Bergamo Jazz 4. Giovani Dinosauri crescono….

Una classe ‘elettrica’……

No, non siamo nel sinistro “Jurassic Park” di spielberghiana memoria. Direi che più che altro siamo nel cortile dell’high school da cui evadono un pugno di giovanissimi, guidati dalla loro giovane prof, ad occhio e croce di prima nomina anche lei. Laura Hurd è una trombettista inglese, con un ragguardevole incarico di insegnamento in una scuola di musica londinese di grande tradizione: i suoi ‘dinosauri’ sono Elliot Galvin al piano ed alle tastiere, Conor Chapin al basso elettrico e Corrie Dick alla batteria.
Nell’asteroide vagante della Brexit da qualche tempo si manifestano fermenti molto interessanti nel campo delle musiche improvvisate di matrice afroamericana: in questo contesto così vivace non è facile per una band di ventenni o giù di lì imporsi sin dall’esordio all’attenzione di un pubblico e di una stampa molto più smaliziati che da noi.
Dave Douglas ha insistito per mesi per averli a Bergamo Jazz, che ha rappresentato la prima sortita dei piccoli rettili in Italia. E bene ha fatto. Ad ulteriore nota di merito per il pubblico bergamasco va notato che l’Auditorium di Piazza della Libertà era completamente pieno, un colpo d’occhio che ha visibilmente emozionato ed intimidito i Dinosaurs e la loro Prof, che hanno ricambiato con una performance concentrata e tesa a dare un saggio quanto più possibile completo ed accurato del loro mondo musicale.
E’ cominciato così un avventuroso viaggio tra spazi ampii e mondi musicali diversi, tutti spontaneamente abbracciati dai Dinoasurs senza quelle calcolate strizzate d’occhio all’ecclettismo artificioso che contraddistinguono anche gruppi più maturi e professionalmente navigati di loro. Tra i tanti fili che compongono questo denso arazzo se ne intravvedono alcuni che rimandano alla tradizione folklorica inglese, che già aveva ispirato molti gruppi rock d’avanguardia britannici degli anni ’70. Altra vena che scorre con evidenza e con fresca spontaneità è quella della prima ondata della musica elettrica davisiana, ma va notato che l’accostamento di elettroniche e strumenti acustici è molto calibrato ed attento.

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Una Prof molto avventurosa……

La leader Jurd dimostra di aver ben meritato la prestigiosa cattedra che occupa mostrando una tecnica trombettistica brillante e sofisticata, sostenuta da un tono limpido e squillante ed al servizio di una fraseggio incisivo e nitido, spesso frammentato da istantanee pause. Non so perché, ma, ‘mutatis mutandis’, il suo approccio fresco e creativo allo strumento mi ha ricordato un poco quello di Mary Halvorson alla chitarra; prendetela per quel che vale.

In viaggio con i Dinosauri….

Nell’alternarsi di fasi liriche e pianamente discorsive con momenti più concitati i sidemen della Jurd la sostengono con grande scioltezza ed efficacia, rara per musicisti così giovani. Tutti veramente bravi e freschi, ma una nota particolare va al pianista/tastierista Elliot Galvin che mi ha veramente stupito per la sofisticazione e l’ingegnosità del suo lavoro allo strumento acustico: abbiamo sentito in rapida successione tesi passaggi fugati, inframezzati da qualche episodio di ‘piano preparato’ e da scorribande tra compatti cluster. Il tutto rivelando una cultura musicale veramente sorprendente per un ragazzo della sua età.
Dopo oltre un’ora di musica densa e mai banale nelle sue intense atmosfere, Jurd ed i suoi Dinosaurs hanno raccolto un caldo e meritato applauso del pubblico che ha sciolto finalmente la palpabile tensione della loro esibizione. Se ne vorrebbero di più di questi debutti freschi e stimolanti da mondi musicali lontani e vitali: speriamo di non dover rimpiangere il criticato Dave Douglas. Milton56

In tanto sfoggio d’arcano poteva mancare una foresta?

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