Recenti vicende e prospettive della Moon June Records.
“Il jazz o il progressive non vendono, ciò che si vende è la musica di artisti famosi che hanno grossa promozione sui social media, e sono ben presenti su piattaforme come Spotify , Songlick e Bandsintown. Non importa quale sia la qualità della musica , conta solo la presenza on line. I musicisti che appartengono alla “vecchia scuola” del jazz o prog, a meno che non siano nomi che riempiono i teatri, non muovono numeri significativi, in termini di vendite di dischi o di audience dei concerti. C’è anche la sbagliata convinzione che le etichette, i managers, gli agenti possano fare miracoli e gli artisti spesso nutrono grandi aspettative in tal senso . Certo conta molto il team di lavoro, ma il fattore principale per il successo, a meno che non ci sia disponibile una gigantesca disponibilità finanziaria che rende possibili molte cose , per gli artisti e chi ha in mano la gestione delle loro attività, è di promuovere, promuovere, promuovere fino allo sfinimento, con ii musicisti che sono in prima linea in questo processo. E, nonostante ciò, non c’è alcuna garanzia di successo commerciale . Viviamo in un mondo crudele e, come gestore di un’etichetta e promoter, so che devo affrontare sfide molto impegnative. Sono stato finora forse troppo romantico o naif nella gestione di queste attività, ma sono ancora vivo e determinato a continuare, anche se il 2025 sarà un anno di cambiamenti in tutto ciò che faccio. C’è ancora speranza per la musica progressiva e priva di compromessi, ma dobbiamo tutti cambiare attitudine.”
Queste riflessioni provengono da Leonardo Pavkovic, promoter di diverse band in ambito jazz e progressive nonchè patron della Moon June Records, etichetta che dirige da one man band dal 2001, con pubblicazioni di dischi provenienti da tutte le latitudini del mondo, regolarmente presente nelle classifiche delle migliori label di Downbeat (quest’anno si è classificata al sesto posto, subito dietro a Blue Note, ECM, Mack Avenue, Smoke e Mosaic).
Sono considerazioni preoccupanti, soprattutto considerando che provengono da uno dei più vulcanici ed entusiasti operatori del settore musicale, pronto ad affrontare una vita da nomade pur di seguire in tour i “suoi” gruppi come gli eredi dei Soft Machine, varie formazioni che ruotano intorno al basso di Tony Levin, ex membri dei King Crimson, come Bill Bruford e David Cross, Markus Reuter, e moltissimi altri, e personalmente impegnato anche nella distribuzione e promozione dei suoi prodotti.
Il “cruel world” di cui parla Leonardo sta rischiando di soffocare quelle residue oasi, come la Moon June, dove la vera passione si mescola alla professione, in una tendenza che seleziona qualsiasi processo creativo in base alle mere leggi del mercato.
In attesa di sviluppi che ci si augura possano smentire il pessimismo di cui sopra, Moon June è riuscita nello scorso mese di settembre a celebrare alcuni degli artisti del proprio roster nell’annuale festival che si tiene a Toledo, in Spagna, la più recente residenza di Pavkovic, con apprezzati concerti di Nick Bartsch, Boris Savoldelli, David Cross, Beledo, Quartet Diminished, Luca Calabrese, Markus Reuter.
Molti dei quali ritroviamo nelle quattro novità discografiche che l’etichetta indipendente ha sfornato da poche settimane e che, al solito, rappresentano i quattro angoli del mondo, e spaziano nei liberi territori senza confine fra jazz e rock.
Luca Calabrese,trombettista, improvvisatore e compositore, è artista poliedrico che vanta esperienze nel campo del free jazz ( registrazioni con Roswell Rudd, Nexus, Italian Instabile Orchestra e Cecil Taylor come nel progressive rock (gli albums registrati con Peter Hammil e Richard Barbieri). “I Shin Den Shin” è una frase giapponese che deriva dalla disciplina buddista e dal confucianesimo ed allude alla comunicazione non verbale, basata sull’istinto e sul sentimento. Diventa il titolo di un disco a simboleggiare lo speciale flusso interattivo che lega i protagonisti di un contesto collettivo musicale, nel caso specifico il leader alla tromba e quattro chitarristi, ciascuno specializzato in un particolare profilo strumentale, NGUYÊN LÊ e MARK WINGFIELD alle elettriche, MARKUS REUTER ed ALEXANDER DOWERK alle Touch Guitars. Le sei lunghe composizioni del disco rappresentano un’ immersione totale in una dimensione rarefatta e soffusa, con le chitarre che creano un vero muro del suono ambientale, sul cui perimetro la pocket trumpet di Calabrese elabora il proprio fraseggio dalla consistenza di seta. Una musica magnetica e dalle cadenze di una lenta ritualità, che avvolge l’ascoltatore proiettandolo in uno stato personale che può variare, a seconda dei momenti e delle sensibilità, dalla assorta concentrazione ad uno stato assimilabile alla trance.

“The gathering”, a nome del chitarrista inglese Mark Wingfield, raduna alcuni dei più ricorrenti frequentatori dello studio catalano “La casamurada, dove spesso Pavkovic registra le proprie produzioni. Una sorta di all star band del rock progressive ibridato con l’improvvisazione jazz, con i bassisti Tony Levin (KIng Crimson e Peter Gabriel) e Percy Jones (Brand X), il battesrista israeliano Asaf Sirkis , il tastierista britannico Gary Husband ad affiancare il leader. Dieci lunghe tracce che compongono una sorta di colonna sonora dai toni intensi e drammatici che echeggia molte delle precedenti esperienze dei musicisti, con la sezione ritmica sempre in risalto, il basso spesso in evidenza in sortite soliste, e le tastiere che delimitano spazi e toni per le estese divagazioni della chitarra elettrica.
Solo una citazione, infine, per “Flotando con el vacio” del chitarrista uruguaiano con sede a New York Beledo, e per il Diminished Quartet di provenienza iraniana, al quarto album con “Deerand“. Registrati il primo con l’ausilio di Levin e Reuter,e del fiatista Jorge Prado, il secondo con Sirkis e Husband, i lavori sono esempi del sincretismo musicale e culturale che caratterizza le scelte Moon June, nelle quali rock progressivo, jazz e l’improvvisazione si mescolano ad elementi delle culture musicali dei territori di provenienza delle due formazioni.
Proposte che, ci auguriamo, continueranno anche in futuro ad essere illuminate dalla luce della Luna in Giugno.


