ISTANTANEE – FRED HERSH TRIO A TREVISO

‘Treviso suona jazz’ ha appena compiuto 10 anni, a quanto ho potuto vedere in crescendo (è già la terza volta che vado in questa splendida città della Marca). E quest’anno infatti si è fatto un gran bel regalo: il trio di Fred Hersh in esclusiva italiana. Già le precedenti date in cartellone avevano fatto registrare frequenti sold out, figurarsi la folla nella serata di sabato 25 nel bel Teatro Del Monaco, vero salotto cittadino che a suo tempo è stato il palco di Toscanini e di Toti Dal Monte. Un festival amato e sostenuto dalla sua città, decisamente.    

Il Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso

Hersh ha mostrato un approccio allo strumento molto misurato in termini di dinamiche e colori: un maestro delle sfumature, che eccelle in un registro crepuscolare, senza negarsi peraltro delle incursioni in briosi bozzetti in punta di penna. Gli sviluppi sono densi e complessi con un’attitudine riflessiva ed a tratti introversa, anche se immune da cupezze. L’intensa concentrazione sullo sviluppo melodico rende anche conto dell’inserimento in scaletta di ben due pezzi di Ornette Coleman, vero dominatore della dimensione orizzontale della musica.

Drew Gress ed il suo basso

L’impostazione trattenuta, ‘laid-back’ di Hersh è compensata dalla grande nitidezza del contributo dei due compagni: Drew Gress interviene con un basso pieno e rotondo, che con la sua discreta, ma risoluta evidenza dona un solido fondamento ad un trio dove c’è molto di aereo e trasparente.

Joey Baron

Infatti la batteria di Joey Baron è un caleidoscopio di colori sottili che rispondono alle iridescenze del piano. Il drumming è molto impostato su di un arioso gioco sui piatti, cui si affianca un misurato lavoro sulle pelli, con dinamiche sempre morbide e controllate, che aggiungono una increspatura nervosa e fremente al beat complessivo. Da incorniciare un rarefatto solo di Baron a mani nude sui tamburi, un vero saggio di misura ed efficacia che molti batteristi di oggi dovrebbero attentamente studiare.

.. ed eccovi il Baron ‘percussionista’. Qui il trio è in Germania l’estate scorsa

La sottigliezza timbrica e la leggerezza dinamica di Hersh gli consentono la resa quantomai originale di standard battutissimi, così come di temi apparentemente lontani dalle sue corde: e così un brano ornettiano diventa un brioso e leggero divertimento. A poca distanza seguirà un rilassato e swingante ‘Turnaround’, a conferma del penchant colemaniano del pianista.

Un altro ‘Turnaround’, ma molto diverso da quello di Treviso: qui Hersh dialoga con giovane leone della tastiera, Sullivan Fortner. Due mondi pianistici molto distanti, ma il gioco di ‘call and response’ porta Hersh su di un terreno molto più assertivo 

Oltre agli standard del grande Songbook americano, ci viene offerto un danzante ‘Bemsha Swing’ (il pianista anni fa ha firmato un intero album monkiano). Purtroppo la diligenza dell’Hersh presentatore ed illustratore del proprio variegato book è venuta meno proprio in occasione di uno splendido, intenso blues che è rimasto ahimè senza nome: in ogni caso, il nostro ci ha così prodotto il test del suo DNA jazzistico, soprattutto a beneficio dei dubbiosi che avrebbero potuto eccepire una inclinazione impressionistica di una certa evidenza.

Se nel frattempo vi foste ingolositi, una volta tanto ho una buona notizia per voi: a chiusura del tour (la data trevigiana era l’ultima, a quanto sembra) il trio entrerà in studio di registrazione (forse per la  Palmetto… meno probabile l’opzione ECM). Quindi inserite un bel ‘follow Hersh’ sulla vostra piattaforma di streaming preferita, ed attendete con fiducia. Nel frattempo, gustatevi questo piccolo antipasto…. Milton56

 Questo avventuroso video parigino vi consente però di veder all’opera il trio sul secondo bis offerto anche a Treviso: il magico ‘Somewhere’ di Leonard Bernstein, da ‘West side Story’. Ce ne è anche un’altra versione a firma di Archie Shepp… un tantino diversa, però 🙂

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.