CARTOLINE – NOTTI ROMANE –  1. JOEL ROSS ‘PARABLES’

Gran bello scatto di Jati Lindsay

A volte le favole divengono realtà. In una Roma domenicale svuotata da un caldo rovente ci si ritrova nel parco di Villa Osio e… sorpresa: in barba alle sacrosante fughe dall’inferno metropolitano ci si ritrova in una platea piena zeppa, evidentemente di pubblico motivato . Con venti euro viene proposto un programma denso che ci trasporta di peso nelle più vivide scene di New York e Chicago. Il suono è ottimo e comincia anche a soffiare una leggera brezza… si può volere di più?

Ad inaugurare una serata destinata a lasciare il segno è il vibrafonista Joel Ross, con una articolata formazione che presenta il programma di ‘Parables of the Poet’, album uscito nel 2022. Naturalmente ci sono dei cambiamenti di formazione, ed anche rispetto a quanto annunziato per il concerto romano si registrano le defezioni di una flautista e di una trombonista. Comunque il settetto che sale sul palco è anch’esso formazione complessa: oltre al leader Ross alle lamelle, ci sono Maria Grand al sax tenore, Marquis Hill alla tromba, Goodwin Lewis al sax alto, Jeremy Corren al piano, Rick Rosato al basso e Craig Weinrib alla batteria. Alcuni musicisti hanno preso parte alla registrazione dell’album, altri sono subentrati successivamente prendendo il posto di quelli ormai decollati per brillanti carriere individuali (Immanuel Wilkins, per esempio).

‘Doxology’ dall’album Blue Note del 2022

Queste fluttuazioni di formazione ed organico non sono un minus, come si potrebbe esser indotti a pensare. ‘Parables’ è una suite che chiama i musicisti ad un serrato lavoro d’insieme, ai singoli sono riservati solo dei ‘cameos’ molto ben incastonati nella struttura complessiva.

In altre occasioni si è ammirato il Ross strumentista ed il leader sicuro e duttile anche davanti agli imprevisti che punteggiano le tourneè come in questo caso. A Villa Osio abbiamo conosciuto soprattutto il compositore e l’arrangiatore: sin dalle prime battute ha colpito l’omogeneità dell’articolato gruppo e l’attento dosaggio dei diversi timbri strumentali che si fondevano senza sbavature in un suono di gruppo stratificato e ricco di molte sfumature. Una sorta di arazzo dai colori cangianti e pervaso da un moto ondulatorio che generava un sottile effetto incantatorio. La disciplina d’insieme richiesta ai musicisti era veramente elevata, ma anche il leader ha dato prova di saper fare un passo indietro sul piano della personalità strumentale: il suo vibrafono è parso più lieve e trasparente del solito, il Ross ‘sturm und drang’ con timbri saturi e fraseggio aggressivo si è intravisto solo in un brano finale, che  peraltro spiccava nella trama della suite per la sua incisività e velocità.

Tra gli spazi solistici concessi a tutti i componenti del settetto mi sono rimasti particolarmente impressi quelli di Maria Grand e Marquis Hill. La Grand mi è parsa molto maturata rispetto alle prime apparizioni in Italia di un paio di anni fa: più sicurezza e meno introversione nel controllo del sax tenore, affinata l’ispirazione al modello di Warne Marsh con un fraseggio ‘orizzontale’ più fluido e sciolto. Oltre ad esser un trombettista di gran personalità e talento, Hill è grande amico di Ross, lo testimoniano le apparizioni a sorpresa dell’uno nei concerti dell’altro: forse per questo si è guadagnato un assolo a cappella sul suo prediletto tempo medio in cui ha sfoggiato un lirismo ed un’intensità espressiva di gran livello, e comunque perfettamente in linea con il mood della suite di cui ha rappresentato uno dei momenti più alti.

Il pubblico ha seguito con raccolta attenzione una composizione che non si prestava alla manifestazione di consensi esuberanti e clamorosi. L’apprezzamento è venuto alla fine, allo sciogliersi di quell’atmosfera incantatoria e sottilmente malinconica cui si è accennato: personalmente avrei preferito un poco più di calore e di intensità per una performance di rara finezza, ma forse la platea di Summertime è un pochino viziata dalla quantità e qualità dell’offerta.

Nella seconda parte della serata il problema non si porrà, tutt’altro…. Ma questa è materia di altra cronaca. Stay tuned. Milton56

‘Guilt’, video ufficiale di ‘Parables’. Suggestivo e misterioso…

5 Comments

  1. No purtroppo… vai a fidarti delle locandine con le formazioni annunziate ( che almeno sul web si vorrebbero aggiornate al momento della entrata in scena)….

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