RADIO DAYS – RAVA RACCONTA

New York 1978, Rava con Lester Bowie (eccezionalmente senza camice da ‘Doc’..)

Da molto tempo non vedete comparire questa rubrichina. Una ragione c’è: ho smesso di seguire la programmazione live di RadioTre RAI e purtroppo è stato chiuso il bel Birdland di Radio Svizzera Italiana 2 (ma parte considerevole dell’archivio podcast è ancora online, godetevelo sinché c’è).

Per quanto riguarda RAI, troppa improvvisazione nella programmazione, con la serata jazz del martedì sempre nei panni di Cenerentola, spostata e sballottata senza preavviso per ‘imprescindibili’ dirette dell’ultimo minuto. Meno che mai aiuta ad informarsi e pianificare gli ascolti la pagina ‘Palinsesto’ del sito di RadioTre, che per le trasmissioni a venire de ‘Il  Cartellone’ fornisce indicazioni sommarie e criptiche. Va un poco meglio con la pagina podcast del medesimo ‘Cartellone’, dove per qualche giorno a seguire si possono riascoltare le trasmissioni dell’ultima settimana scegliendo in base a minime descrizioni. Il recente pensionamento di Pino Saulo credo che non migliorerà affatto le cose, tutt’altro.

Siamo arrivati così ad una specie di radio ‘a la carte’ ed in differita, dove le cose di un qualche interesse si scoprono e si ascoltano a distanza di giorni, e tra l’altro con lo standard tecnico alquanto misero dei podcast di Radio RAI (mp3 a 95 Kps, meno di un terzo della banda utilizzata dalla Radio Svizzera Italiana, giusto per dare un’idea). Se poi qualcosa che riguarda il mondo del jazz va in onda al di fuori della ‘riserva indiana’ di RadioTre Il Cartellone – fenomeno che peraltro ha del soprannaturale – bisogna affidarsi al caso ed alla buona sorte, oppure al motore di ricerca del sito di RadioTre, opzione questa che si può tranquillamente far rientrare nella prima.

Rava secondo Altan, grande coppia. E’ la copertina di ‘Noir’, con tanto di albo a fumetti incorporato

Ed è appunto per puro caso che sono venuto a sapere che a fine anno la trasmissione ‘Suona l’Una’ di RadioTre ha dedicato quattro puntate ad una conversazione – ritratto con Enrico Rava, a cura di Helmut Failoni. Qui dovreste poter accedere ai quattro podcast della trasmissione, spero anche in assenza dell’app Radio Play in cui molto discutibilmente RAI ha rinchiuso i suoi contenuti radio.

L’occasione è ovviamente molto ghiotta, per diverse ragioni. In tempi di giusta rivalutazione della c.d. ‘storia orale’, il racconto di un uomo che ha attraversato da protagonista il jazz italiano dai primi anni ’50 del ‘900 agli anni ’20 del nuovo millennio – quasi 70 anni di musica, notare bene – ha un valore pressochè inestimabile di testimonianza, anche perché a tutt’oggi manca ancora un libro che ricostruisca organicamente l’avventura del nostro jazz negli ultimi 60 anni (siamo ancora in attesa dell’auspicata pubblicazione del terzo volume de ‘Il Jazz in Italia’ che Adriano Mazzoletti dovrebbe aver fatto in tempo a completare prima di lasciarci)

In piena controtendenza rispetto ai tempi, poi, Rava è personaggio poco propenso alla mediaticità, e le sue apparizioni pubbliche si limitano perlopiù ad interviste giornalistiche, con tutte le loro limitazioni in termini di tempi stringenti e di mancanza di spazio per narrazioni e ragionamenti estesi.

…”odio la tromba” (sic!). Rava al Torino Jazz Festival 2017.  Notare il franco giudizio sui trombettisti dell’ultima generazione 😉

Ed invece il Cav.Enrico è uomo di impagabili ed inarrestabili capacità affabulatorie, che nel caso della trasmissione in questione sono alquanto depotenziate da una conduzione che indulge ad una certa retorica agiografica e soprattutto frammentata da troppo frequenti inserti musicali (semplici spezzoni, tra l’altro, nemmeno brani completi) che tolgono organicità al discorso del nostro.

“Torinese non posso dire di sentirmi (…..), ho lasciato una città grigia, operaia, dove succedeva pochissimo…” certo non un capolavoro di diplomazia, quando ti intervista il direttore del Torino Jazz Festival che ti ha scritturato :-). Occhio ai ‘non-consigli’ agli aspiranti jazzmen. Anche la battuta sulla stanchezza che aiuta la musica…. “quasi quasi venivo da Milano a piedi”

Concedo che il mio termine di raffronto è un’occasione molto particolare: una presentazione ad un JazzMi di anni fa (forse nel 2019) in cui il conduttore dell’incontro gli cedette la parola per alcune sue considerazioni per il cinquantennale di ECM: un’ora e mezza dopo Rava stava ancora narrando davanti ad un uditorio elettrizzato da un’incredibile performance all’altezza del miglior Woody Allen d’annata. Ma in questo inarrestabile – ed incontrollabile – flusso di impagabile ironia (e soprattutto di autoironia, merce rarissima sulla nostra scena musicale odierna) ci furono dispensate in tutta semplicità e con aria di non parere alcune autentiche perle di saggezza musicale, che ancora oggi guidano i miei percorsi di ascoltatore.

ora si trova in e-book

Ma speriamo di rifarci quanto prima con la seconda parte della sua autobiografia musicale, uno dei libri più brillanti e divertenti che abbia preso in mano negli ultimi anni: la aspettiamo con impazienza.

Ancora il Rava cartoonizzato da Altan….molto fedele all’originale

Per ora accontentiamoci di quanto passa il convento RAI, che suddivide l’epopea Rava in quattro capitoli: gli esordi nella grigia Torino ed il debutto a Roma, l’avventura in Argentina con Steve Lacy, la New York di fine ’60 e degli anni ’70 insieme a Gato Barbieri, ed infine il ritorno in Europa.

Interviste, libri, fumetti… ma non si può mica finire così… Ed ecco la musica di quello che forse è il più bel gruppo italiano degli ultimi anni, ahimè non  documentato discograficamente quanto meritava. ECM probabilmente ha scelto questo concerto registrato dalla Radio Tv belga in considerazione dell’ovazione da 10 minuti (cronometrati) che lo concluse. Ma vi posso assicurare che anche a JazzMi 2019 Special Edition fece un concerto straordinario, che meritava il disco… Milton56

Post Scriptum: l’edizione 2021 di Umbria Jazz Winter si svolse nel bel mezzo dell’emergenza Cov19, con conseguenti imprevisti e defezioni. Il 31 dicembre al Teatro Mancinelli si apre un vistoso vuoto da forfait… e chi arriva all’ultimo minuto, con alle spalle i postumi di un malanno di quelli seri, molto seri? Ma il Cav.Enrico, che raduna i suoi della Special Edition, alcuni precettati direttamente sotto il presepe. Il concerto che seguì me lo ricordo ancora come se fosse ieri… qui una ‘scheggia’. Notare la mascherina al polso del Nostro mentre suona…

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