Simone Alessandrini Storytellers- “Circe”

Con “Circe” (Parco della musica records) si completa la trilogia musicale e letteraria creata dal musicista romano Simone Alessadrini per i suoi Storytellers, organico a formazione variabile che per l’occasione raggiunge la dimensione di un ensemble di dodici elementi incluso il leader. Dopo le narrazioni legate alla Resistenza (“Storytellers” del 2017 ) ed alla follia (“Mania Hotel” del 2021 ), questa volta il racconto, incentrato sulla rilettura dell’episodio dell’ Odissea che ha per protagonista la maga Circe, richiedeva una drammaturgia specifica, risolta assegnando, con un richiamo al “Pierino ed il lupo” di Prokof’ev, ad ognuno dei musicisti il ruolo di un animale, quello in cui Circe ha trasformato i compagni di Ulisse. Ecco quindi i protagonisti : Laura Giavon, canto ( Circe), Federico Pascucci , sax, clarinetto (il vitello), Antonello Sorrentino, tromba (il cavallo), Mariasole De Pascali, flauto (la serpe), Federico D’Angelo, sax, clarinetto, tuba (il leone), Giacomo Ancillotto, chitarra (la cerva), Marcella Carboni, arpa (la lepre), Nazareno Caputo, vibrafono (l’ostrica), Simone Pappalardo, elettronica (il cane), Riccardo Gola, basso (la talpa), Riccardo Gambatesa, batteria (il capro) e Simone Alessandrini (Ulisse). Rispetto alle opere precedenti il richiamo culturale e personale è ancora più profondo per Alessandrini, il quale è cresciuto a San Felice Circeo, nel promontorio che la tradizione identifica con l’isola di Eea, luogo in cui è ambientata la narrazione epica, ed è stato ispirato nella scelta tematica da un libro di fine ‘500 di Giovanni Battista Belli che immagina un dialogo fra Ulisse ed i suoi compagni trasformati in animali, renitenti a riassumere sembienze umane in virtù della prevalenza etica conquistata. Inquadrato l’originale contesto narrativo che, va sottolineato, è stato corredato da un’efficace campagna social volta a presentare, uno per volta, i musicisti – animali, veniamo alla musica. Il Preludio è affidato alla sola voce greca di Circe che si rivolge al figlio Telegono in partenza per la ricerca del padre, prima dell’introduzione corale che inquadra la vicenda narrata. A seguire l’interludio per il vibrafono – ostrica, arriva “Xopeia. leone” un viaggio etno jazz innervato da una decisa propulsione funk, sostenuta dal vibrafono e punteggiato dal dialogo fra i fiati.

La narrazione prosegue fra brani solisti, come la delicata melodia dell’arpa de “La lepre e lo specchio“, l’astratto carillon de “Interludio 2. il cane“, le atmosfere contemporane de “Il passaggio.serpe” e quelle etniche di una “Marcia del sopruso. Il vitello“, entrambe condotte dal flauto, ed episodi corali costruiti sull’incrocio fra i timbri e le diverse fonti ispirative del vasto ensemble. Una chitarra fuzz rubata a Marc Ribot che convive con cadenze orchestrali (“Canto della Cerva“), free jazz che si sviluppa su ritmiche rock per chiudersi fra i tamburi e le note di una banda di paese (“La frusta del timore. capro” ), una sontuosa cavalcata soul jazz su tempi cangianti popolata dai fiati e condotta dal trascinante riff del contrabbasso di Riccardo Gola ( “Cavallo e mal d’amore” ), fino allo scarno lirismo del bellissimo epilogo finale che Simone Alessadrini riserva al proprio sax ed al personaggio di Ulisse. Un’ opera originale e coraggiosa che beneficierà senz’altro della dimensione live nei concerti in programma questa estate.

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