The Real McGregor ! Una vera rarità !!

Ogun Records & International Media Productions Ltd presenta Un film di International Media Productions

The Real McGregor (Restauro 2025)

Regia: Ian Hutchison (1967) Regista: Paul D.J. Moody (2025)International Media Productions

Ronnie Scott’s Old Place era un jazz club situato nel seminterrato del numero 39 di Gerrard Street nella Chinatown di Londra. Era il sito del club originale di Ronnie Scott e, quando Ronnie aprì il nuovo locale in Frith Street, aveva ancora tempo per smettere di pagare il contratto di locazione. Ronnie e Pete King mantennero il club attivo come uno sfogo per la giovane generazione di musicisti jazz britannici. Dal 1966 il club fu gestito dall’impresario John Jack, operando 6-7 sere a settimana e disponibile 24 ore su 24 per i musicisti come rifugio, spazio per prove, locale sociale nel centro di Londra per la musica avventurosa e nuova che creavano.

Al centro di questa musica c’erano i Blue Notes – appena arrivati dal Sudafrica dell’Apartheid – che stavano per accendere la scena jazz di Londra. Questo film rappresenta l’unica testimonianza visiva del gruppo che suonava negli anni ’60, ed è anche un filmato incredibilmente raro del leggendario Old Place di Ronnie. Queste riprese sono state meticolosamente restaurate dal regista e archivista Paul Moody, e la colonna sonora è stata restaurata presso lo studio audio RCA(2025)

Musicisti: Chris McGregor – pianoforte Dudu Pukwana – sassofono alto Mongezi Feza – tromba tascabile Ronnie Beer – sassofono tenore Johnny Dyani – contrabbasso Louis Moholo – batteria

Film Peter Amsden Bob Ferguson Ian Hutchison Nic & Penny Ralph Ken Weller Scattato con Agfa Colour CK17 Al Vecchio Posto Londra W1 Copyright 1967 Questo film è dedicato a: Le Blue Notes Ian Hutchison Penny Ralph Ken Weller John Jack Contributori: Joe Boyd Claude Deppa Mike Gavin Maxine McGregor Louis Moholo-Moholo Hazel Miller Evan Parker Produttore e Montatore Restauro: Paul DJ Moody (International Media Productions Ltd.) Missaggio sonoro Joe Hirst (Royal College of Art) Colorista: Stuart Fyvie (Scuola Nazionale di Cinema e Televisione) Assistente Suono di Produzione Aleks D.J. Moody Scansione della pellicola 16mm: James Barrett Produttori Esecutivi Mike Gavin (Ogun Records) Hazel Miller (Ogun Records) Un ringraziamento speciale a Heather Strange Nic Ralph Sizwe Mtwana Kanu Ntshoko Ntshuks Bonga Roy Wilbraham Diana Shelley

Sempre in tema Blue NotesPaul D.J. Moody vorrebbe realizzare un film documentario allo scopo di raccontarne estesamente le origini, la storia, la fuga dal Sudafrica per sfuggire al regime di apartheid, il forte impatto artistico e socioculturale suscitato sulla scena del jazz britannico e internazionale nella seconda metà degli anni Sessanta e le successive vicende dei suoi protagonisti. Il progetto è attualmente alla ricerca di sostegno economico, anche attraverso GoFundMe.

Chris McGregor (24/12/1936-26/5/1990) è stato un pianista, compositore e bandleader sudafricano. Sfidò le leggi razziali del suo Paese formando con musicisti di colore i Blue Notes, un sestetto che miscelava la musica aficana con il jazz americano. Costretti a rifugiarsi in Europa, avrebbero contribuito a risvegliare la stagnante atmosfera del jazz britannico.

Con il loro talento e con l’eccitante mix di musica africana e jazz che proponevano, i Blue Notes riscossero grande successo e ottennero il premio come miglior gruppo al festival nazionale sudafricano di jazz del 1963 che si tenne a Johannesburg. Registrarono i loro primi brani in studio alla radio nazionale South African Broadcasting Corporation. Queste registrazioni sarebbero state pubblicate nel 2002 dalla Proper Music con il titolo Township Bop. La registrazione di un concerto a Durban nel 1964 sarebbe stata pubblicata nel 1995 dalla Ogun Records nell’album Legacy: Live in South Africa 1964. Questa etichetta, che pubblicò la maggior parte degli album dei Blue Notes, fu fondata dal connazionale Harry Miller, un bassista trasferitosi in Europa.

Le dure leggi dell’apartheid allora vigenti in Sudafrica proibivano a bianchi e neri di esibirsi insieme e The Blue Notes erano costretti a suonare clandestinamente. Fu questo il principale motivo che spinse la band a lasciare il paese nel 1964. Dopo aver partecipato al Jazz Festival di Antibes, rimasero un anno in Svizzera. Nell’aprile del 1965 si stabilirono a Londra, dove erano ospiti fissi in The Old Place, un club trasformato in laboratorio per artisti emergenti di jazz d’avanguardia. Qui fecero la conoscenza e impressionarono giovani jazzisti britannici come Keith TippettEvan ParkerJohn Stevens e John Surman, i quali avrebbero in seguito riconosciuto la grande influenza che i Blue Notes ebbero su di loro.

Il loro apporto fu importante non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello temperamentale, con la gran gioia di vivere che trasmettevano. Si rivelarono un toccasana per la stagnante atmosfera musicale europea e divennero oggetto di ammirazione da parte dei maggiori interpreti del jazz e della fusion di oltremanica, spazzando via i pregiudizi tipici dei londinesi verso i nuovi arrivati, e il clima di competitività che si era instaurato.

 Verso la fine del 1965, Feza andò a Copenaghen, mentre Dyani e Moholo vennero ingaggiati da Steve Lacy per un tour sudamericano. Prima del loro ritorno, Moyake tornò in Sudafrica, dove morì di tumore nel 1966. Nel 1967, McGregor partecipò alla registrazione di Kwela (noto anche come Mbaqanga Songs), attribuito alla Gwigwi’s Band (composta da McGregor, Dudu Pukwana, Gwigwi MrwebiColeridge GoodeLaurie Allan e Ronnie Beer).

Nel 1968 i Blue Note registrarono a Londra il loro primo album, Very Urgent, prodotto da Joe Boyd e pubblicato quello stesso anno dalla Polydor Records a nome di ‘The Chris McGregor Group’. La formazione era composta da Pukwana, Dyani, Moholo, McGregor, Feza e dal sassofonista Ronnie Beer al posto di Moyake. Poco dopo, una simile formazione registrò per la Polydor Up To Earth, che verrà attribuito a ‘The Chris McGregor Septet’ e pubblicato però dalla Fledg’ling solo nel 2008. In questi due lavori è evidente l’evoluzione della band, il cui sound è più indirizzato al  free jazz rispetto agli esordi. Problemi legati allo status di rifugiati, al razzismo e alla mancanza di ingaggi portarono allo scioglimento del gruppo.

Fonte: Wikipedia

Il filmato (comparso in rete il 10 DICEMBRE !) , inutile ripeterlo, è una vera rarità e una preziosa gemma per gli appassionati, magari un pò agee, che hanno seguito ed amato questi meravigliosi musicisti. Buona VISIONE !

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