Nel Nuovo Tempo, macchina ed uomo intessono un dialogo continuo, rappresentazione della gamma dei sentimenti che attraversano i suoi abitanti. “Neuzeit”(RareNoise records) , l’Età Moderna avviata nel XVI secolo nella storiografia, ma in questo caso il titolo per la fotografia di un’attualità sconvolta da eventi rivoluzionari, prova a leggere la straniante realtà in cui siamo immersi, utilizzando il dualismo fra elettronica e voce, quella di una tromba geneticamente modificata che spesso assume le sembianze di un’emissione sonora vocale. Un lavoro realizzato con le modalità a cui molti musicisti sono costretti, ed anche questo è segno simbolico del Nuovo Tempo, ovvero a distanza, a causa della pandemia, con scambio di idee e materiale tramite telefono o posta elettronica, da parte di due artisti provenienti da punti diversi dalla galassia musicale contemporanea, l’uno, Jan Peter Schwalm, dal pianeta elettronico ed ambient, spesso a fianco di Brian Eno, l’altro, Arve Henriksen, dal satellite più avanguardistico del jazz europeo, membro del gruppo scandinavo Supersilent. “Neuzeit riflette il momento del cambiamento dopo una crisi”, dice Schwalm. “Le carte sono rimescolate, sono possibili rivoluzioni in qualsiasi direzione. Ci sono opportunità per rimettere le cose a posto, ma c’è anche un lato oscuro“. Un incontro che pare scritto nel destino, tanto risulta potente ed emotivamente coinvolgente l’effetto di questi otto dialoghi, recanti nel titolo il ricorrente termine di “zeit”, tempo. L’effetto per l’ascoltatore può essere inizialmente straniante, soprattutto a causa del peculiare suono della tromba, molto distante da quello che siamo abituati ad ascoltare dallo strumento naturale, privo di fltri. Ma, assorbita questa peculiarità con qualche ascolto ripetuto, quello che ci viene offerto è l’ingresso in un mondo di emozioni, dove nulla sarà prevedibile. Lo sviluppo di dinamiche dell’iniziale “Blütezeit”, scandita da un beat sottile che gradatamente si evolve in pulsazione più ampia fino a divenire forza propulsiva prorompente, con la tromba che trasforma il proprio suono velato in urlo represso. Il rapporto fra ombra e luce di “Suchzeit“, adagiata sulla aggraziata melodia del finale sottolineata dalla voce. Le atmosfere cangianti della title track, unico luogo in cui compare una vera voce umana, dove convivono musica contemporanea ed industrial. Ed ancora la serenità e la pace di “Raumzeit“, la tensione ed il senso di attesa reso in termini “sinfonici” di “Schonzeit” , le inquiete sospensioni di “Unzeit”. Infine due pezzi di pura poesia sonora, non saprei come altro definirla: “Wellenzeit”, con il suo lento incedere cadenzato dai synths e dal pianoforte, che rappresenta lo scorrere ciclico della vita, fra quiete e concitazione, e “Zeitnah” ovvero “presto”, scandita con i toni di un’invocazione, nella quale si può avvertire tutta la sofferenza ed il dolore dell’uomo contemporaneo, una preghiera che questo “nuovo tempo” finisca nel più breve tempo.
In”Neuzeit“, Schwalm con i suoi fondali elettronici, i rintocchi sintetici, il pianoforte, ed Henriksen con la sua tromba/voce, riescono a rappresentare tutto questo, come solo la vera arte è in grado di fare.
Elegia per il Nuovo Tempo. Jan Peter Schwalm & Arve Henriksen

Interessante. Io ricordo il “fenomeno” contrario, di fiati o archi che sembravano voci umane, soprattutto nella musica classica. Senza offesa per l’elettronico e per l’avanguardista, com’è il gruppo scandinavo Supersilent? Mi interessa anche quell’area, ma ho difficoltà a trovare cose buone. Grazie
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Supersilent quartetto poi trio norvegese molto free con largo uso di elettronica.titoli e grafica minimalista per credo 14 album incisi per lo più con Rune Grammophone.se ti interessa un genere vicino a Neuzeit ti consiglio gli album di David Sylvian che progressivamente ha portato le sue canzoni verso l’avanguardia con risultati quasi sempre notevoli.
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