Si completa cosi’ la mutazione del festival da Jazz a pop, con conseguente definitiva trasformazione del pubblico pagante. Difficile immaginare che appassionati che hanno seguito nel corso degli anni Miles, Mingus, Ornette, Dizzy, Jarrett e Rollins , giusto per fare alcuni nomi, possano prendere sul serio Max Gazzè.
Nessun problema, Umbria Jazz continua il suo percorso di sanremizzazione e gli appassionati, perlomeno quelli della mia generazione, prendono atto che ci sono altri festival e altri luoghi più consoni alle loro passioni. Lasciamo pure che i soliti ben informati ci chiamino puristi, il problema è che abbiamo troppo rispetto di Dio per pensare che affidi missioni cosi’ improbabili.
Si completa il programma dell’Arena Santa Giuliana con in concerti del 12, 19 e 21 luglio.
12 luglio
ALEX BRITTI & MAX GAZZÈ special guest MANU KATCHÈ
“In missione per conto di Dio”
ROBBEN FORD
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19 luglio
KAMASI WASHINGTON
SNARKY PUPPY
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21 luglio
A CHRISTIAN MCBRIDE SITUATION
LAURYN HILL
McBride in compagnia sinceramente molto imbarazzante… comunque a mio avviso i problemi sono due:
– esiste un pubblico molto abbiente per il quale la musica è solo una tappezzeria con cui arredare il ‘salotto buono’ dell’anima. Ahimè si tratta di miei coetanei, che dal punto di vista della maturazione musicale non hanno nessuna attenuante, al contrario dei ragazzi di oggi a cui il mercato di massa propone quasi solo i cloni di X Factor e similia: loro hanno avuto tante occasioni di buona musica;
– è giustificabile che questa sorta di versione di lusso de ‘La Rotonda sul Mare’ debba esser finanziata con denaro pubblico, considerato tra l’altro il livello dei prezzi di questi concerti ed il fatto che ormai buona parte del budget verrà assorbito dalla costosa messa in scena che essi richiedono (viceversa del tutto assente nei concerti del ‘vecchio’ jazz)? Milton56
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… ah, un’ultima cosa. “Jazz” sarà una parola impolverata, limitativa, fuori di moda, forse anche controversa… Ma dietro ci sono pur sempre 100 anni di storia e tante vite dure e difficili. Purtroppo non è uno dei tanti futilissimi ‘marchi registrati’ legalmente tutelati e chiunque voglia impreziosire la sua mercanzia può farne quel che vuole, è commercio. Ma per quanto mi concerne appunto come acquirente PAGANTE di musica comincerò d’ora in poi a trarre le dovute conclusioni (in termini di acquisto) nei confronti di chi tra le fila dei musicisti creativi continuerà a flirtare con iniziative dove si fa uso disinvolto di questa paroletta ‘jazz’, soprattutto mettendo in mezzo logore retoriche sulle virtù di ‘fusioni’, ‘ibridazioni’, ‘intersezioni’ è fumosita’ varie proclamate a fini di promozione e destinate a manifestarsi soprattutto al botteghino. Milton56
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