Bill Frisell – Epistrophy (ECM)

BILL FRISELL & THOMAS MORGAN
Epistrophy
ECM / Ducale
Prezzo € 19,00

Nuova sortita griffata ECM per il celeberrimo chitarrista di Baltimora, che pubblica una sorta di “Live at Village Vanguard Vol.2” con il bassista Thomas Morgan, che da tempo ne accompagna l’estro e che duettava con il chitarrista anche nel precedente live “Small Town”, uscito sempre per l’etichetta tedesca nel 2017 ed afferente alle stesse serate.

La strada battuta dal duo è, ovviamente,  presso chè identica al precedente episodio, cambia, ma non di molto, il repertorio e, come suggerisce il titolo e la copertina stessa (un quadro dell’artista californiano Charles Cajori anch’esso intitolato “Epistrophy”), il focus di questo concerto viene posto sui 15 minuti centrali in cui vengono proposte, con il consueto acume, due esecuzioni monkiane: la stralunata ballad “Pannonica” a seguire la spigolosa, celebre title track.

Non potevano mancare le ormai classiche riletture cinematografiche dal songbook americano “à la Frisell”, che includono in questo caso anche il baldanzoso “cowboy sul suo bianco cavallo” (“Red River Valley”), brano che strimpellavamo malamente tra gli scouts quando avevamo i calzoni corti e qui tornato in sella, un brano dagli amati soundtrack di James Bond (nel precedente era toccato a Goldfinger, questa volta è il tema di “Si vive solo due volte”), e ancora un Sinatra d’annata, una limpida “Lush Life” strayhornana, il folk della delicata “Wildwood Flower” che stempera, in un sorridente medley, in “Save The Last Dance for me”, incursioni popolari ormai classiche di un artista che da un trentennio (!) lavora su questi repechage che stuzzicano una memoria condivisa e riconoscibile di primo acchito.

frisell morgan

Il disco, che si allontana un poco dalla classica estetica ECM, trova poi uno dei suoi momenti più alti nel fraseggio, assai libero e avventuroso, di “Mumbo Jumbo”, brano dell’indimenticato sodale Paul Motian, con Morgan e Frisell che viaggiano brillanti ed empatici, ispirati come non sempre accade nel resto del “Live”. E allora possiamo sommessamente farci carico di una piccola istanza: dopo ripetuti episodi solistici e in duo, dopo lo sciorinare di tanto solipsismo si sente in modo davvero netto la mancanza di un asso dei tamburi stimolante e musicale proprio come Motian,  un propellente insomma, in grado di far decollare verticalmente il nostro Bill, che tende a procedere su ben note rotaie western oriented, senza nessuna incursione indiana a disturbarci minimamente, anzi nel nostro vagone ristorante il panorama piatto scorre via soporifero dal finestrino, mentre, senza sciuparne una goccia, alacri camerieri ci riempiono tazze della bevanda dorata preferita da CoccoBill. (Courtesy Of AudioReview)

(6.5/10)

Coccobill

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