Non c’è nulla che non vada nel jazz – davvero – ma oggi i suoi amanti un po’ snob sono al massimo una mezza dozzina. Quelli che hanno meno di cinquant’anni e ascoltano solamente jazz sono probabilmente invasati o snob. Le persone normali sono cresciute ascoltando gli Stones, i Sex Pistols, Elton John, i Nirvana, la Motown, il soul, i Public Enemy o i Beatles. E con buona probabilità li ascoltano ancora.
Kevin Burton Smith
Fonte: https://www.musicajazz.it/crime-jazz-nei-gialli-un-falso-storico/
Perché sì, ci vuole coraggio oggi per fare jazz e voler parlare a un pubblico che non sia quello di gente ingessata di mezza età che vede il jazz come uno status di rispettabilità socio-culturale
Fonte: http://www.redbull.com/it/it/music/stories/1331832014329/liberare-il-jazz-intervista-a-yussef-kamaal
Sicuramente negli ultimi anni il pubblico del jazz si è arricchito e “ringiovanito”: oggi tantissimi giovani ascoltano il jazz. Un grande contributo è stato dato da tutti artisti che si sono proposti con questo genere, aprendo la conoscenza delle sue sonorità al grande pubblico. Penso a Mario Biondi, a Sergio Cammariere o a Vinicio Capossela. Dopo il Sanremo di Cammariere l’ho accompagnato in tour e ho visto poi, durante il mio tour, che i suoi fan erano diventati anche i miei. All’estero pensa a come uno come Michael Bublè ha aperto le porte del jazz al mondo…
Fabrizio Bosso, La mia vita in jazz, intervista di Pier Luigi Saggese
Fonte:http://www.facemagazine.it/fabrizio-bosso-la-mia-vita-in-jazz/
“Il problema con molti musicisti oggi è che sono dei copioni.Certo, agli inizi è normale suonare come qualcun altro. Hai un modello, o un insegnante, e impari tutto quel che ti mostra. Ma poi devi cominciare a suonare per te stesso, mostrare che sei un individuo. E i musicisti cosi’ oggi si contano sulle dita di una mano.”
Lester Young
Devo dire che ascoltare qualche minuto di registrazione non rende giustizia ai musicisti. Ascoltare musica è una situazione moto fragile. Molte cose non mi dicono nulla, e allora mi interrogo. “Perche una volta sono insensibile, e quella dopo ricettivo? E’ che sto diventando vecchio e meno sensibile?”. Ma quando ascolto cose che con me hanno già funzionato, per vedere se ancora mi emozionano, sono sempre efficaci: Louis, Lester, Bird, Lennie, Warne, Bach, Bartók, Stravinski
Lee Konitz
Io non mi considero “religioso”, ma se dovessi scegliere una dottrina questa sarebbe la religione della musica e dell’arte. Provo emozioni ascoltando la “Passione” di Bach, la preghiera di un cantore ebreo, il richiamo di un muezzin o ancora la potenza di un gospel di James Cleveland.
Però è la musica in se stessa che per me è fonte di ispirazione ed emozioni. Il mistero e la trascendenza che la musica produce ha una forza immane».
«Musicisti e compositori, nella storia, hanno sempre mescolato forme, stili, generi musicali per dare vita a nuove forme e ibridi interessanti. I legami ci aiutano a capire cosa è stato il passato, ma non aiutano i musicisti di oggi a guardare oltre, soprattutto se ne rimangono schiavi».
Intervista a Uri Caine