DIARIO DI UN TURISTA DELLA MUSICA – 4. MERAVIGLIE DEL POSSIBILE

Nostalgia della fantascienza, genere malinconicamente surclassato dalla cronaca. Nella foto, una memorabile antologia curata da Fruttero & Lucentini

Ultime della sera: Giovanni Allevi a S.Anna Arresi. “Ancora?”, direte voi. Sì, perchè la notizia è una di quelle che ti fanno chiedere: “Sogno o son desto?”.  E poi perchè non molto tempo fa proprio su queste pagine abbiamo definito Piazza del Nuraghe “uno dei pochi luoghi magici della musica in Italia”. Ma cerchiamo di ragionarci sopra un po’ freddamente.

Primo, contrariamente a quanto forse involontariamente fa l’ottimo Marcelllo Lorrai (QUI), io non glisserei minimizzando l’accaduto, che ha del surreale. Molto significativa anche la tempistica (novità dell’ultimo minuto, intervenuta a programma già definito e pubblicamente presentato). Dietro ci sono questioni molto spesse, con cui probabilmente avremo sempre più a che fare nel prossimo futuro: e non parliamo solo del piccolo mondo del jazz nostrano, bensì di ambiti culturali ben più ampii.

Secondo. Tra le sue molte peculiarità, ‘Ai Confini Tra Sardegna e Jazz’ ne ha una rarissima nel panorama odierno: quella di avere una ‘committenza’ di natura quasi esclusivamente pubblico-istituzionale. Una volta si sarebbe parlato di una situazione invidiabile sotto il profilo della qualità delle scelte, adesso stiamo forse scoprendo che non è così, e che molto dipende da formazione e qualifiche degli uomini che siedono in certi assessorati, sui quali è bene accendere i riflettori per dare a Cesare quel che è di Cesare. Inutile e maramaldesco lasciare in primo piano solo gli organizzatori che ne dipendono pressocchè totalmente come in questo caso. Inutile ripetersi sulla avvenuta estinzione di una committenza privata, che nei rari casi in cui c’è, punta solo all’Evento ed ai titoloni su media sempre più superficiali e distratti rispetto alle cose della cultura (della musica non ne parliamo nemmeno)

Terzo. Mi risultano totalmente inesplicabili le motivazioni che possono aver portato Allevi a voler apparire nel cartellone di S.Anna Arresi. Prescindo da ogni giudizio di valore sulla sua musica (e ne corrono molti dalle posizioni più diverse…), e mi limito ad osservare che la stessa non ha il benchè minimo punto di contatto con quello che ormai da decenni si fa nel Sulcis. Idem per quanto riguarda le possibili interazioni con gli altri musicisti presenti, un altro punto di forza della manifestazione che è un vero e proprio laboratorio, concepito per far compenetrare l’una nell’altra le varie formazioni partecipanti. Questa è forse la maggiore attrattiva che portava nella piccola cittadina sarda un parterre di musicisti che nell’insieme difficilmente si vede persino a New York e Chicago, od in festival europei di reputazione mondiale. Salva una totale sostituzione, Allevi non troverà a S.Anna Arresi il pubblico cui è abituato e per cui è concepita la sua musica, che esige una certa attitudine all’abbandono estatico: le platee del festival sardo sono di tutt’altra attitudine e spirito critico. Tra l’altro, le dimensioni e le risorse della manifestazione escludono anche motivazioni economiche e d’immagine, altrove Allevi avrebbe senz’altro ottenuto i cachet ed i numeri di pubblico cui è da molto tempo abituato.

Quarto. I ‘danni collaterali’. La rassegna sarda da sempre ha fatto interagire musicisti di grande reputazione internazionale con formazioni locali, impegnate in meditate e non banali sintesi tra la musica afroamericana più avanzata e tradizioni musicali locali a rischio di oblio e di estinzione. La performance di Allevi è stata inserita nella stessa serata in cui è programmato il concerto della Sardinia Instabile Orchestra, interessante realtà sarda (notare bene il nome, denso di chiari riferimenti, corsivo mio…), cui sino a pochi giorni fa veniva offerta una meritoria occasione di visibilità ed apprezzamento da parte di un pubblico dotato dell’esperienza di ascolto necessaria per valutarne il lavoro pluriennale. Ora dubito molto che l’accoppiamento con la performance di Alllevi, che inevitabilmente provocherà un totale rivolgimento della composizione della platea, porterà qualsiasi beneficio alla big band sarda, tutt’altro. Ovunque questo non sarebbe un bel risultato per qualsiasi amministratore locale: in una realtà come quella della Sardegna, con la sua austera – e tuttora sofferta – identità, mi sembra addirittura qualcosa che si avvicina all’impensabile. Infine, ed ancora una volta,  ‘repetita iuvant’: se Allevi ha a sua disposizione platee ovunque, altrettanto non si può certo dire per la Sardinia Instabile Orchestra.

Quinto.’Mea culpa’. Ovvero meglio un cattolicissimo atto di contrizione oggi, che una ‘costruttiva autocritica’ domani, magari con la finestra aperta, stile Praga anni ’50. Mi spiace ripetermi, ma è venuto il momento di serie riflessioni critiche su tante ‘retoriche della commistione’ indiscriminate e, diciamocelo, ormai giunte al capolinea sia per invecchiamento, sia per gli esiti culturali ed estetici non epocali. L’impaginazione di un festival musicale che ambisca ad una qualche consistenza e soprattutto ad una sua precisa individualità che non lo renda totalmente intercambiabile con la folla di altri non può esser fatta con il frullatore o con i trottolini cui cui si compilavano una volta le schedine del Totocalcio, nella speranza che ne uscisse il ‘Tredici del Folle’. Diversamente, come gli algoritmi dello streaming hanno reso obsoleti i disk jockey, altri simili potrebbero fare facilmente altrettanto con i ‘direttori artistici’…. Dove falliscono le ragioni dell’Estetica, magari possono riuscire quelle della Corporazione… Milton56

Ahimè mancano immagini della trottolina calcistica, contentatevi dell’omologo spagnolo, dadi sponsorizzati da una squadra locale. Entrambi peccati d’empietà verso la scienza esatta calcistica

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3 Comments

  1. Il presidente dell’associazione Paolo Francesco Sodde ed il direttore artistico del festival, Basilio Sulis, hanno sottolineato non solo l’orgoglio di ospitare un artista del calibro di Giovanni Allevi ma anche e, soprattutto, il fatto che lo stesso Allevi porterà all’interno del suo spettacolo, alcuni pezzi rivisti in chiave jazz
    Fonte: http://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wordpress/2019/08/ci-sara-anche-il-grande-pianista-marchigiano-giovanni-allevi-nel-programma-della-xxxiv-edizione-del-festival-ai-confini-tra-sardegna-e-jazz/
    Che dire, a Sant’Anna hanno la febbre alta…..

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    1. Beh, visto che Allevi è così ben integrato nel cartellone della manifestazione, c’è sempre tempo per organizzare un bel duo pianistico con lui e Matthew Shipp, per esempio…. Un continuatore del lascito di Mozart (definizione non mia, circola largamente tra i sostenitori di Allevi) a confronto con un jazzman che evoca spesso lo scomparso Cecil Taylor. Vedo già titoli estatici……. Milton56

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