Quinto appuntamento per il festival valtellinese, e sul palco tre vecchie conoscenze della rassegna, lo Spiritus Spiritus trio di Francesco D’Auria, batteria, hang e tubi, Michel Godard, basso tuba, serpentone e basso elettrico, Tino Tracanna, sax soprano e tenore.
Nati come un duo, D’Auria e Godard, la formazione con l’ innesto di Tracanna ha raggiunto una fisionomia unica e originale, dando vita ad una musica tanto swingante quanto concreta, leggera e profonda nello stesso tempo, scritta ma aperta alle improvvisazioni dei singoli, sempre sorretta da riff impregnati di ritmo ma anche di melodia
Alle spalle il gruppo ha un solo album, non a caso catturato dal vivo (Live at Jazz in Bess), dove nessuno artificio digitale è presente, e dove invece groove, tecnica, sensibilità ed un gusto raffinato donano una impronta del tutto originale alla formazione.
D’Auria è un batterista leggero e flessibile, un metronomo infallibile che fa comprendere quanto inutile sia picchiare forte sulle pelli se non c’è swing e ascolto reciproco.
Godard è un beniamino del festival, ma lo è non solo per le doti umane ma per la perizia inarrivabile sui tre strumenti che maneggia con tecnica sopraffina.
Tracanna da anni è uno dei sassofonisti italiani di riferimento, forse meno pubblicizzato rispetto ad altri protagonisti del jazz nostrano, ma di sicuro e riconosciuto valore. Lo ricordo ragazzo, ai tempi del festival di Lovere (anni 70′) a capo di una formazione giovane , L’ Urkestra, un evidente richiamo a Sun Ra, e poi passo dopo passo ne ho seguito le varie tappe della carriera, sempre ad alto livello.
Che dire del concerto nell’ auditorium di Castione del 3 luglio? Che l’ inizio è stato folgorante con il medley di Monetina (D’Auria) e Pow How (Tracanna), un momento di grande musica e di perfetta comunicativa. Ma anche il prosieguo è stato sfavillante, si sono alternati brani presenti nel cd (I sogni di Pietro, Il cielo come bis), a nuovi innesti, Tubi per lo strumento che porta lo stesso nome, Light the earth, brano di Godard di liricità commovente , per finire con un classico sempre ad opera della penna del francese, un arrangiamento di A Trace of Grace di Monteverdi.
Sold out e pubblico soddisfatto e plaudente. Ottima serata.
