Cercando una linea comune per aggregare in questa lista i miei dischi del 2025, ho provato inizialmente con l’essenzialità delle formazioni e delle proposte musicali, quindi mi è sembrato di individuare il riferimento ripetuto in molti titoli, e in alcuni casi motivo fondativo degli stessi, all’attuale situazione socio politica mondiale ed ai suoi scenari bellici. Alla fine ho desistito, perchè qualche titolo sfuggiva comunque ad entrambi gli aspetti. Quelle che seguono, quindi, sono semplicemente le uscite discografiche che, ciascuna per motivi diversi, hanno catturato la mia attenzione nell’anno che ora finisce. In rigoroso ordine casuale.
Vijay Iyer e Wadada Leo Smith – Defiant life (ECM)
Le nuove visioni del duo Iyer/Smith sviluppano la riflessione sulla attuale condizione umana con una musica astratta e concentrata, in equilibrio fra ascesi e caduta: una forma d’arte contemporanea che prescinde dai generi.
Charles Lloyd – Figure in blue (Blue Note)
Un sax, un pianoforte ed una chitarra per proseguire, questa volta in formato cameristico e con enfasi sulla dimensione spirituale, la personale galleria di mentori di Charles Lloyd: Ellington, Billie Holyday, Zakir Hussein, Langston Hughes, Leonard Bernstein, al quale è dedicata una “Somewhere” capolavoro.
Anouar Brahem Anja Lechner, Django Bates, Dave Holland – After the last sky (ECM)
Oriente ed Occidente in un vitale dialogo produttivo di musica resistente contro le atrocità del mondo contemporaneo .
Dexter Gordon – More than you know (Gleam)
Una sera d’estate del 1981, Genova, Festival Jazz dell’Ellington Club, in compagnia del Gigante del sax e la sua straordinaria band. Un documento che andava valorizzato con una pubblicazione discografica all’altezza. Gleam records, giovane etichetta italiana che già aveva portato alla luce il Modern Art Trio, lo ha fatto .
Gulliver e Roberto Ottaviano – The Billia Session (Dodicilune)
Un viaggio fra i paesi e le tradizioni musicali sulle orme dell’eroe giramondo di J. Swift. Un gruppo che trasporta nella propria dimensione materiali eterogenei per farne musica nuova forgiata da un codice identitario e comunicativo unico.
Artemis- Arboresque (Blue Note)
La prova forse più avanzata nel percorso del quintetto nella nuova formazione , in mirabile equilibrio fra struttura e libertà, sotto l’attenta guida di Renee Rosnes.
Antonio Faraò – Kind of …Piano Solo (Notes around/Azzurra Music)
Una testimonianza del valore di uno fra i migliori pianisti italiani, qui alla prima prova solista fra standards e composizioni originali, in rappresentanza di un variegato e vissuto universo musicale .
Patricia Brennan – Of the near and far (Pyroclastic records)
Le stelle guidano la vibrafonista Patricia Brennan attraverso un viaggio intergalattico fra jazz, musica contemporanea ed alternative rock. Equipaggio composto dalla pianista Sylvie Courvoisier, dal chitarrista Miles Okazaki, bassista Kim Cass e batterista John Hollenbeck. Copiloti il quartetto d’archi con Modney and Pala Garcia, Kyle Armbrust e Michael Nicolas. Apparati elettronici di volo affidati ad Arktureye.
Franco D’Andrea, Gabriele Evangelista, Roberto Gatto Trio live (Parco della Musica)
Registrato un anno fa al Torrione Jazz CLub di Ferrara, il doppio cd cattura un concerto non destinato in origine alla pubblicazione. Blues e tradizione, Monk, Ellington, Coltrane ed i Beatles di “Norvegian wood” convivono nelle esplorazioni del pianista qui alla testa di un trio inter generazionale che riesce a dare nuova vita a classici della storia del jazz.

Il solito intruso
David Byrne – Who is the sky? (Matador)
David Byrne ha confessato di avere prodotto questo disco nella consapevolezza di un’età ed uno status che gli consentono libertà espressiva senza limiti nè condizionamenti. Il risultato è un disco di canzoni dalla decisa impronta ritmica, arrangiate per una piccola orchestra, nel tipico stile surreale del creatore dei Talking Heads, cinquanta anni dopo.
