Foto di Edoardo Tomasi.
Garda Jazz 2019 apre i battenti con i concerti più importanti e ci offre la musica della giovane trombettista e cantante Andrea Motis con il suo quartetto: Josep Traver alla chitarra, Joan Chamorro al contrabbasso e Esteve Pi Ventura alla batteria.
La giovane artista spagnola ripropone dei brani dai suoi ultimi due album, rispettivamente per la Impulse e la Verve Records (Emotional Dance e Do Outro Lado Do Azul).
Con Chega De Saudade la Motis omaggia la bossa nova e la musica brasiliana: quartetto molto unito e compatto da cui scaturisce un immediato interplay ed una gioia sospesa e coinvolgente. Una voce suadente e leggera che non testimonia la giovane età dell’artista appena ventunenne. Il fraseggio della tromba ricorda a tratti la dolcezza e la fragilità di Chet Baker. Oltre alle tracce originali dei vari album gli omaggi non si fanno aspettare, Señor Blues, scritta da Horace Silver, è un’ottima palestra per Traver per restituirci la forte connotazione soul del timbro della sua chitarra.
La Motis si trova a suo agio sia nelle ballad che nelle bossa nova più complesse.
I Didn’t Tell Them Why, scritta dalla Motis, permette all’artista di manifestare le proprie abilità sempre rimanendo ancorata al jazz mainstream. Da segnalare la bella cavata del contrabbasso di Joan Chamorro nella cui band la trombettista ha mosso i primi passi. Ain’t No Sunshine di Bill Withers scatena l’anima soul di Traver e di tutta la band.
Con Mediterráneo, di Joan Manel Serrat, la cantante omaggia uno dei più importanti cantautori spagnoli.
Il concerto si chiude con un classico standard, Estate di Bruno Martino, che si adatta perfettamente alla corde della cantante spagnola.
Una serata piacevole, complice la splendida cornice del Castello di Arco, che ci ha offerto la possibilità di incontrare un talento unico che man mano sta scoprendo le diverse declinazioni della parola jazz.