Discendenze e Passaggi – Johnathan Blake – Passage (Blue Note)

JOHNATAN BLAKE – Passage (Blue Note) – Supporti disponibili: CD / LP

Passage” è disco elegiaco par excellence, con Johnatan Blake, drummer di Philadelphia classe ‘76, che rende omaggio al padre, l’uomo che l’ha introdotto al jazz, ovvero il violinista John Blake Jr., musicista da riscoprire scomparso nel 2014, un jazzista che nella propria carriera si è distinto a fianco di Grover Washington Jr. suonando in sala d’incisione anche con McCoy Tyner, Archie Shepp, James Newton e tanti altri, mostrando sempre un’eleganza mai disgiunta da una grande attrazione per il groove. Vi proponiamo di seguito alcune clip in cui si può apprezzare la sua tecnica in contesti diversi.

Il figlio d’arte Jonhatan, classe ’76, leader del disco in esame oggi, non poteva ovviamente che crescere a pane, latte e jazz fin da quando era in fasce, ed a giudicare dall’imponenza non deve avere lesinato sulle quantità. Ha poi esordito in un disco del papà, che ha espressamente voluto che imparasse rudimenti di pianoforte prima di lanciarsi sulla scena come batterista, dando così inizio ad una carriera che fin qui possiamo definire semplicemente esemplare, dato che in veste di sideman se lo contendono Tom Harrell, con cui suona dal 2005, Kenny Barron che dal 2008 lo vuole stabilmente in formazione, e poi la Mingus Big Band, Ravi Coltrane e tanti altri, mentre come leader ha in carniere 5 album, tutti d’eccellente fattura, fin dall’esordio inciso per la Sunnyside (“The Eleventh Hour” nel 2012 con Mark Turner) e rimandiamo i più curiosi alla discografia completa dal suo sito ufficiale.

Il passaggio generazionale da Blake a Blake rivive così attraverso questo nuovo lavoro con il drummer che mette in mostra le sue doti compositive e scrive cinque nuovi brani e rilegge con totale coinvolgimento la title-track “Passage, un delizioso medium tempo scritto dal padre violinista tanti anni fa, e per l’incisione raduna per la seconda volta in studio il suo gruppo “quasi stabile” denominato Pentad, un quintetto composto da jazzisti di gran vaglia, con i quali ha realizzato il celebrato “Homeward Bound”, pubblicato un paio d’anni or sono sempre dalla Blue Note.

Come si può apprezzare nella clip proposta Blake crea con i suoi sodali un sound d’insieme che si rifà al mainstream più moderno ed aggiornato, sfrutta al meglio le individualità di fuoriclasse assoluti come Immanuel Wilkins (contralto) e David Virelles (piano) e infonde al brano, riletto evidenziando i delicati passaggi armonici della composizione, una carica emotiva che rimanda ad alcune pagine brillanti della Blue Note del passato, senza in alcun modo eccedere in nostalgici clichè. Nel brano successivo, dedicato ai due figli. “Muna & Johna’s Playtime” fa la sua comparsa Joel Ross, uno dei migliori vibrafonisti al mondo, che decora il tema semplice e giocoso con lampi di classe reiterati nel lungo finale, mentre Virelles aggiunge vistose spezie elettroniche alle sortite solistiche dei Pentad.

Nota di rilievo per il feeling sciorinato durante tutto il disco dal leader con uno dei suoi bassisti preferiti, Dezron Douglas, col quale forma una ritmica potente e flessibile come poche, molto attenta alle minime variazioni timbriche, e in grado d’indirizzare i brani, con cambi di direzione in un batter di ciglia, come si apprezza nella latineggiante “Tiempos” , scritta dal pianista. Assai significativa anche la rilettura di un brano di Ralph Peterson Jr., batterista amico, insegnante e mentore del Nostro, scomparso nel 2021 a 59 anni, ovvero “Tears I Cannot Hide”, una sofisticata ballad qui elettrificata dal Fender Rhodes di Virelles e con brilanti assoli distribuiti tra tutti i Pentad.

Dopo tante elegìe e passaggi di testimone ecco che il finale, affidato a “West Berkeley St.” è un gioioso inno alla vita, ai suoi passaggi inevitabili, alle lacrime che si seccano in un sorriso orgoglioso… Gran bel disco.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.