Enrico Pieranunzi Trio &Orchestra – Blues and Bach

Se amate il cinema, non potrete rimanere indifferenti di fronte a questo lavoro. Non solo perchè il brano iniziale, “Skating in Central Park“, evocativo fin dal titolo, fa parte della colonna sonora di una pellicola del 1959, “Odds against tomorrow,” un noir di Robert Wise con Harry Belafonte nel ruolo di un intrattenitore di night club coinvolto in una tragica rapina. In realtà le connessioni dirette con il cinema finiscono qui, (ci sarebbe anche “Autumn in New York“, ma quello è solo un film del 2000 che ha preso il titolo da uno standard jazz cantato per prima da Billie Holiday) e sono peraltro (quasi) del tutto assenti quelle con J.S. Bach. Eppure, ascoltando il trio di Enrico Pieranunzi, con Luca Bulgarelli al basso e Mauro Beggio alla batteria, affiancato dall’ Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Michele Corcella, responsabile degli arrangiamenti, non si può fare a meno di pensare al grande schermo. Come in sala, siamo immersi fin dall’inizio dell’ascolto in un’ avvolgente temperie emotiva che in diverse occasioni si manifesterà lungo lo sviluppo del programma, pur riservando uno spazio rilevante alla componente più terrena, rappresentata dal trio jazz. E proprio la coesistenza fra le due dimensioni rappresenta uno dei pregi maggiori del lavoro: da un lato un esperto di composizioni ed orchestrazione jazz e di colonne sonore (in particolare quelle curate da Duke Ellington) come Corcella, dall’altro uno dei maggiori pianisti contemporanei jazz il cui universo culturale si estende alla musica barocca, come a Gerswhin o a Debussy.

A connettere i due mondi la presenza, in veste di compositore, di John Lewis, pianista statunitense fondatore e componente del Modern Jazz Quartet, un artista che, come autorevolmente sostenuto da Gunther Shuller : “Sapeva fondere in un idioma personale ed omogeneo le varie influenze del suo lavoro, fossero i capolavori delle fughe di Bach, le composizioni derivate dal folk di Bartok, le tessiture di Stravinsky o la profonda atmosfera blues che permea tutta la sua musica“.

Il progetto “Blues & Bach: The Music Of John Lewis“, ben rodato negli ultimi tre/ quattro anni sui palchi ed ora pubblicato dall’etichetta olandese Challange records comprende composizioni tutte scritte da Lewis per il MJQ, con la sola eccezione di “Autumn In New York,” di Vernon Duke registrata, però, dal quartetto nell’album di esordio.

Le dinamiche che contrappongono o congiugono il trio e la formazione orchestrale sono l’elemento costante del lavoro: assumono la forma di esuberanti scambi nel brano iniziale, di un elastico groove sostenuto dagli archi in “Spanish steps“, di una fuga bachiana che si trasforma quasi naturalmente in un assolo jazz in “Vendome” o, con un’ esaltante inversione di ruoli rispetto alla struttura predominante, di un break inatteso e dirompente di archi e legni a disegnare la ritmica di una fino a quel momento intimista “Autumn in New York”.

In programma sfilano poi la celebre “Django ” con l’ elaborata trama orchestrale contrappuntata da una sezione di pronunciato swing del trio, ed il tema monkiano che, al termine del solo di batteria, incornicia “Concorde“.

Le note malinconiche di “Milano“, connubio ideale fra soundtrack e ballad, sarebbero la perfetta conclusione, ma c’è un’altra sorpresa. Arriva nel brano finale, “Jasmine tree,” subito dopo una introduzione improvvisata dal trio, ed ha le sembianze di un fiammeggiante tema dai sentori balcanici, con il quale l’orchestra disegna definitivamente la parola FINE. .

Un estratto dal concerto del 2020 a Piacenza

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