Idee brillanti… in streaming

Sapete come la penso sull’attuale stasi dell’attività concertistica e sulle ipotesi per uscirne. Dopo una serie di fortunose performances ‘di testimonianza’ fiorite su Facebook, finalmente si sta muovendo qualcosa di più sostanziale.

Proprio stasera parte un’iniziativa che si presenta sin d’ora impegnativa, e sotto molti profili decisamente originale per l’offerta al pubblico.

Con la collaborazione del Jazz Club Ferrara i tre pianisti Alessandro Galati, Alessandro Lanzoni. e Simone Graziano hanno avuto l’idea di organizzare tre serate di musica dal vivo, con una formula che si avvicini il più possibile all’esperienza del concerto in presenza, costruendo con il pubblico una relazione più intensa e ed esclusiva. Innanzitutto chiariamo che questa volta la piattaforma scelta è YouTube, dal momento che l’ambizione è quella di fornire un’ascolto quanto più rifinito e professionale possibile, sia per quanto riguarda i pianoforti dei tre musicisti, sia per quanto concerne le apparecchiature di ripresa da loro utilizzate.

Anche l’impaginazione di quello che si annunzia come un vero ciclo in miniatura è piuttosto inedita: in ogni serata i tre pianisti si alterneranno ciascuno con una propria performance, seguendo però il tema scelto per ciascuno dei concerti in programma. Stasera martedì 19 maggio, alle ore 21, il fil rouge sarà quello della libera improvvisazione. Domani stessa ora sarà la volta di standard tratti dal classico songbook americano, brani senz’altro di grande attrattiva e ben noti agli appaassionati, ma che proprio per questo rapprresentano un’impegnativa e rivelatrice pietra di paragone della personalità di ogni jazzman. Infine giovedì 21 maggio, sempre alle 21, sarà la volta delle composizioni originali dei tre pianisti.
Il biglietto previsto per l’ascolto di tutti e tre i concerti e di €.15,00 e può esser acquistato QUI, da dove si otterrà il link per il collegamento ad un canale YouTube privato e provvisorio (è destinato a durare solo per le serate dei concerti). Ma il progetto ‘Hegel’ (è questo il fascinoso nome scelto per il ciclo) riserva un’altra sorpresa ai suoi sostenitori: i tre musicisti si preparano ad un lavoro di cernita e selezione del materiale che scaturirà dalle tre serate, per poi procedere alla pubblicazione di un album che sintetizzi l’esperienza di ‘Hegel’. Gli spettatori virtuali avranno quindi la possibilità di scaricarlo in formato digitale attraverso piattaforme di streaming (Bandcamp, Spotify..) come bonus incluso nel prezzo del pacchetto complessivo. Non è esclusa in prosieguo anche l’uscita di un cd fisico, nel caso qualche etichetta si rivelasse interessata (e credo proprio che verrà fuori….) .

Che dire? A mio avviso si tratta di un’idea veramente brillante e che spero faccia scuola. Sul piano organizzativo, è un primo passo per rompere il silenzio calato sulle nostre scene, dribblando abilmente le molte incognite di una prossima auspicata ‘riapertura’ degli spazi della musica dal vivo: gravano grandi problemi di organizzazione logistica degli spazi e conseguenti grosse implicazioni di sostenibilità economica (soprattutto per un mondo fragile come quello del nostro jazz) . Senza contare l’interrogativo legato alla disponibilità degli spettatori a rientrare in spazi collettivi tutti da ripensare. AL riguardo, la dimensione di ‘jazz club virtuale’ in cui è poi inserito tutto il progetto mi sembra una scelta decisamente felice.

Sul piano strettamente musicale, è chiaro che i pianisti partono avvantaggiati dal fatto di maneggiare uno strumento completo, capace all’occorrenza anche di una dimensione orchestrale: ma va anche detto che il ‘piano solo’ presenta anche qualche insidia sotto il profilo della sua ricezione da parte del pubblico. Anche sotto questo profilo assistiamo in ‘Hegel’ ad una brillante ‘mossa del cavallo’ che con l’affiancarsi in ogni serata di tre pianisti diversi (e di personalità ben spiccata e già nota al pubblico) porta in dote un gran potenziale di varietà e contrasto che sappiamo esser il lievito della nostra musica; per tacere poi dei tre definiti e ben distinti filoni dei materiali scelti per i concerti. Se poi trasferiamo tutta questa vivacità e dialettica al futuro album, il cerchio si chiude su una proposta largamente convincente sotto tutti i profili (non ultimo quello economico).

Quindi, come i musicisti staranno già armeggiando con i microfoni intorno ai loro pianoforti, anche noi cominciamo a trafficare con i cavetti dei nostri dispositivi per goderci finalmente ben tre sere di fila di musica di qualità. Milton56

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