Eugenia Canale Rebus Quartet – Turandot

Eugenia Canale è una giovane pianista, compositrice e direttrice d’orchestra con un impeccabile curriculum didattico alle spalle in ambito classico, ed una propensione, sviluppata in anni recenti, verso il mondo del jazz e dell’improvvisazione. E’ titolare di diverse formazioni sia in ambito jazz ( il quartetto con Max De Aloe, Riccardo Fioravanti e Mario Castiglioni, il duo con De Aloe, quello con Sonia Spinello) che in campo classico (il duo con la flautista Chiara Pavan), dirige la Maxentia Big Band, ed è autrice di composizioni originali che offrono una efficace sintesi fra le diverse esperienze maturate. Con “Turandot” (abeat) ha deciso di unire le due personalità, affidando al suo pianoforte e piano elettrico, al clarinetto basso ed al sax alto di Achille Succi, al contrabbasso di Tito Mangialajo Rantzer ed alla batteria di Roberto Paglieri una rilettura molto personale di alcune pagine della celebre opera di Giacomo Puccini.

L’intento dichiarato è quello di replicare, in qualche misura, l’effetto stravolgente provocato dall’apparire di un’ opera “visionaria, che insegna l’arte di decodificare l’invisibile” nel panorama lirico dei primi decenni del novecento, “continuando nel solco di tale gioco di trasfigurazione, provando a mostrarla sotto una nuova luce che ne riveli l’estrema modernità“.

Il “gioco” (il rebus, appunto) merita attenzione perchè Canale riesce a mantenere un solido equilibrio fra il rispetto per il materiale di origine e gli apporti originali articolati nell’idioma del jazz, sfuggendo a quella trappola della sudditanza verso la melodia (tranne in un caso, ma quello era proprio inevitabile) che spesso affligge operazioni di rilettura delle pagine operistiche. E, va rimarcato, il tutto è condotto in piena sintonia di intenti con compagni di viaggio animati da uno spiccato senso dell’ avventura e pienamente immedesimati nel progetto.

Prendiamo il primo singolo estratto dall’album, “Non Piangere Liù“: le ondeggianti parti tematiche affidate al pianoforte nella parte iniziale confluiscono, in un contetso ritmicamente sovreccitato, in un solo del sax alto di taglio post bop che lascia spazio alla meditativa parte solista del contrabbasso, per affidare poi al pianoforte il compito di ricreare il percorso verso il punto di partenza. Se “Gira la cote” sfiora accenti funk, con il piano elettrico della titolare impegnato in una rincorsa fra stretti e cangianti gomiti ritmici, altri episodi miscelano senza forzature figure teatrali ed improvvise svolte swinganti, come accade nell’iniziale “Popolo di Pekino“, nella accattivante “Olà, Pan!, Olà Pong” o in “Gravi enormi ed imponenti” che nei suoi sette minuti raccorda la distanza fra il solenne tema ed un clima finale da festa a New Orleans attraversato dal suono del sax di Succi. In due brani la firma della compositrice affianca quella del più celebre maestro :”Nuda perla ch’altera/Là sui monti dell’est” e “Straniero, ascolta! /Rebus” sono gli episodi più informali e vicini all’ambito contemporaneo, dominati da rarefazioni acustiche ed elettriche ed ombre di suono che si agitano sotto una superficie che si apre gradualmente a squarci luminosi e melodici.

Il celeberrimo “Nessun dorma“, rispettato alla lettera dalla drammatica interpretazione del sax di Succi e del pianoforte, contenendo l’enfasi e badando a restituire misura al crescendo finale, precede la conclusiva “Tu che di gel sei cinta” , l’ aria di Liù, affrontata dapprima con l’approccio intimista del pianoforte e quindi affidata al collettivo per lo svolgimento in ampia tessitura del tema.

Una prova coraggiosa e riuscita da parte di una musicista da seguire con attenzione nel suo percorso futuro, impreziosita dalle bellissime opere grafiche del cd e confezione, opera della mamma di Eugenia.

Riportiamo di seguito un intero set del Rebus Quartet dato nel settembre 2024 a Cuggiono, anteprima del concerto commissionato ad Eugenia Canale dal festival “Mutamenti” di Massa Carrara per il centennale pucciniano.

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