Aldo Di Caterino Ensemble & Enrico Pieranunzi – “Heroes”(abeat records)

Chi sono gli eroi del titolo? Proprio loro, i componenti del trio diretto da Aldo Di Caterino, con Carlo Bavetta e Cesare Mangiocavallo, musicisti di solida formazione accademica classica con un bagaglio di esperienze professionali in espansione, tutti sotto i trenta anni, che hanno deciso di intraprendere la vita dei jazzisti e, per questo motivo, hanno ricevuto il “titolo” dal collega Enrico Pieranunzi, uno fra i più autorevoli pianisti del panorama contemporaneo, carriera che ha superato il mezzo secolo con esperienze e riconoscimenti in tutto il mondo. sempre in bilico fra il jazz e la musica colta. “Decidere di suonare jazz in questi tempi di stereotipata musica di massa, di presudo pensiero musicale unico, è infatti un atto di puro eroismo – spiega il maestro .

Verranno quindi viaggi in treno, auto ed aereo, ci saranno alberghi e stanze prestate per una notte magari sopra al club dove si suona, ci saranno prove e dischi da vendere ai concerti, strette di mano e qualcuno, come chi scrive, che chiederà di fare due chiacchere per conoscere la loro storia, come è nata la passione per il jazz e cosa significa questa musica, tutte domande che magari suoneranno scontate, ed alle quali, però, bisognerà rispondere con disponibilità per onore di ruolo. Ma ci saranno soprattutto i concerti, quesi momenti che ripagano di tutto ciò che viene prima e dopo, quando il dialogo che si tiene sul palco arriva a coinvolgere tutta la platea e sarà possibile vivere un’ora e mezza di “perfetta democrazia”, come direbbe Enrico Rava.

Una scelta ancor più encomiabile se si considera che lo strumento di Di Caterino, il flauto, non figura di sicuro fra quelli più utilizzati per proporre l’idioma del jazz, casomai una seconda scelta di alcuni sassofonisti.

Per il momento, in attesa o in parallelo a tutto questo, abbiamo il disco : otto composizioni, di cui tre a firma Pieranunzi e le restanti proposte dai giovani colleghi per una mezz’ora abbondante, alla quale la cura degli studi Artesuono di Stefano Amerio ha conferito una scintillante veste sonora.

Si parte dalle accellerate dinamiche di “Travel to the other side“, con un bel tema guizzante del flauto, il pianoforte ad assicurare il giusto drive funky e spazi solisti per tutti gli strumenti, per incontrare subito dopo uno di quei valzer che sono uno dei marchi distintivi di Pieranunzi. Questo, “Unlocked waltz” è una creazione del triste periodo pandemico e per contrasto sparge coriandoli di note gioiose intorno al motivo circolare affidato ancora al flauto del leader del trio.

Si prosegue quindi con un contemplativo tema scritto da Carlo Bavetta “L’attesa da un balcone“, sviluppato in forma di ballad, la swingante tirata di “Stretch” con le qualità virtuosistiche di Di Caterino bene in evidenza, poi diluita in un finale astratto, il bell’omaggio a Chick Corea di Pieranunzi, “Chick remembered“, nel quale il quartetto dimostra notevole versatilità, spostando il baricentro del proprio dialogo, condotto dal solido magistero del pianoforte, in una chiave narrativa latin. La già solida e personale vena compositiva del leader trova occasione di esprimersi in altre due brani collocati verso il finale: “Pensaci un pò“, che porta l’ensemble a dialogare su scenari immaginifici connotati da un fondo di malinconia, ed “Aldo’s tune“, sviluppato sulla febbrile tensione innescata dal pianoforte, con ampi sapazi solisti riservati al flauto.

Chiude, con un titolo da canzone d’autore, ” Se un’altra volta un giorno” di Pieranunzi, una sorta di danza ancestrale che consente un ultimo giro solista al flauto ed al contrabbasso, prima di salutare con un augurio di buona vita jazz i nostri giovani eroi.

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