Cinema Italia in jazz

Per il secondo appuntamento del cartellone  del Festival Valle Christi di Rapallo è andato in scena un film speciale. Film in musica, naturalmente, protagonista il quartetto di Rosario Giuliani, con Enzo Pietropaoli, Luciano Biondini e Michele Rabbia, ed il progetto dedicato alla rielaborazione di celebri colonne sonore del cinema italiano, in particolare di Ennio Morricone e Nino Rota. Ideato come un duo sax/fisarmonica per un tour in Israele che ha riscosso grande apprezzamento, poi evolutosi in quartetto che, nella configurazione di Rapallo ha inciso nel 2016 il cd omonimo per Via Veneto jazz/ Jando, “Cinema Italia” si compone in parti uguali di rispetto per le parti tematiche e melodiche di soundtracks tratte da film di Federico Fellini (La dolce vita, La strada, Otto e mezzo), di Giuseppe Tornatore (Nuovo cinema paradiso) e Sergio Leone (C’era una volta in America) qualche composizione originale (Bianco e nero di Giuliani, introdotta qui da un assorto solo di sax) , e di voglia di giocare, sperimentare ed improvvisare quasi a forgiare una nuova veste , adatta al palcoscenico del jazz, per quelle musiche che tutti abbiamo ascoltato una o più volte. Un aspetto quest’ultimo, reso evidente in diversi momenti del concerto, dal solo di Rabbia con i suoi mille oggetti sonori che ha introdotto “Deborah’ song” al lungo medley che riuniva varie parti tematiche di 8 e 1/2 , uno dei momenti più riusciti del concerto, con un divertente dialogo ironico fra il contrabbasso di Pietropaoli ed il sax di Giuliani. Il quale, in questa veste, nasconde un poco i panni dell’hard bopper per dare spazio al melodista, in efficace gioco di coppia con la fisarmonica di Biondini, pronta ad esaltare le componenti più emotive dei brani con assoli di grande intensità. Completano l’insieme il contrabbasso duttile di Pietropaoli e l’istrionico Rabbia che riesce anche a far suonare una bottiglietta di plastica o un asciugamano. Set non poco afflitto dalla grande umidità della location, suggestiva ma dal clima implacabile, che costringeva i musicisti ad asciugare di frequente gli strumenti, che si è concluso con il bis di Biondini “ What is there what is not”,  in linea con le atmosfere cinematografiche della serata. Prossimo appuntamento il 14 agosto con Emanuele Cisi ed il suo “No eyes” dedicato a Lester Young.

 

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