Penso che possa essere interessante per chi ci legge avere ogni tanto anche uno sguardo su articoli, interviste e recensioni che provengono dal web. Nel nostro spazio Facebook da tempo proponiamo link di questo tipo, ma da qualche tempo a questa parte, almeno per gli articoli che ritengo più interessanti, faccio un lavoro di traduzione e proposizione sperando di incontrare l’interesse di chi ci legge. Oggi è la volta di questa notizia che riguarda delle succose novità discografiche, inediti di un periodo caldo e fecondo, per opera di una etichetta discografica lituana (!). L’articolo proviene dal blog di Fabricio Vieira, un giornalista e critico brasiliano. Buona lettura.
L’etichetta lituana NoBusiness Records ha compiuto un lavoro fantastico nel salvare la storia del free jazz, pubblicando registrazioni inedite di decenni fa che ci aiutano ad aprire ponti e colmare le lacune in questo universo. Dopo l’imperdibile edizione di album dedicati all’archivio del sassofonista Sam Rivers (1923-2011), NoBusiness ha avviato una nuova serie, in cui mette in risalto le registrazioni effettuate nel mitico loft RivBea. Il leggendario spazio che Rivers mantenne al 24 di Bond Street, a Lower Manhattan, New York, negli anni ’70, lasciò la sua testimonianza ufficiale di un po’ di quello che lì accadde, raccolto in 5 LP sotto il titolo “Wildflowers: The New York Loft Jazz Sessions ”, che comprendeva registrazioni avvenute durante un festival indipendente tenutosi tra il 14 e il 23 maggio 1976, con musica di molti dei nomi più forti della musica creativa dell’epoca.
La nuova serie, Live From Studio Rivbea , pubblicata su CD e digitale, mira a portare dischi sconosciuti realizzati nel loft di Sam e Beatrice Rivers. Il volume 1 contiene una registrazione del quartetto del sassofonista Kalaparusha Maurice McIntyre; Il volume 2 , appena uscito, contiene una registrazione del quartetto del collega sassofonista Arthur Blythe. Per quanto vicini fossero questi artisti, che circolavano nella stessa scena, le loro storie sono del tutto opposte.

Kalaparusha Maurice McIntyre (1936-2013) proveniva da Chicago. Legato all’AACM fin dai suoi primi giorni, ha partecipato a registrazioni seminali, come “Levels and Degrees of Light”, di Muhal Richard Abrams, e “Sound”, di Roscoe Mitchell. Nel 1969 registrò il suo album di debutto, il notevole Humility In The Light Of Creator . Nel decennio successivo si recò a New York, come molti dei suoi partner AACM, e lì iniziò la sua carriera. L’era del loft è stata probabilmente per lui il periodo lavorativo più intenso. Ma di quel periodo sono rimasti pochi dei suoi album. In questo modo, questa pubblicazione aiuta a colmare le lacune nel suo percorso, portando alla luce un po’ di più della sua intensa musica. Qui vediamo McIntyre, che suona il sax tenore e il clarinetto, accompagnato da Malachi Thompson (tromba), Milton Suggs (basso elettrico, che all’epoca faceva parte della band di Elvin Jones) e Alvin Fielder (batteria). Ci sono tre lunghi brani dai nomi non identificati, che vanno dai 13 ai 16 minuti, registrati allo Studio Rivbea il 12 luglio 1975 – un anno prima di “Wildflowers”, a cui McIntyre avrebbe partecipato con un altro gruppo. Il nucleo di questa canzone sono i dialoghi tra sax e tromba – Thompson, morto nel 2006, ha avuto la carriera più importante tra i musicisti di questo quartetto, apparendo in una varietà di album, muovendosi tra post-bop e free. McIntyre, dagli anni ’80 in poi, troverà sempre più difficoltà nel realizzare e registrare la sua musica, cosa che lo porterà a suonare per le strade e nelle stazioni della metropolitana per sopravvivere, morendo in povertà nel Bronx nel 2013. Questo quartetto, se fosse rimasto insieme, avrebbero potuto affermarsi come uno dei suoni più forti dell’epoca.

Il volume 2 di Live From Studio Rivbea presenta un altro sassofonista,
Arthur Blythe (1940-2017). Della stessa generazione di Kalaparusha Maurice McIntyre, Blythe ha avuto una storia illustre. Proveniente da Los Angeles, arrivò anche a New York durante l’era dei loft e si fece un nome soprattutto nella seconda metà degli anni ’70. Nel 1979 firmò con la Columbia, etichetta alla quale sarà legato per circa un decennio , pubblicando quasi dieci album in cui si è aperto al jazz contemporaneo senza perdere la sua creatività. Anche se non è diventato una star del jazz, Blythe ha avuto un discreto successo (ha suonato anche in Brasile nel 2003, al Chivas Jazz Festival). Questo nuovo disco che arriva è una testimonianza rilevante dell’inizio della carriera di Blythe, che non aveva ancora debuttato su disco come leader. Qui dirige un quartetto con Juini Booth (basso), Muhammad Abdullah (congas) e Steve Reid (batteria). La registrazione, effettuata il 6 luglio 1976, ebbe luogo poche settimane dopo le sessioni di “Wildflowers” – alle quali Blythe non partecipò. Solo con il sax alto, Blythe mostra di essere pronto per iniziare a delimitare il suo spazio, con temi sorprendenti distribuiti su quattro tracce, che vanno dai 5 ai 19 minuti. In questa registrazione sono presenti brani famosi di Blythe che sarebbero apparsi nei futuri album, come “Miss Nancy” e “Spirits in the Field”. Un tesoro per i fan di Blythe. Adesso non ci resta che aspettare per vedere cos’altro porterà NoBusiness Records in questa nuova fondamentale serie.
Il dipinto di copertina è opera di Ton Van Meesche : https://jazzinwatercolors.blogspot.com/p/watercolors.html
L’articolo in lingua originale : http://www.freeformfreejazz.org/2024/10/live-from-studio-rivbea.html

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