Cyber Swing/Stephane Grappelli

Trentasette anni fa, 1 dicembre 1987, scompariva il grande violinista Grappelli, di evidente origine italiana. Pochi oggi, tra i non addett ai lavori, si ricordano di lui. In occasione dell’anniversario della scomparsa mi è sembrato doveroso un omaggio alla sua grande figura, saccheggiando qua e la tra il web, alla ricerca di storie e annedoti. Buona lettura

Ad Alatri tutti sanno dove sia la torre Grappelli, non tutti però associano quel nome a uno dei più celebri musicisti della storia del Jazz

Nella lettera, indirizzata al sindaco di Alatri, un gruppo di cittadini ha chiesto la cittadinanza onoraria post mortem per il grande maestro del violino. “Stephane Grappelli è stato il più grande violinista jazz di tutti i tempi, ha suonato fino agli ultimi giorni di vita, in tutto il mondo, e il prossimo 26 gennaio ricorrono 110 anni dalla sua nascita. Questo grande artista fu legato ad Alatri e dunque noi firmatari di questa lettera aperta, uomini e donne che amiamo Alatri e pensiamo che possa gloriarsi di un legame tanto illustre, proponiamo che questa ricorrenza sia degnamente e ufficialmente ricordata.”

Stephane Grappelli era nato a Parigi il 26 gennaio del 1908, da Ernesto Grappelli, traduttore e pubblicista, e da Anna Emilie Hanoque, di St. Homer, vicino Calais. La mamma morì quando Stefano (così si chiamava alla nascita) aveva quattro anni. Scoppiò la guerra, la prima mondiale, e suo padre lo lasciò in un orfanotrofio perché venne chiamato alle armi. Quando la guerra finì padre e figlio tornarono a vivere insieme, in gravi ristrettezze economiche. Imparò a suonare il violino molto presto, un violino di seconda mano che il padre Ernesto gli aveva regalato. Con quel violino guadagnava pochi spiccioli suonando nei cinema. Suonava Mozart, soprattutto, finché non conobbe Debussy, Ravel e il mondo musicale del giovane Stefano si aprì. “Nei cinema, dovevo suonare Mozart soprattutto ma nei film divertenti mi permettevano di suonare Gershwin. Dopo ho scoperto il jazz e la mia vocazione e ho detto ‘ciao ciao Amadeus’”.

“Improvisation, it is a mystery. You can write a book about it, but by the end no one still knows what it is.”

Stephane Grappelli with Django Reinhardt and Dizzy Gillespie

Da allora fino alle ultime ore prima di morire Stephane suonò sempre il jazz. Una vita ricchissima di successi, di collaborazioni, di invenzioni musicali. Insieme a Django Reinhardt fondò il Quintette du Hot Club de France, nel 1934. Collaborazioni con i più grandi musicisti di un secolo intero, da Coleman Hawkins, da Oscar Peterson al violinista classico Yehudi Menuhin fino ai Pink Floyd. Insomma, il resto è storia della musica…

La prima volta che Stephane andò ad Alatri fu subito dopo la seconda guerra mondiale, per conoscere il luogo d’origine di suo padre Ernesto. Aveva fatto un lungo viaggio in macchina, in Italia, e volle visitare Alatri per sapere di sé, delle sue origini. All’epoca parlò con il parroco che custodiva informazioni riguardanti la sua famiglia. Nella sua casa parigina conservava un opuscolo di Alatri che mostrava con orgoglio, dove c’era la foto della Torre Grappelli.

Nella biografia, Mon Violon pour tout bagage – un viaggio nella memoria della sua vita straordinaria – parla, tra l’altro, di Gino Minnucci, che l’aiutò nelle sue ricerche, parla dell’organo della Certosa di Trisulti, di padre Atanasio e del paesaggio di Alatri.
Stephane avrebbe voluto tanto fare un concerto in città, ma non se ne fece nulla.
Morì il 1 dicembre del 1987. Le sue ceneri vennnero sparse in varie parti del mondo, anche nel giardino del Palazzo Grappelli.
Stephane Grappelli ha voluto che il suo spirito vivesse anche ad Alatri. Era stato il suo ultimo desiderio.

Fonte: http://www.farodiroma.it/stephane-grappelli-grande-maestro-del-violino-jazz-ricordato-110-anni-dalla-nascita-alatri-sinchina-p-rolletta/

Uno dei brani più insoliti suonati dal violinista jazz Stephane Grappelli nei suoi settant’anni di carriera non è stato pubblicato fino al 2011, quasi quattordici anni dopo la sua morte. Fu una collaborazione improbabile in una carriera piena di collaborazioni del genere. Nel 1975, Stephane era negli studi di Abbey Road a registrare con il maestro violinista classico Yehudi Menuhin e, nella porta accanto, i Pink Floyd stavano lavorando al loro capolavoro,Wish You Were Here .

Il batterista dei Pink Floyd Nick Mason ha ricordato le circostanze: “Stavamo registrando nello Studio Three e Yehudi e Stephane stavano registrando nel Two. Furono invitati per sentire a cosa stavamo lavorando”. A entrambi i violinisti fu chiesto di unirsi, ma Menuhin rifiutò. “Non si sentiva a suo agio nell’improvvisare, era nervoso”, ha ricordato Mason. Non così per Stephane, “Per lui era del tutto normale”. Incredibilmente, questa versione alternativa della traccia del titolo “Wish You Were Here”, rimase nascosta negli archivi degli studi per i successivi trentasei anni, finché i Pink Floyd non rimasterizzarono l’album e trovarono la traccia sepolta e mancante. Mason raccontò: “A quanto ho capito, avevamo dovuto registrarci sopra per poterci mettere altre sezioni. Mi stupisce ancora che non l’abbiamo usata in origine, non ci siamo resi conto di che cosa meravigliosa fosse”. Grazie al cielo finalmente questa registrazione vide la luce nel 2011 e presentò Grappelli (anche se postumo) alle orecchie stupite dei fans dei Pink Floyd.

Fonte: https://www.vinyl-magic.com/blog/stephane-grappelli-pink-floyd-and-me

“Bastavano poche note strascicate del suo prezioso Guadagnini d’annata, per sprigionare una gioia di vivere d’altri tempi, con sentimento e brio dolcissimi”, scrisse il critico musicale Giacomo Pellicciotti all’indomani della sua morte nel 1997. “Ma la nostalgia
non era quasi mai svenevole e sciropposo revival. Era piuttosto frutto di una cultura tradotta in linguaggio originale, inventato insieme a Django e ricco d’ influenze esotiche, ma senza dimenticare Ravel e Debussy.”

L’autobiografia di Stéphane Grappelli, scritta con l’aiuto di Joseph Oldhenove e Jean-Marc Bramy che del Maestro e dell’amico hanno sollecitato e raccolto le memorie, nella edizione francese si intitola letteralmente: “in viaggio solo con il mio violino per bagaglio”; e, in effetti, è una storia di viaggi, di concerti tenuti in ogni parte del mondo, di incontri, tutti rievocati con la misura dell’affetto e della nostalgia, in cui non trovano spazio e peso né giudizi brucianti né rivelazioni sconcertanti. Il tratto del garbo, della mitezza, della buona educazione ne sono la cifra più marcata che rivela un’attitudine della vita. È anche, però, il racconto di una solitudine di cui il violino diventa l’emblema, oltre che un permanente tentativo di riscatto. L’itinerante compagno di un ragazzo povero che, diventato adulto e famoso, cerca le sue radici per non perdersi, per comprendersi. E le rintraccia in una periferia della provincia italiana – ad Alatri, pochi chilometri da Frosinone, da dove suo padre era emigrato per la Francia – dentro una torre che, forse per caso, porta il suo nome, pur depurato della i finale francesizzata da un accento, spia della sua emigrazione e segno identitario, ridotto al grado zero, di un artistico vagabondaggio. Radici ben piantate in un giardino che adesso conserva – e sarà così per sempre – l’ultimo, resistente, sbriciolato sedimento materiale della sua anima.

“Sono lieto di sapere che la città di Alatri, in Italia (luogo di nascita del padre di Stephane Grappelli), ha conferito la cittadinanza onoraria a Stephane e ha intitolato a lui una scalinata della città”, ha scritto, in un post su Facebook, Martin Taylor, il chitarrista scozzese che lo ha accompagnato a lungo, autore del documentario “Meeting Grappelli“. “Ci sono voluti tanti anni, tanto impegno e dedizione per realizzare questo desiderio. Che le note del violino del maestro risuonino nella Piazza di Santa Maria Maggiore”, ha concluso Taylor ricordando che Grappelli avrebbe voluto tanto fare un concerto in città, ma non se ne fece nulla.

Fonte: https://www.farodiroma.it/aggiornato-la-cittadinanza-onoraria-di-alatri-alla-memoria-di-stephane-grappelli-il-piu-grande-violinista-jazz-di-tutti-i-tempi/

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