emanuele Cisi/Francesca Corrias “No Eyes”
Registrato presso OGR, Torino, il 23.6.2021
Emanuele Cisi, sax tenore
Dino Rubino, pianoforte
Rosario Bonaccorso, contrabbasso
Adam Pache, batteria
Francesca Corrias, voce
Giovedì 1 settembre 2022
ore 22.30
Ai confini tra Sardegna e Jazz: Enzo Favata “The Crossing”
Registrato a S.Anna Arresi, Piazza del Nuraghe, l’1.9.2021
Enzo Favata, sax soprano, clarinetto basso, bandoneon, elettronica
Pasquale Mirra, vibrafono, elettronica
Rosa Brunello, basso elettrico, sintetizzatore
Marco Frattini, batteria
Lunedì 5 settembre 2022
ore 22.30
Torino Jazz Festival: Dedalus Trio “Talking About Africa With Nono And Marais In Mingus Bar With A Glass Of Henze”
Registrato presso Bagni Pubblici di via Agliè, Torino, il 3.10.2021
Marco di Castri, sax soprano, chitarra elettrica
Roberto Bevilacqua, contrabbasso
Enrico Grosso, batteria, glockenspiel
Mercoledì 7 settembre 2022
ore 20.30
Torino Jazz Festival: Gianluca Petrella Cosmic Renaissance
Registrato presso il Conservatorio Giuseppe Verdi, Torino, il 19.6.2021
Gianluca Petrella, trombone, laptop, Moog, effetti
Mirco Rubegni, tromba
Riccardo Di Vinci, basso
Federico Scettri, batteria, laptop
Simone Padovani, percussioni
Blake Franchetto, live spoken words, basso
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Eccellente pianista, attualmente all’apice della creatività. D’altronde, la presenza delle musiche latine e ispano-caraibiche in ambito improvvisativo si va facendo ancora più spiccata del solito, visto che in molte aree degli Stati Uniti, fra cui anche New York, avanza la nuova America dei “latinos”, con tutti i suoi sincretismi culturali. Fenomeni che durano da oltre un secolo negli Stati Uniti e che da noi purtroppo passano inosservati, nel processo di pulizia etnica (nei confronti della supremazia idiomatica africano-americana) della musica improvvisata che viene attuato da almeno tre decenni da una critica musicale neocolonialista e reazionariamente eurocentrica, ma non meno, ad esempio, da un’etichetta come la ECM, borghese e decadentemente conservatrice capofila della devitalizzazione degli elementi africano-americani nella musica improvvisata, a favore di plastificata, consolatoria e suadente pseudo- cultura “media” inventata per una borghesia incapace sempre più di misurarsi con la complessità e l’alterità e sempre più bisognosa di placebo.
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Eh, ECM…. Ha compiuto 50 anni, un’età che dovrebbe esser quella della ragione, o quantomeno dello smussamento di certi massimalismi un po’ astratti. Ed invece non è questo il caso. La cospicua serie di ristampe programmate per celebrare l’importante anniversario mi hanno lasciato molto perplesso. Effettivamente da questa sorta di ‘autoritratto’ sembra volutamente cancellato tutto quello che non si inserisce nell’attuale immagine che l’etichetta ha e vuole dare di sé stessa. ECM dei primi anni ha documentato estensivamente il lavoro di tanti musicisti afroamericani della ‘diaspora’ di fine anni ’70 ed ’80, che di fatto non sono rappresentati in queste riedizioni. Tra i diversi titoli a loro nome ci sono autentiche pietre miliari della storia di questa musica, non a caso oggi molto in ombra. La faccenda è piuttosto seria anche se si considera che un altro dei ‘comandamenti ideologici’ che guidano l’etichetta è che ‘sul passato non si torna’ e quindi, salvo rare e fugaci eccezioni, non si ristampano con regolarità nemmeno titoli che oggi rappresentano dei veri e propri classici: il tutto con buona pace della cultura musicale di ascoltatori giovani e volenterosi. Paradossalmente, di fatto è un malvezzo comune anche a colossi discografici animati prevalentemente da logiche brutalmente commerciali. Può esser anche legittimo conservare e tenere ad un proprio profilo ‘militante’, ma riscrivere il passato è un’operazione che ricorda un po’ il ben noto Ministero della Verità di orwelliana memoria: riscrivere convintamente il proprio, poi, è ancor più inquietante. Infine: quando si custodisce nei propri archivi un vero e proprio patrimonio culturale frutto dell’opera di molti artisti (parecchi dei quali ormai scomparsi) si hanno anche delle oggettive responsabilità di conservazione e soprattutto di diffusione: diversamente la proprietà intellettuale si trasforma nel capriccioso arbitrio di un imperatore iconoclasta. Quanto alla linea estetica coerentemente seguita dalla casa bavarese, vi ho già annoiato abbastanza giorni fa con i ‘rolling bushes’, i cespugli rotolanti dei deserti western. My five cents, come sempre. Milton56
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“sul passato non si torna” per tornare al trapassato remoto europeo vestito falsamente di modernità per gli inconsapevoli a caccia di cultura musicale a buon mercato…Non conosco nulla di più vecchio e musicalmente reazionario dell’attuale catalogo ECM, altro che Wynton Marsalis…
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