Se vi chiedete chi sia Edda Dall’Orso, basta citare un film, “Giù la testa” del 1971, e due paroline : “Sean Sean“.
In realtà la carriera della musicista e cantante, nata a Genova il 16 febbraio 1935 e presto trasferita a Roma, richiede ben più di una riga, ed almeno una citazione delle collaborazioni, oltrechè con Ennio Morricone , con Armando Trovajoli, con il Claudio Baglioni agli esordi, Sergio Endrigo, Nicola Piovani, Fabrizio De Andrè per l’album “Non al denaro, non all’amore nè al cielo” e con Francesco De Gregori. Ed analogo spazio meriterebbe l’intensa attività concertistica proseguita fino al nuovo millennio. Ma, soprattutto, ciò che connota la carriera della cantante è la partecipazione a numerosissime colonne sonore che occupano un arco temporale esteso dal 1964 de “I malamondo” di Paolo Cavara al 2023 de “La Migliore offerta” di Giuseppe Tornatore, passando per i famosissimi “Il buono, il brutto ed il cattivo” e “C’era una volta il west” .
Abbiamo iniziato con una serie di citazioni cinematografiche e continueremo così, perchè il disco di cui si parla, “Quella stanza segreta“, (dodicilune) è un esplicito omaggio ad Edda Dall’Orso ed insieme un atto d’i’ amore per la settima arte concepito dal bassista romano Massimiliano Cignitti, che già nelle opere precedenti non aveva celato la propria passione per il cinema. Della quale gli abbiamo chiesto di raccontarci.
“Accanto alla passione e allo studio della musica- spiega Cignitti– fin dall’adolescenza ho coltivato un amore profondo per il cinema che mi ha portato nel tempo ad esplorarlo in tutte le sue declinazioni. Va da sé il fatto che scene iconiche nella storia della cinematografia spesso diventino tali anche per la presenza di musiche straordinarie che le accompagnano, e addirittura a volte nel caso di film meno riusciti esse diventino il vero motivo che fa ricordare il film stesso. Per questo il mio interesse per la musica del cinema è diventato preponderante e per anni ho sognato di realizzare dei progetti che riprendessero e valorizzassero questo patrimonio. Disco per me fondamentale è lo storico tributo di John Zorn a Morricone “The big gundown” modello di un modo originale di approcciarsi all’arrangiamento e alla rivisitazione di tali melodie. “
Dopo un primo tentativo di fusione fra le due passioni, con il cd “Buio in sala” (dodicilune 2022) dedicato, attraverso composizioni originali, ad alcune figure fondamentali nella personale storia del cinema dell’autore e realizzato con una band composta da Mauro Scardini (piano e tastiere), Giancarlo Ciminelli (tromba e flicorno), Marco Guidolotti (sax, flauto) Marco Rovinelli (batteria) ospiti il chitarrista franco vietnamita Nguyên Lê e l’armonicista svizzero Grégoire Maret, e la collaborazione al progetto di canzoni da film anni ‘60 e ’70 Cinedelik (“La regola del gioco“), Cignitti torna ora sul tema con un lavoro articolato e molto curato, nel quale vengono rilette alcune pagine meno conosciute di soundtracks di genere composte negli anni ’70 da Ennio Morricone ed in un caso da Piero Piccioni. E l’incontro con Edda Dall’Orso è stato il motivo trainante di tutto il progetto.
“Da alcuni anni coltivavo il desiderio di dedicare un lavoro ad una vera icona del cinema morriconiano e non solo, la vocalist Edda Dell’Orso. Il mio sogno era quello di conoscerla , sottoporle il mio progetto e avere la sua ” benedizione” il che avrebbe dato senso al tributo, finalmente omaggio ad una grande figura poco ricordata ma vivente! Scovarla non è stato facile, per più di un anno ho chiesto nell’ambiente musicale un tempo a lei vicino ma nessuno è riuscito a segnalarmi dove vivesse o un suo contatto finché per caso un amico mi ha segnalato che sarebbe stata ospite per una intervista alla fiera del vinile, manifestazione che si tiene a Roma un paio di volte l’anno. Sono andato e finalmente ci siamo conosciuti. Una gentilissima signora di 90 anni che è stata lieta di invitarmi a casa sua per narrarle il mio progetto.
La selezione dei brani da proporle è inizialmente partita dall’idea di voler evitare per lo più la produzione più nota scavando soprattutto in quel mondo di cinema di genere anni 70 in cui Morricone riusciva a sperimentare di più meno vincolato dalle grandi produzioni ( come per i film di Leone). Ed ecco quindi thriller, horror erotici dove la voce di Edda come un gioiello raro disegnava temi arditi e bellissimi , musiche che sicuramente acquistano un valore maggiore della pellicola stessa che accompagnano. Qui la mia passione per i B movie nostrani( Tarantino docet) si è rivelata utile facendomi trovare facilmente materiale che ricordavo già.”
Fin dalle note iniziali di “Una lucertola con la pelle di donna” (film del 1971 di Lucio Fulci), speziate di elettronica e degli aromi orientali della chitarra di Nguyên Lê, presente anche questa volta nell’ampio organico del disco, si avverte una particolare cura prestata da Cignitti nell’opera di arrangiamento : un abito leggero, sempre ritmicamente vivace, nel quale convivono ritmiche funky, spiccate aperture melodiche accentuate dall’uso delle voci wordless e contrappuntate da una nutrita una sezione fiati, scampoli di soul, rock e jazz. Una scelta che permette di ricostruire, attualizzandole, le affascinanti atmosfere legate ad immagini più o meno note. Su questa falsariga si sviluppano anche il brano di Piccioni, “In viaggio attraverso l’Australia” (da “Bello Onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana” di Luigi Zampa), con il tema sottolineato dalle note dell’armonica di Juan Carlos Albelo, il blues torbido punteggiato dai fiati di “Ma non troppo erotico (da “Le casse” di Henry Verneuil), la vertiginosa “Matto, caldo, soldi, morto… girotondo” (da “Vergogna schifosi” di Mauro Severino), una “Verushka“” (da “Verushka poesia di una donna” di Franco Rubartelli) condotta dal duetto fra voce ed armonica e conclusa da un dinamico solo del sax.
” Le foto proibite di una signora per bene” (dal film omonimo di Luciano Ercoli), l’unico brano con un vero testo cantato, è stata inserita in scaletta grazie ad una segnalazione di Edda Dall’Orso, innamorata di quella melodia composta da Morricone per la sua voce al punto da chiedere al Maestro il nastro per poterla riascoltare. La versione di Cignitti è spigliata e dinamica, trasportata, grazie al piano Fender ed ai fiati, dallo schermo ad una consolle di un club dei nostri tempi.
Una nutrita front line di cantanti – Sara Della Porta, Clara Simonoviez, Lorena Falbo, Matteo Impilloni, Mieko Myazaki – spicca nell’ampio organico completato dalla sezione fiati – Giancarlo Ciminelli, Marco Guidolotti, Thierry Valentin – dalle tastiere di Mauro Scardini, dalle percussioni di Alessandro Di Nunzio e Marco Rovinelli, e dalla chitarra di Lê, protagonista con i suoi timbri originali ed esotici di diversi episodi del disco, come la suadente “Ninna nanna in blu ” (da “Il gatto a nove code” di Dario Argento), immersa in atmosfere oniriche, o “Mariangela e la seduzione” (da “Il Gatto” di Luigi Comencini). Cignitti si riserva infine due originali, la title track, dal dinamico andamento jazz rock, e la conclusiva “Jackie O’ 1972 (Edda’s party) “, popolata da frizzanti armonie vocali e da suggestivi suoni vintage.
“Quella stanza segreta” è una riuscita sintesi fra musica ed immagini, alla quale è piacevole abbandonarsi, come si fa, lasciando il mondo da parte, quando si entra in una storia raccontata al cinema.
