Un critico musicale, un compositore contemporaneo, un pianista che ama frequentare il jazz portandolo a contatto con altre musiche e forme di espressione artistica. Cosa lega i tre autori – rispettivamente Davide Ielmini, Paolo Coggiola ed Emanuele Sartoris – al centro di questo disco? Un ragazzino “timido e solitario, simpatico e giocherellone, altruista e sognatore” di nome Lucino Dolcifeste. Dunque ecco la storia, in sintesi. Nel 2016 Ielmini, giornalista e critico, collaboratore di diverse testate e trasmissioni ed autore di numerose pubblicazioni, fra le quali un “Dialogo con Giorgio Gaslini “(Zecchini editore), pubblica un romanzo per bambini “Lo strabilievole Natale di Lucino Dolcifeste“, che viene ristampato nel 2024 con l’inserimento di un nuovo racconto e nuove illustrazioni a cura di Cesare Camardo. “Un critico musicale che non scrive di musica può essere considerato come un abete senza addobbi” scrive l’autore nelle note di accompagnamento, ed ecco che, di fronte alla constatazione che il racconto originale di Lucino aveva una sua musicalità narrativa, ma non fatta di note, nasce l’idea di dare vita ad un corrispettivo musicale della favola, propiziata dallo stesso protagonista, Lucino, “perchè fu lui a ripetermi, giorno dopo giorno, che se la realtà si rispecchia nella lente dei sogni, sono questi ultimi a deformarla secondo le imprevedibili traiettorie del caso“. Entra quindi in gioco un altro autore, di musica questa volta, che si entusiasma alla storia del ragazzino. Paolo Coggiola, docente di composizione alla Civica Scuola di Misica Claudio Abbado di Milano, compone un mini musical per “orchestra tascabile” (pianoforte, due flauti, due clarinetti, percussioni, coro e voce narrante) composto da otto Carols che descrivono il percorso di Lucino dalla fanciulezza al mondo degli adulti, attrezzato con una corazza di curiosità e fantasia, imprevisti e neologismi degni del compianto Stefano Benni ( che ha prestato un “occhio” fin dalla nascita al lavoro di Ielmini). L’opera viene eseguito dal vivo in diverse occasioni nell’arco del 2025, quando si arriva all’ultimo e qui più interessante passaggio. ll pianista piemontese Emanuele Sartoris si incarica di completare la trasformazione del libro in musica, trascrivendo per il suo pianoforte arrangiamenti e proponendo improvvisazioni in chiave jazz degli otto Carlos composti da Coggiola. “Lucino’s Carlos“(not only for kids” (docicilune records) è il risultato finale, un ‘opera totalmente compiuta ed autonoma, frutto della sensibilità e della competenza di Sartoris, anche se legata con un filo sottile, ma robusto, alle storie di Lucino.
Nessun timore di trovarsi di fronte ad un disco di musica per bambini o canti natalizi, il lavoro di Coggiola e Sartoris ha tutti i requisiti per arrivare alla platea di adulti appassionati di musica classica o jazz, pur mantenendo nei titoli o in qualche aspetto compositivo quel carattere di innocenza, stupore e sfrenata fantasia che popolano il mondo dei più piccoli.
Nel percorso degli otto brani troviamo frequenti riferimenti a Debussy (“Nel regno di Babbo Natale”, l’ atmosferica e drammatica “La neve danza, la neve canta“), alternati a spazi improvvisati inseriti tramite piccole forzature delle strutture armoniche originarie, tenere e romantiche ninne nanna trasformate in jazz ballads (“Lenzuolo a pois”, “I boschi d’inverno”), due esempi di gospel, qua con un accento sull’enfasi ritmica ( “Da settembre a dicembre“, ispirato al Keith Jarret del quertetto europeo), là con ampio spazio alla melodia ed un incedere solenne , da inno ( la conclusiva “Natale in cantina“).
Ci sono inoltre due titoli molto belli che restituiscono il clima di innocenza infantile : “Restando a naso in su“, che interviene sull’originale permeato dal clima immaginifico con l’uso dell’improvvisazione ed interventi sulla componente ritmica, così come avviene ne “Se le stelle son biscotti” , ispirata ai climi macabri e misteriosi delle colonne sonore dei film di Tim Burton e del suo autore Danny Elfman, dal clima misterioso e dai toni concitati.
“Lucino’s carols” conferma la statura compositiva ed esecutiva di Emanuele Sartoris, nonchè la capacità di assimilare e trasformare un materiale di partenza concepito per esigenze sceniche e narrative in nuova musica con personalità autonoma, ricca di motivi di interesse.

Emanuele Sartoris e Davide Ielmini
