L’Arte di Art Pepper – “Art of Art” (Red Records)

ART PEPPER – Art of Art – Red Records – Supporti disponibili: LP/ CD

Il Record Store Day 2024 ci ha portato in dote questa incisione tecnicamente superlativa, tratta dagli originali nastri analogici del Maxin Studio di Milano e ritorna così sui nostri impianti stereo il mito di Art Pepper, colto dal vivo all’Estate Jazz di Genova nel giugno 1982, un anno prima della sua scomparsa, e per la prima volta il contralto californiano finisce sulla gloriosa etichetta RED, che continua a pubblicare gran belle cose, sia in ottica di rilancio del catalogo, sia scovando pepite assai preziose, come in questo caso. Abbiamo ascoltato la versione CD, ma la lussuosa versione in LP numerata merita, anche in questo caso, più di un pensierino, tenuto conto anche dell’alto livello del packaging, della cura dei dettagli, con le foto applicate a mano, ecc.

Con l’inseparabile Laurie. Il cui sito è un memoriale con una montagna d’informazioni: https://lauriepepper.net/index.html

Ancora una volta gli è a fianco il pianista George Cables, ineludibile co-protagonista della fase finale della carriera del contraltista, il cui ritorno sulle scene sul finire degli anni ‘70, dopo guai a non finire legati a detenzioni e tossicodipendenze, inquadra un periodo dorato e fecondo, documentato dagli albums Galaxy, in cui la brillantezza tecnica degli anni d’oro anziché incrinarsi si dispiega in mutevoli colori, si carica di dramma, la musica viene squassata da uno spessore emotivo inaudito e commovente. In verità Pepper aveva continuato ad aggiornarsi, impressionato da Coltrane, attento ascoltatore delle evoluzioni di Konitz, con l’urgenza espressiva di chi vedeva scorrere velocissima la sabbia dalla clessidra, e pronto a mettersi completamente a nudo sul piano emotivo, com’è facile rilevare dagli assoli, di lunghezza impressionante in questi lives, e di un livello medio incredibile per fantasia, velocità ed intensità.

Il repertorio del concerto genovese comprende 5 lunghi brani, come si usava all’epoca, e si apre con “Blues For Blanche”, dedicato non ad un’antica fiamma ma all’amata gatta, un brano proposto spesso in concerto che vive tra spunti in velocità parkeriani e un’espressività ed un nitore shorteriano nel chiudere il solo per lasciare ampio spazio alla ripresa di Cables che con il suo eccellente trio, David Williams al basso e Carl Burnett alla batteria, sviluppa ed innerva con acume le idee disposte da Pepper in apertura, riportando il brano in territori saldamente blues. Il secondo brano è “The Trip”, un altro blues composto nelle carceri di San Quintino nel 1963 e già documentato da un LP con lo stesso titolo che vedeva alla batteria Elvin Jones. Pepper qui è rilassato e ci piace immaginarlo di buonumore, visto il brio con cui inanella una serie di assoli al contempo diretti ed estremamente sofisticati.

E’ quasi da infarto l’apertura dell’unica ballad, con un minuto e mezzo d’intro in solo prima del tema di “Over The Rainbow” (cliccate sulla preview sottostante) che manda in sollucchero la platea genovese, e noi oggi, quarant’anni dopo.

Somewhere over the rainbow / Bluebirds fly / Birds fly over the rainbow / Why, then, oh, why can’t I?” …Art Lives!

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