Cartoline: Matteo Prefumo Quintet a Chiavari in Jazz più forte della pioggia.

 Matteo Prefumo  è un giovane chitarrista ligure del 1991, con autorevoli studi e collaborazioni alle spalle(George Garzone, Flavio Boltro, Kurt Rosenwinkel,, Peter Bernstein, Aaron Goldberg, Antonio Sanche , fra gli altri ), leader di un quartetto composto da Dario Deidda al basso , Francesco Ciniglio alla batreria e Tony Tixier al pianoforte.

Seamus Blake è un noto sassofonista tenore anglo canadese con solide radici negli Usa, dove è stato a lungo membro della Mingus Big band, titolare di un proprio quintettoc on David Kikosky e Bill Steward e, da ultimo, ha partecipato alla live band di Roger Waters. Insieme, i cinque avevano il compito di inaugurare venerdì 2 agosto la decima edizione di Chiavari in jazz, la tradizionale rassegna organizzata con il patrocicnio dell ammministrazione comunale della cittadina rivierasca con la direzione artistica di Rosario Moreno, jazz manager e presidente dell’associazione italiana jazz club. L’avvio del concerto è avvenuto con un brano di Blake, “F ear of roaming“, nel quale si sono delineate le diverse personalità dei musicisti: Prefumo chitarrista solidamente collocato nella linea ecolutiva che collega Wes Montgomery a Pat Metheny, via Alessio Menconi che ne è stato docente, Blake, suono corposo e pronuncia impeccabile, sassofonista capace di imprimere con poche frasi l’intero tono della narrazione sonora, Deidda fornitore di solida struttura armonica e Ciniglio e Trixier autori di contributi dentro e fuori le righe di una grammatica jazz contemporaea e ricca di creatività, Secondo brano in omaggio a Keith Jarret “Allentown boy” scritto da Prefumo a 17 anni e sviluppato su lunghe linee improvvisate. E poi… la pioggia, che ha scelto esattamente l’inizio del terzo brano del concerto per farsi viva dopo un paio di settimane di afa tropicale e siccità totale. Pubblico ed organizzzione in subbuglio a cercare riparo per le teste e le apparecchiature e, dopo qualche minuto di osservazione del cielo, la decisione di riprovarci. Stavolta senza luci, sensibili alle gocce di pioggia, e con i musicisti impossibilitati a tenere sul palco gli spartiti da consultare. Poco male, si riparte con scaletta rivoltata ed orientata a standards che non richiedono lettura: “Empyrean isles “di Herbie Hancock e “Stablemates ” di Benny Golson confermano le doti del quintetto, più determinato che mai a lasciare un buon ricordo nel tenace pubblico che sfida le sporadiche gocce ancora in bilico sulle teste, ed in grado di intessere un dialogo che si amplia a moderate dosi di elettricità con il piano fender di Tixier, affidando a Prefumo e Blake il centro della narrazione con le ampie ed articolate sezioni imrpovvisate. Vorrebbero continuare i musicisti, ma qualche lampo in cielo ed il timore dei tecnici per le attrezzature inducono a chiudere su una riuscita “Blue in green” che suggella una serata tutto sommato riuscita e per la quale occorre tributare un triplice plauso: agli organizzatori, capaci di gestire una situazione non semplice, ai generosi musicisti ed al pubblico, che ha dimostrato reale affetto e partecipazione a ciò che accadeva sul palco. Prossimo venerdì 9 agosto si replica con il Latin Mood di Bosso/Girotto e l’auspicio di un cielo sereno.

Matteo Prefumo e Seamus Blake

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