La Cuneiform di nuovo in pista.

Riaperto il back catalogue dell’etichetta statunitense ed al via una nuova avventurosa stagione.

In altri lidi, qualche mese, fa avevamo dato l’annuncio della sospensione delle attività in casa Cuneiform Records, una delle etichette discografiche più interessanti nel vasto settore delle musiche inclassificabili, che spesso hanno a che fare, in via diretta o indiretta, con il jazz. La buona notizia è che l’anno sabbatico di Mr.  Steve Feigenbaum, fondatore e deus ex machina della casa, dedicato ad un profondo ripensamento delle attività in un’epoca di crisi della musica “provata molto”, suonata, registrata ed incisa su supporti fisici, come piace a lui, si è interrotto prima del previsto, riavviando la giostra di quel catalogo immaginifico che conta ormai centinaia di giri/ titoli. Qualche mese fa c’era stata la timida uscita digitale dei due album Thumbscrew (Michael Formanek / Tomas Fujiwara / Mary Halvorson) poi editi in formato fisico, “Theirs” ed “Ours”, accolti con grande entusiasmo dai fan dell’etichetta di Washington DC e dell’occhialuta chitarrista. Oggi l’annuncio ufficiale della ripresa delle pubblicazioni, con la ristampa in formato HD di vecchie registrazioni del chitarrista Steve Tibbets, le reissues di diversi titoli del cantante e fisarmonicista  Alec K. Redfearn con il gruppo The Eyesores , insieme ad  un nuovo lavoro “ The Opposite” in linea con l’allucinato stile folk futurista dell’autore. In arrivo a Novembre anche il jazz-rock francese dei Forgas Band Phenomena (l’oreille électrique) e d il rock cameristico degli statunitensi Far Corner (Risk) . Ma la novità più interessante per i jazzofili e dintorni è la pubblicazione, a cadenza settimanale, di un denso programma di ristampe tratte dagli archivi Cuneiform in formato digitale. Se si ha l’accortezza di seguire la puntuale newsletter settimanale, sarà facile imbattersi, con il limitato esborso di 5$ , nelle versioni digitali di albums importanti o fondamentali del jazz rock britannico (Elton Dean, Hugh Hopper, Pip Pyle, Nucleus) in capolavori di Rob Mazurek con i Sao Paolo Underground, o nell’obliquo jazz dei Claudia Quintet. Inframezzati, naturalmente, con lavori della più disparata provenienza geografica , dall’avant rock svedese al brutal prog firmato Ahleuchatistas, dai pionieri dell’elettronica  Mother Molland Portable Masterpieces al minimalismo punk dei Birdsongs of the Mesozoics. Tutto (o quasi) il fantasmagorico mondo immaginato e costruito da Steve Feigenbaum, vero visionario della musica.

 

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