Dario Doronzo e Pietro Gallo: il suono che viaggia nel tempo.

Il suono come professione e mezzo per l’espressione artistica. Curiosando fra le esperienze di Dario Doronzo, docente, ricercatore ed interprete alla tromba di un repertorio che spazia dalla classica al jazz, si scopre che il giovane musicista pugliese è laureato in Ingegneria Edile presso il Politecnico di Bari (con una tesi dal titolo: The impact of great musical events) ed ha conseguito una specializzazione successiva in Ingegneria del Suono nonchè la qualifica professionale di Tecnico Competente in Acustica

Doronzo è uno dei componenti, insieme al pianista Pietro Gallo, del duo Re-Imagine , formato nel 2015 e con ampia esperienza concertistica internazionale alle spalle, nel segno di una formula musicale che, partita dallo studio interpretativo di standards jazz, è pervenuta oggi ad uno stile peculiare che prevede la riscrittura in chiave jazz di composizioni antiche ed arie d’opera . Un’ operazione, documentata dal cd “Reimagining Aria” (Digressione music), nella quale la nitidezza ed il carattere del suono, proveniente dai tasti del pianoforte e dalla corposa e definita emissione del flicorno, è elemento caratterizzante, che colpisce fin dal primo ascolto.

A quelli successivi emerge, invece, la natura più profonda di questo progetto, che si distanzia dai molti tentativi forzati di ibridazione fra linguaggi, quello “classico” e quello del jazz : in questo caso la perizia tecnico strumentale dei due giovani musicisti, certificata dalla partecipazione all’incisione di un altro fuoriclasse “fuori dai generi” come il clarinettista Gabriele Mirabassi, unita alla capacità di affacciarsi alla finestra dell’attualità, donano alle composizioni la capacità di viaggiare nel tempo, trasformando il contesto originario, richiamato principalmente nelle parti tematiche, in musica nuova che risuona di spunti e suggestioni contemporanee e cattura l’attenzione per inventiva ed intensità espressiva.

Così, grazie all’apporto di Daniele Sardone nelle vesti di compositorte/traghettatore, alcune arie barocche trovano una nuova vita: ne sono esempi le aperture immaginifiche create al centro di “Intorno all’idol mio” di Antonio Cesti[1623 – 1669], il ritmo percussivo battuto sulla cassa del pianoforte che irrompe nel severo tema gregoriano affidato ai due fiati di “Sebben, crudele” di Antonio Caldara[1670 – 1736], creando lo spazio per un fluente solo del pianoforte, e per la successiva sezione improvvisata prima dal flicorno e quindi dal clarinetto. Come l’intreccio fra fiabesche atmosfere e percorsi labirintici di “Chi vuole innamorarsi ” di Alessandro Scarlatti [1660 – 1725], o i dialoghi fra i due fiati che intervallano la profonda malinconia del motivo “O cessate di piagarmi “, ancora di Scarlatti. A seguire “Quella fiamma che m’accende” di Benedetto Marcello [1686 – 1739], eseguita per piano solo con motivi ed atmosfere che virano dal rigore drammatico all’elegia del tema conclusivo, il solo del flicorno che introduce la danzabilità leggiadra di “Tu c’hai le penne, amore” di Giulio Caccini [1551 – 1618], tra le cui pieghe prende vita un solo meditativo del pianoforte, seguita dall’andamento ritmicamente dinamico di “Delizie contente che l’alma beate” di Francesco Cavalli [1602 – 1676] dove un intenso solo del flicorno evoca un accenno alla popolare canzone “No Other Love” (o “Tristesse“) ispirata allo Studio Op. 10 n. 3 di Chopin. Chiude il cd il frammento da “Dall’amor più sventurato” di Nicola Porpora[1686 – 1768], un saluto in forma di contrappunto intessuto dai tre strumenti con delicate movenze.

Il disco ha un gemello, “Reimagining Opera“, ugualmente pubblicato da Digressioni nel 2020, nel quale celebri arie d’opera di Verdi, Puccini, Mascagni, Piasiello, Monteverdi, sono re immaginate nello stile del duo Doronzo- Gallo in compagnia del serpentone di Michel Godard.

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