Le perle di Garner, tirate a lucido.

Ogni jazz fan che si rispetti ha negli anni maturato un proprio “stile natatorio” nell’affrontare, ovviamente secondo il proprio gusto e le proprie collezioni, il mare magnum delle ristampe e degli inediti: tra incisioni storiche, cofanetti a prezzi stracciati, ravanate in pulciosi mercatini dell’usato e vecchi album infilati dentro nuove copertine c’è sempre il rischio di qualche piccola delusione o invitabili doppioni, alternato però alla relativa estasi per aver beccato quella perla che mancava e che ora riluce nel nostro deposito in cui ogni tanto torniamo a tuffarci, fintamente inscalfibili dalla musica liquida, ridenti dal trampolino come degli Zii Paperone sui generis.

Per esempio, e fuor di metafora, chi ha tentato un approccio alla completa discografia di un gigante della tastiera come Erroll Garner ha spesso accumulato entrambe le sensazioni, ripagato comunque dalla genialità di un pianista/compositore unico, ma ecco che trova ora, da casa Mack Avenue, pane per i suoi denti e soprattutto la possibilità di reperire, a prezzi ridotti e su singoli cd, album che erano diventati un guazzabuglio di stampe e ristampe e che sono stati ripresi e trattati in guanti bianchi, esattamente come meritavano.

Il risultato è sorprendente,  (ri)ascoltare Erroll Garner è semplicemente una goduria.

La serie Octave Remastered rappresenta infatti il cuore del catalogo di Erroll Garner e raccoglie 12 album registrati e pubblicati dal pianista tra il 1959 e il 1976. Tutti questi album erano di proprietà della Octave Records di Garner e concessi in licenza a diverse etichette tra cui MGM, ABC, Philips, Mercury, Reprise, MPS, Telarc. La serie Octave Remastered presenta queste incisioni in una nuova versione rimasterizzata e include anche registrazioni recuperate da nastri originali, accuratamente remixate e masterizzate. Il processo di restauro include l’innovativo processo Plangent che corregge le incoerenze di velocità e tonalità causate dai registratori su nastro e permette di apprezzare l’arte di Erroll Garner al suo meglio e soprattutto con la corretta velocità. Per ora nei negozi specializzati e sulle più importanti piattaforme online sono disponibili i primi cinque episodi e l’ambiziosa serie proseguirà mensilmente, la coraggiosa Mack Avenue collocherà infatti sul mercato un nuovo titolo al mese fino a Giugno 2020.

Registrati nel 1959, i brani di “Dreamstreet” rimasero inediti mentre Garner lottava per il controllo del suo catalogo. Finalmente pubblicato nel 1961 come primo album della sua nuova etichetta Octave Records, il disco divenne per Garner un grande ritorno sulle scene. Un brano originale di Garner, “By Chance”, è stato aggiunto in questa nuova versione rimasterizzata, ripristinata dai nastri della registrazione originale.

Secondo disco registrato per l’Octave Records, “Close Up In Swing” -titolo magnifico e garneriano par excellence- ci permette di riscoprire Erroll Garner e il suo classico trio in un modo nuovo, con brani integralmente restaurati e rimasterizzati partendo dai nastri originali. Il disco include una composizione di Garner mai ascoltata prima: “Octave 103”. Forse qualcuno, come il sottoscritto, avrà già in collezione un Telarc del ’97 che raccoglieva questo album e “A new Kind of Love“, di cui parliamo tra poco, la resa musicale in termini di pulizia e brillantezza è certamente superiore, ma anche il Telarc con il suo impianto critico riproposto dalle cover originali  non era male, quindi in tal caso ci si potrebbe anche concentrare sugli altri titoli della collana.

Questo “One World Concert” è stato il primo album dal vivo registrato da Garner dopo il successo planetario di “Concert by the Sea”, registrato sette anni prima. Una performance tour-de-force rende questo disco un degno successore del ben più celebre concerto al profumo di salsedine che quasi tutti hanno consumato di ascolti…. L’album che contiene una fantastica versione di “Misty” di cui agevoliamo l’ascolto, è impreziosito da sorprendenti improvvisazioni, lunghe introduzioni e da una versione inedita della ballad “Other Voices” mai pubblicata prima in trio.

Nonostante la musica di Erroll Garner sia particolarmente adatta al grande schermo ed in effetti sia stata utilizzata in innumerevoli film nel corso degli anni, il pianista ha composto una sola colonna sonora nel corso della sua carriera: quella per il film “A New Kind Of Love” (1963). In questo singolare lavoro Garner mette in luce le sue doti “orchestrali”, unendosi ad una big band con relativa ampia sezione d’archi per un totale di 35 elementi diretta da Leith Stevens. Garner, che notoriamente non ha mai imparato a leggere o scrivere la musica e non se n’è mai dato pena, contribuisce qui con numerosi temi originali , del tutto pregnanti alla pellicola in cui spicca il sorriso di Paul Newman (in Italia nota con il titolo “Il mio amore con Samantha”) come”You Brought a New Kind of Love to Me,” “Louise,” e “Mimi.”

Ancora il grande schermo sugli scudi di quest’ultimo, per ora, episodio riedito. “Now Playing – A Night At The Movies” unisce brani tratti dalle ultime sessions in studio del trio più longevo di Garner, con Eddie Calhoun al contrabbasso e Kelly Martin alla batteria. Siamo nel 1965 e dopo quasi un decennio di concerti e registrazioni insieme, i tre musicisti dimostrano di aver raggiunto un’intesa notevole. Il repertorio, suddiviso in facciata A e B, comprende brani tratti dalle colonne sonore di queste pellicole:

A1- Broadway Melody of 1938 (MGM, 1938)
A3- The Singing Fool (Warner’s, 1928)
A4- What Price Glory (20th Century Fox, 1926)
A5- Million Dollar Baby (Warner’s, 1941)
A6- A Guy Name Joe (MGM, 1943)
B1- Too Much, Too Soon (Warner’s, 1958)
B2- The Uninvited (1944)
B3- Lilac Time (First National-Warner Bros. 1928)
B4- Bolero (Paramount, 1934)
B5- The Lovely Ladies
B6- A Streetcar Name Desire (Warner’s 1950)

e, manco a dirlo, swinga via che è una meraviglia.

garner 2

 

 

 

 

 

6 Comments

  1. Nooo, pure la musica è diventata “liquida”!
    Voi ne sapete certo molto più di me, ma mi stupisce un po’ questo entusiasmo. Io sono un po’ diffidente rispetto a manipolazioni come la rimasterizzazione, remix, restauro, pulizia… Di Plangent non so nulla.
    Insomma, in queste versioni che avete condiviso, non riconosco il Garner al quale mi sono abituata (anche se non sono una grande conoscitrice della sua musica) e avverto una certa “uniformazione” e un eccesso di “pulizia”.
    Probabilmente sono sistemi molto sofisticati e accurati dal punto di vista tecnico, perciò confido che siano “rispettosi”, ma non diventa tutto un po’ “asettico”?
    Io sono un po’ conservatrice. Lo sono anche con le nuove traduzioni dei classici della letteratura. Non so, se leggo un romanzo russo, un linguaggio a me contemporaneo mi pare un po’ “stonato”.
    Saluti da un’altra talebana brontolona!

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  2. ordunque: le clip allegate al pezzo hanno un valore didascalico, arrivano ovviamente da yt e riguardano brani dalle incisioni in questione, ma i cds di cui si parla suonano decisamente meglio (per lo meno sul mio impianto di media caratura non cè assolutamente partita) ed è stata fatta giustizia di svariati errori di velocità che costellano le incisioni originali. Addentrarsi poi nel ginepraio della “musica liquida Vs. supporto fisico” (vinile, cd ecc) ci porterebbe a consumare fiumi d’inchiostro, lasciando poi ognuno delle sue opinioni. So di appassionati che danno via collezioni intere pressochè gratis perchè han trasferito gli archivi sul pc o scaricato l’impossibile su ampi dischi rigidi esterni -tanto che ci vorrebbero svariate vite ad ascoltare tutto- e beh, insomma che ognuno trovi il suo equilibrio in questi tempi incerti, ecco, ci mancherebbe di fare la morale, tanto l’incedere sorridente e sornione di quel genio di Garner non perde un’oncia del suo valore anche se lo ascoltassero conturbanti venusiane su astronavi vintage o hipster nani della Terra di Mezzo. per dire, eh. 🙂 .

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