Esce il prossimo 24 Giugno il “nuovo” disco di Massimo Urbani. Le virgolette sono dovute, perchè ovviamente si tratta di una registrazione inedita di un concerto che viene pubblicata in occasione del trentennale della scomparsa del sassofonista romano, avvenuta nel 1993 a soli 36 anni.
Si tratta della ripresa del concerto tenuto alla Tavernetta di Bologna, il 15 dicembre del 1982 in quintetto con Pietro Tonolo, Riccardo Zegna, Luciano Milanese e Gianni Cazzola, che proprio il batterista ha recuperato dagli archivi per la pubblicazione a cura della rinata Red Records, l’etichetta di alcuni degli storici dischi di Urbani, grazie all’iniziativa dell’ Associazione MUJIC, “Monterosi per Urbani Jazz Informazione e Cultura”, costituita nella località dove Urbani riposa. Il Presidente Luca Marino, la racconta così : “Senza Gianni Cazzola, questo disco non sarebbe stato pubblicato. Quando, a cose fatte, si è trattato di scrivere qualche riga su quei ricordi per il libretto, Gianni si è commosso, ci siamo commossi assieme, e mi ha detto: «guarda scrivi tu per me…è stato un periodo bellissimo, ci siamo voluti veramente tanto bene e lui era, era…un “grande, grande, grande” come nella canzone di Mina. Non riesco a dire altro.» Ma altri ringraziamenti vanno tributati a Pietro Tonolo, che con pazienza mi ha supportato in questo lavoro con la selezione dei brani e che ringrazio infinitamente, a Maurizio Urbani, il quale sentendo i brani commentò «belle registrazioni, mio fratello era veramente in forma qui. Vai ‘man’ pubblica tutto». E poi ancora a Gianni Grassilli e Giuseppe Lo Bue, maestri del sound engineering, che si sono offerti per il lavoro di “ricostruzione” delle tracce per renderle fruibili in alta qualità, ed a Marco Pennisi e alla Red Records che non ha esitato un solo minuto ad affiancarmi e decidere di produrre e distribuire l’opera “.
La registrazione, restaurata con risultato in gran parte ammirevole per presenza e dettagli, fotografa una serata con la stessa formazione che qualche mese prima aveva prodotto il disco “Go Max Go” con in più la partecipazione di un giovane Pietro Tonolo: una bop machine che gira a pieno ritmo per oltre un’ora di musica fitta di dialoghi fra i due sax, il tenore di Tonolo e l’alto di Urbani, e dei creativi assoli del pianoforte di Riccardo Zegna supportata dall’affidabile passo della ritmica con il walking del compianto Luciano Milanese e la batteria essenziale di Gianni Cazzola. Solo cinque brani dalle durate esuberanti, necessarie a contenere tutto il fuoco espressivo di Urbani e dei suoi compagni.
Si parte con passo felpato dallo standard “I’ll Remember April” chiusa in solitaria dal sax alto, per proseguire con una “Blue train” divisa a metà fra i soli di Tonolo ed Urbani e con un emozionante momento solista anche di Milanese, si esplora il tema di “Blue’n Boogie “di Gillespie con tutte le armi espressive a disposizione del quintetto, quindi la scaletta vira nella chiave latin di “Recorda me” di Joe Henderson e si conclude con una “Snappin’out” di Hank Mobley condotta inizialmente in scioltezza dal groove della ritmica e quindi occasione per una torrenziale improvvisazione di Urbani.
“30” è un bellissimo modo per ricordare l’arte di Massimo Urbani, un momento felice che trova eternazione su supporto sonoro grazie a coloro che non hanno dimenticato quella parabola di vita e musica bruciata troppo in fretta e fanno tutto il possibile per tenerne vivo la memoria.
” Quando, nel 2019, abbiamo fondato l’Associazione MUJIC, acronimo di “Monterosi per Urbani Jazz Informazione e Cultura”, – racconta ancora Marino – non credevo che si potesse trovare un così grande entusiasmo, non solo nella cerchia dei musicisti jazz, nel voler partecipare, ognuno a suo modo, contribuendo a creare delle occasioni per celebrare Massimo Urbani. Come un sassolino che cade dalla cima di una montagna e nella discesa raccoglie altri sassi, fino a diventare una valanga, così mi sembra che accada quando proponiamo un’iniziativa dedicata a Max: da una semplice idea iniziano a palesarsene di nuove con proposte di collaborazione da persone spinte soltanto dall’amore e la stima nei confronti del «man». È questo il caso della produzione discografica che avete tra le mani. “
il 24 è il compleanno di una persona a me cara, ottima data per farlo uscire…so cosa regalare!
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mi sembra una buonissima idea! 😀
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Questa uscita davvero rincuora. Primo, perchè riporta l’attenzione su uno dei più generosi e dotati ‘jazzisti selvaggi’ degli anni ’70 e ’80 (le cui file si stanno rapidamente assottigliando, presto li rimpiangeremo a calde lacrime). Gli ascoltatori di oggi rimarrannno sorpresi dall’energia e dalla passione che circolava sulla scena di allora, quando c’era solo il ‘jazz in Italia’ e non il chimerico ‘jazz italiano’. Secondo: si conferma la bella grinta della Red Records 2.0, che con calma e determinazione sta piazzando una dopo l’altra tutte le mosse giuste per ritornare ai fasti passati. Manca solo qualche nuova produzione in più, ma per quella bisogna guardarsi intorno con attenzione nella scena italiana, non c’è molto che quadri con la linea della label. ‘In Taurean Way’ di Morgera è stato un bell’esordio. Magari si potesse guardare aanche al di là dell’Oceano, pur con tutti i problemi di oggi…..Milton56
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Grazie mille per questo articolo. Come dicevo…anche tu fai parte di questa “valanga”.
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