Giunti al terzo capitolo della personale storia, i tre viaggiatori di mondi musicali che mutuano la ragione sociale dal romanzo di Jonathan Swift, trovano un nuovo compagno di viaggio in Roberto Ottaviano, musicista dalla prospettiva altrettanto aperta all’indagine sulle musiche significanti, indipendentemente dai confini geografici o temporali. In “The Billia Session”, composto da estratti di sessioni live e di studio registrati al Grand Hotel Billia di Saint Vincent, la chitarra di Maurizio Brunod, le percussioni di Massimo Barbiero, il basso di Danilo Gallo ed il sax di Ottaviano rinnovano quel girovagare fra continenti e sentimenti che aveva animato i primi dischi “Extrema Ratio” (2016) e “Gulliver” (2023) spaziando dalla Grecia alla Finlandia, dalla Spagna alla Turchia, dal Venezuela alla Polonia e dal Cile all’Etiopia, ed animando una lettura di world music del tutto personale, nella quale la libertà creativa del jazz si applica ai materiali tradizionali scelti anche con attenzione al rilievo sociale ed allo sguardo sulle attuali vicende del mondo.
Il viaggio questa volta parte dalla Grecia e dal traditional “Sèikilos“, un brano aperto dal soliloquio del sax che introduce la sezione tematica aperta e dalle atmosfere sospese, costruita collettivamente ed attraversata dal solo del contrabbasso. Quindi la Finlandia con “En Voi Sua Unhoitaa Poies” (Non posso dimenticarti) un tema tradizionale spesso usato nella versione orchestrale anche in contesti cinematografici, e la Spagna di ” Nanita Nana“, il cui tema evocativo e lineare offre lo spunto per una prima escursione in territori astratti nei quali il sax spazia su uno sfondo di suoni e rifrazioni animate dalle corde e dai metalli delle percussioni.
“Lilliput / Palestine Song” è la prima di quattro tappe che collegano i luoghi immaginati da Jonathan Swift ne “I Viaggi di Gulliver” con canzoni popolari dedicate al patrimonio della Palestina, un modo per testimoniare la vicinanza al popolo oppresso dall’attuale situazione bellica mondiale: lo schema prevede una prima parte improvvisata in solo seguita dal tema tradizonale. In “Lilliput” è protagonista la chitarra elettrica dai toni saturi di Brunod, a cui fanno seguito il vertiginoso sax in “Brobdingnag “, il meditativo contrabbasso e la balalaika in “Laputa“, e le percussioni di “Houyhnhnm” che introducono il tema affidato alla marimba su un tappeto di voci prese dalla strada che si immagina teatro dei quotidiani drammi. “Misirli” più conosciuta nell’accezione greca di “Misirlou” è un brano che ha vissuto molteplici incarnazioni, da quelle pop a quella surf rock inserita nella colonna sonora del film “Pulp fiction”: i quattro la esplorano concedendo un limitato spazio al celebre tema e sviluppando, invece, un intenso dialogo elettro acustico fra gli strumenti in un clima febbrile ed astratto che culmina nella lettura collettiva della melodia. Quindi in Venezuela con ” Apure En Un Viaje“, introdotta da un evocativo solo del contrabbasso, seguito dal sax che conducono ad una atmosfera danzante e spensierata condotta dal flauto su ritmo in levare, in Polonia con “Kinder-Yorn“, (anni d’infanzia) un meditativo tema della tradizione yiddish affrontato con una sensibilità che sfiora il pudore da Ottaviano, ed in Cile con il Sergio Ortega della celeberrima “El Pueblo Unido”, memore, a chi frequenti la storia del jazz, delle interpretazioni della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley: il sax disegna, intersecando le note dell’inno, traiettorie contorte e spigolose sulla convulsa atmosfera animata daglialtri strumenti, chiudendo il brano in chiave raccolta, sullo spunto offerto da un conciliante contrabbasso.
L’andamento processionale di una “Ethiopian Song” nella quale spicca il lavoro di elaborazione tematica della chitarra sempre originale ed immaginifica di Brunod conclude il viaggio ideale di questa session.
Il disco avrà una presentazione ufficiale nel concerto previsto per venerdì 18 luglio a Saint-Vincent (Valle d’Aosta) nell’ambito della 45° edizione del “Ivrea Open Papyrus Jazz Festival” alle ore 21 presso il Grand Hotel Billia, lostesso luogo dove si è realizzata la registrazione del disco. Chi si trovasse da quelle parti, per vacanza o altro motivo, è avvisato,
