Ecco una prima bella sorpresa dell’anno appena iniziato: un quartetto di giovani musicisti che ha scelto il jazz per esprimere le proprie idee musicali, facendone, altresì, veicolo di riflessione e presa di posizione sui grandi temi che affliggono il tempo attuale, come la guerra e le migrazioni. Compongono il BSDE Quartet (ragione sociale che non facilita la pronuncia, ma chiarisce, forse, come i propositi del progetto siano concentrati sul messaggio e non sulla ricerca di facile consenso), il compositore e sassofonista Daniele Nasi, un emiliano con esperienze di studio e concerti internazionali fra gli Usa ed il Nord Europa, fresco vincitore del Premio Gaslini 2024, il pianista Jung Taek “JT” Hwang, il contrabbassista Giacomo Marzi ed il batterista Mattia Galeotti. La loro storia insieme è relativamente recente: l’esordio nel 2021 con l’album “Elevating Jazz Music vol.1” pubblicato come uno dei titoli inaugurali dell’etichetta pugliese GleAM Records, un successivo avvicendamento dietro alla batteria del precedente drummer Andrea Bruzzone con l’attuale Galeotti, ed una lunga serie di performances con l’attuale formazione in diversi paesi europei. Impegno culminato con il concerto del 14 ottobre 2023 alla Casa della Musica di Parma in occasione del 28mo Festival Parma Jazz Frontiere diretto da Roberto Bonati, che viene riproposta integralmente nel cd di cui parliamo, al netto dei disegni dal vivo di Alberto Reggianini che accompagnavano la musica sul palco, di cui troviamo estratti nella parte grafica del cd.
La musica del quartetto è rigorosamente governata dalle intuizioni compositive di Nasi, che privilegiano un denso approccio narrativo nel quale confluiscono le esperienze maturate dal musicista, da quelle nord europee a quelle derivanti dalla frequentazione di autorevoli esponenti della scena post bop statunitense come David Binney, Melissa Aldana, Tim Berne e Jon Irabagon. Nel corso dei sei lunghi brani del concerto il suo sax delinea con perentorietà il clima armonico e melodico dei brani, in alternanza con le puntuali ed efficaci linee del pianoforte di Hwang e sostenuto dalla spinta della duttile sezione ritmica. Esempio lampante l’avvio deciso e subito “sul pezzo” di “Drawning by guilt“, un pezzo che rievoca l’episodio dell’11 ottobre 2023 quando 268 migranti fra i quali 60 bambini, persero la vita nel mediterraneo nell’incertezza e lentezza della organizzazione dei soccorsi: quando la carica iniziale si disperde, spezzata da una iterativa ripetizione della cellula melodica di sapore orientale, emergono le voci di alcuni migranti che cercano il contatto radio, mentre la musica si svolge in lente onde a simboleggiare un mare spietato, un “affogamento per colpa”.
La successiva “Callin“, aperta da un solo del soprano in respirazione circolare, si sviluppa sul ritmo ostinato dettato dal contrabbasso, offrendo quindi spazio all’esplorazione intensa e lirica del pianoforte ed alle sospensioni ritmiche della batteria, con la connclusione affidata all’iterativo tema del sax.
Per sintetizzare la musica del quartetto si potrebbe indicare tutto lo spazio che intercorre fra il tema sognante e mediterraneo di “Oddly enough“, sapientemente elaborato dal soprano e dal pianoforte fra breaks ritmici e distensioni melodiche, ed il brano conclusivo “Nord scream 2, south screams too” un urlo contro la guerra in Ucraina, dove gli inziali toni lirci si fanno presto incandescenti e l’emozione prende il sopravvento sulla ragione, in un clima furiosamente informale chiuso da un simbolico rintocco funebre del pianoforte. Fra questi due estremi si collocano l’inno di pace per il popolo palestinese “Waltz for Palestine“, sviluppato sull’avvolgente tema del soprano e dilatato forse a dismisura nella dimensione live, e “7 is the new 5“, esercizio applicato, con il tema ad incastro, la variabilità ritmica ed un dilagante solo di Hwang, di una massima di Mingus : “making the simple complicated is commonplace , making the complicate simple , awesomely simple, that’s creativity”.
Musica con anima, quella del BSDE Quartet, che ci auguriamo torni presto a dare segnali altrettanto vitali come quelli manifestati a Parma poco più di un anno fa.
