CARTOLINE – FERRARA, NASCE UNA BAND?

… c’è da sperarlo, considerato quello che si è sentito la sera del 3 febbraio a Ferrara, nella solita Torre.

Michael Formanek è musicista dal percorso vario e diversificato, ma solo raramente si è esposto come leader (anche se quasi sempre con risultati notevoli – vedi in fondo all’articolo..). Ha da poco deciso di stabilirsi in Europa per un po’: come dargli torto, visto quello che si prepara per quest’anno negli States.

Temo che questa non sia una buona notizia per noi fan di Thumbscrew, ma va notato che anche Miss Halvorson ormai è molto presa dalla conduzione di organici consistenti e complessi (vedi il notevole ‘Cloudward’ uscito proprio in questi giorni). Ma il jazz è come quel ben noto fiume dell’antica Grecia, impossibile bagnarsi due volte nelle stesse acque.

Ovviamente Formanek non ha attraversato l’Atlantico per starsene con le mani in mano: nel melting pot di Berlino ha agganciato l’altoista Michael Attias (un cosmopolita cittadino del mondo che ha alle spalle militanze con Anthony Braxton, John Zorn e Marc Ribot) ed il batterista Devin Gray (che ha già riempito i suoi 40 anni di una gran quantità dì collaborazioni, con preferenza per l’area di ricerca newyorkese). Poi il nostro aspirante leader ha guardato anche oltremanica, e questo si è rivelato un colpo di genio: Alexander Hawkins al piano.

Hawkins in uno splendido scatto di Francesca Patella: qui c’è tutto lui …

Il gruppo ‘sperimentale’ ha sulle spalle solo un paio d’ore di prove, ma Formanek ha deciso di azzardare la sua prima uscita scegliendo “un posto che io amo” (ulteriore testimonianza del legame speciale che si è creato tra molti musicisti ed il club ferrarese).

Un pubblico attento e concentrato accompagna le prime fasi del set, durante le quali il gruppo sembra saggiare la sua capacità di impatto di insieme con un collettivo piuttosto intenso e ribollente. Subito dopo, non appena calibrata la potenza del suono di gruppo, però vira su materiali più strutturati, presi a prestito dall’Elusion Quartet (Formanek alla testa di Tony Malaby, Kris Davis e Ches Smith).

In mancanza di una clip del gruppo debuttante, ecco l’Elusion Quartet live nel 2018 al Jazz Gallery di New York. C’è anche un loro album Intakt dell’anno scorso.

E qui la personalità della band comincia ad emergere con nettezza. In primo piano la cavata calda e muscolare del basso del leader, sempre in evidenza con un fraseggio fluido ed energico. Si nota subito un asse con il piano di Hawkins, asse che fa da architrave all’intero gruppo. Al timbro morbido e scuro di Formanek risponde il tocco netto e smagliante di Hawkins: veramente una bella coppia che funziona a meraviglia.

Questa  compattezza di struttura mette molto in evidenza l’alto chiaro e riflessivo di Attias, donando ulteriore intensità alle sue estese linee liriche.

Ma quando Hawkins abbandona il suo accompagnamento sanamente destabilizzante, autentico punto di fuga che dona spazio e luce alla scena di gruppo, i suoi soli dinamici e brillanti imprimono all’intera band un drive veramente esplosivo, in cui si staglia con nitidezza il drumming secco ed asciutto di Gray. Ancora una volta il pianista inglese si rivela un elemento chiave nel caratterizzare in termini di vitalità e creatività i gruppi di cui viene chiamato a far parte (vedi per esempio l’Eternal Love di Ottaviano).

Di fronte a tanta swingante scioltezza il pubblico della Torre si surriscalda definitivamente, ripagando Formanek ed i suoi del privilegio concessogli. Un calore che questa volta si può rivelare decisivo per il futuro della band: a giudicare dallo smagliante sorriso di Formanek a fine concerto, c’è da scommettere che ‘Give and Take’ spiccherà definitivamente il volo per tanti palcoscenici europei. E magari ci scappa pure un album….  Milton56     

Per fare meglio la conoscenza di Formanek, ecco qui un video/intervista sul suo Ensemble Kolossus, ahimè immortalato in un solo, notevole album orchestrale del 2016 per ECM

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.