Questa rovente estate sta lentamente ‘svoltando’, non solo dal punto di vista meteorologico, ma anche da quello musicale. Se devo esser sincero, ho il ricordo di stagioni più piene e stimolanti, anche comprendendo le due estati di tregua dell’epoca Covid, in cui forse la precarietà delle occasioni spingeva pubblico e musicisti a vivere più intensamente ogni spiraglio che si offriva per creatività ed emozione.
Ragione di più per afferrare le ultime occasioni di ascolto che ci vengono offerte, anche perché l’autunno e l’inverno che ci aspettano si presentano densi di gravi incognite per il settore della musica e dello spettacolo, già duramente provati dalla pandemia. Ancora una volta, la loro sopravvivenza è in gran parte affidata al sostegno attivo e visibile del pubblico, che nuovamente dovrà dar prova di saper mettere tra parentesi disagi ed incomodi.
Ma ritorniamo alle ultime fiammate di questa lunga estate. Dopo la conclusione delle classiche tourneè europee dei musicisti d’oltreoceano, l’attenzione si focalizza sulla nostra scena nazionale. In questa fase il rischio di rinchiudersi in una prospettiva autarchica dominata dai ‘soliti noti’ di cui si parlava pochi giorni fa è forte, ma per fortuna c’è chi sa sfuggire a queste logiche dando spazio a gruppi e musicisti di valore già riconosciuto, ma che non si ascoltano con la frequenza e facilità che meriterebbero.
Cominciamo da Ponte in Jazz, rassegna che si svolgerà in tre venerdì successivi (16, 23 e 30 settembre) a Ponte S.Pietro, in provincia di Bergamo. La bergamasca è da decenni un humus molto fertile ed ospitale per il jazz, tanto è vero che continua a crescere talenti largamente riconosciuti. Il primo appuntamento di venerdì prossimo riguarda proprio una recente scoperta, la batterista Francesca Remigi ed il suo trio GoGo Ducks. Il successivo venerdì 23 sarà di scena un’autentico veterano della scena jazzistica italiana, Tino Tracanna che con il suo Double Cut metterà in campo un originale quartetto con una frontline di due saxes (il suo e quello di Massimiliano Milesi), sostenuta dal basso di Giulio Corini e dalla batteria di Filippo Sala. Occasione di ascolto rara non solo per la singolarità della formula, ma anche perché Tracanna (a mio avviso musicista di grande serietà ed impegno, testimoniati da un palmares veramente invidiabile) recentemente risulta molto impegnato sul fronte dell’insegnamento. Si conclude il 30 settembre con un altro esempio di coerenza e tenacia: Daniele Cavallanti guiderà il suo sperimentato ‘World of Sound Quartet’ , un gruppo che si dedica all’evocazione delle musiche di Joe Henderson, Sam Rivers, Ornette Coleman, Archie Shepp ed altri caposaldi della musica che più black non si può. Vista nell’attuale panorama italiano, si tratta di scelta molto impegnativa e soprattutto significativa, questa del leader dell’inossidabile Nexus, che oltre a valersi del basso di GianLuca Alberti e della batteria di Toni Boselli, trova un vero asso nella manica nelle ance di Francesco Chiapperini, musicista per cui ho notoriamente una personale predilezione che non ha mai conosciuto delusioni. I concerti sono gratuiti, in assenza di sito web per informazioni e prenotazioni si fa capo alla Bibilioteca Comunale di Ponte S.Pietro, telefono 035 6228611, mail biblioteca@comune.pontesanpietro.it. La rassegna è stata ideata ed organizzata da un altro veterano di cose jazzistiche, Roberto Valentino, che da anni cura la comunicazione di grandi festival jazz italiani, Bergamo in testa.
Ahimè, devo fare ammenda per non aver intercettato in tempo il bel cartellone del Firenze Jazz Festival, che ha già conosciuto nello scorso weekend un prologo che ha visto sfilare tra gli altri Antonello Salis, il Subconscius Trio con anche qui Francesca Remigi, Marco Colonna Trio, Stefano Cocco Cantini e Francesco Maccianti Quartet e, dulcis in fundo, il formidabile Eternal Love di Roberto Ottaviano. Per fortuna il programma continua questa settimana con Rosa Brunello, Federico Calcagno e Francesca Remigi (gettonatissima…), un nuovo quartetto del brillante bassista Michelangelo Scandroglio, Dimitri Grechi d’Espinoza, Michele Tino & Sofia Tomelleri duo, Nazareno Caputo trio, Ferdinando Romano Trio, lo splendido duo Hamid Drake-Pasquale Mirra ed ancora altri nomi. Tra l’altro mi sembra che il festival si svolga in luoghi di notevole fascino, come potrete vedere qui : da una regione vispa e jazzisticamente agguerrita come la Toscana non ci si aspettava di meno. Come si vede, una manifestazione che scommette con decisione ed evidenza su molte voci nuove, che non hanno mancato sin dagli esordi di raccogliere consensi. Tra i quali anche i nostri: provate ad inserire nella finestra ‘Ricerca’ in fondo alla nostra pagina i nomi di Scandroglio, Romano, Calcagno, Caputo, Brunello e fate caso alle date degli articoli. Fine autopromozione in conflitto d’interessi, buoni ultimi stiamo facendo un po’ di pratica anche noi….
Nel raccomandarvi di fare buona provvista di musica, oltre che di maglioni e coperte, mi riservo di tornare in argomento festival con una breve panoramica su JazzMi 2022: argomento che merita qualche riflessione in più originata da alcune opinioni negative già emerse, che a mio avviso necessitano di un certo inquadramento e puntualizzazione. Il ‘dibbatttito’ incombe, quindi ‘stay tuned’ … 😉 Milton56