Nei recenti sviluppi della decennale collaborazione con Michele Corcella, direttore d’orchestra, compositore ed arrangiatore, vicino al jazz fin dal periodo degli studi, Enrico Pieranunzi sembra avere trovato la chiave di una sintesi fra i due mondi, la classica ed il jazz, da sempre frequentati in svariate, ma autonome occasioni discografiche . E’ dello scorso anno il riuscito “Blues and Bach” nel quale il trio del pianista romano, con i fedeli Luca Bulgarelli al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria, rileggeva con taglio immaginifico alcune pagine di John Lewis a fianco dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Corcella. Ora la medesima casa discografica, la Abeat Records di Marcio Caccia, pubblica un nuovo lavoro con formazione analoga, trio più orchestra, ma in questo caso ai tre jazzisti si affianca l’ensemble milanese I Pomeriggi Musicali, diretta per l’occasione da Corcella, in quello che lo stesso Pieranunzi nelle note di copertina presenta come “un piccolo grande sogno che diventa realtà“. “Improclassica” registrato live al teatro Dal Verme, casa dell’Orchestra, è uno dei più avanzati e bilanciati esperimenti di unione fra la musica classica ed il jazz che sia stato realizzato in tempi recenti, partendo da una base di cultura ed esperienza saldamente fondata in entrambi i campi dei due protagonisti principali. Se gli elementi di partenza sono, da una parte, un trio jazz con le sue dinamiche, interrelazioni e propensione all’ascolto reciproco e creazione istantanea, e dall’altra un’a’ orchestra di circa quaranta elementi abituata ad operare nel contesto meno flessibile della lettura ed esecuzione, gli arrangiamenti di Corcella, siglati da una mano felice e leggera, e la disciplinata carica energica di Pieranunzi assicurano un processo di compenetrazione naturale e dai tratti originali fra i due approcci.
Fin dall’iniziale “Sicilyan dream“, introdotta da una rapsodica presentazione del pianoforte, si apprezzano la dinamica e la spazialità del suono ripreso live al teatro Dal Verme, con l’orchestra che compare imponente e poi accompagna l’esposizione del trio, assecondandone gli sviluppi ritmici o interagendo in modo paritario. “Gymnosatie” riprende le celebri composizioni di Erik Satie, alleggerendo l’allure malinconica con una flebile ma determinante propulsione, ed affidando all’orchestra un ruolo di sognante tessitura melodica, sulla quale il pianoforte sviluppa un solo in funzione eccentrica.
Come molte altre composizioni, anche gli omaggi a Robert Shumann ed a Darius Milhaud sono ripresi da precedenti esecuzioni di Pieranunzi nei tipici formati jazzistici del trio o in piano solo: il primo , “Mein Lieber Shuamann” è un esuberante gioco di suggestioni e variazioni orchestrali sulla base ritmica dispari assicurata dal trio, “Hommage a Milhaud” tocca invece corde più tenui ed intime, con il pianoforte che si intreccia con i legni dell’orchestra ed un evocativo solo del contrabbasso di Bulgarelli. Dall’album “Monsieur Claude – (A Travel with Claude Debussy) registrato nel 2018 con Andrè Ceccarelli e Diego Imbert proviene “Cheveux“, rielaborazione della composizione ” La fille aux cheveux de lins “, nella quale il trio e l’ampio ensemble si cercano intorno all’immaginifico tema per allestire un fitto dialogo che sfocia in un’ estroversa sezione improvvisata, prima dell’esuberante finale con l’orchestra che mette in campo tutti i propri timbri. Conclude il disco quello che si può considerare un ponte con il disco precedente : una composizione di Bach (BWv 785) si fonde con i toni blues e jazz di un pianoforte metatemporale, e “Suite 785” diventa il suggello di una raffinata e geniale operazione di sintesi musicale, accompagnata, in copertina e nel booklet del cd, da una trasposizione in immagini pittoriche dalla mano di Andrea Strizzi.
