Le uova a colazione e la buona digestione
Ricordo a tal proposito di un festival parigino, in pieni anni 60, al quale fu invitato a partecipare tale sassofonista Archie Shepp (all’epoca era di moda il Free Jazz, una musica molto libera ed espressionista) e proprio quella sera tra il pubblico sedevano il pittore Mirò e il filosofo H. Marcuse. Costui, affascinato da questa forma d’arte primigenia, quasi scaturita dall’Es, si sarà di certo speso nella catalogazione delle concause che hanno spinto l’essere umano nel 1963 d.C. ad esprimersi così selvaggiamente.
Intanto Shepp era sul palco fradicio di sudore, impegnato a trarre da quell’ottone urla stridenti, frasi tutte aggrovigliate, lamenti di vario genere. Eppure quello che Shepp voleva dire non poteva essere ridotto in parole, era la sua condizione di nero nell’America del dopoguerra, l’Africa, la libertà, il sesso, il rapporto con la madre, la sua vita, le uova a colazione, nulla di tutto questo, il sole dalla finestra, la… Appunto: non può essere ridotto in parole; talvolta le parole sembrano solo lontananze su lontananze.
Questo per dire che il jazz, per quanto appaia una musica cervellotica e repulsiva, che necessita di una buona digestione e rielaborazione, in realtà è molto più vero di quanto sembri, e le vite dei suoi protagonisti ne sono testimoni.
Fonte: https://www.lasepolturadellaletteratura.it/charlie-parker-trionfo-della-morte/
Commento :
Integrazione
Oltre ai già annunciati nomi altisonanti del panorama jazz mondiale, quali La Burnt Sugar the Arkestra Chamber, Greg Tate, Matthew Shipp, Rob Mazurek, il cartellone della trentaquattresima edizione di “Ai confini tra Sardegna e jazz”, il festival internazionale allestito da Punta Giara, si arricchisce di un altro nome di punta, questa volta tutto italiano: Giovanni Allevi.
Saranno così due i concerti nell’isola del pianista originario di Ascoli Piceno. Dopo la data del 31 agosto a Bauladu per il festival Dromos (in tandem con il Du-Bauladu Music Fest) Allevi arriverà a Sant’Anna Arresi il 2 settembre per un live in piazza del Nuraghe. Anche Allevi rispetterà il tema “The new sound of Porgy and Bess”, rivisitazione personale dei singoli artisti presenti al festival basandosi sull’opera “Porgy and Bess”, tratta dal libretto di DuBose Heyward e musicata da George Gershwin. Una controversa opera musicale, caratterizzata da una storia contrastata sin dai suoi esordi, tacciata di razzismo sia dalla comunità bianca che da quella nera di quegli anni.
I temi quali l’accoglienza e l’integrazione sono sempre stati cari e dei punti fermi sin dall’ideazione del festival Jazz internazionale “Ai confini tra Sardegna e Jazz”
Fonte: http://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2019/08/05/news/il-ritorno-di-allevi-1.17862908
Commento : L’accoglienza non si nega a nessun essere umano, leghista compreso, ma in quanto ad integrazione per Allevi la vedo difficile. Il pubblico che frequenta il festival non ha nessun motivo per andare al suo concerto e, credo, gli stessi musicisti avranno qualche problema a rapportarsi al vanesio cappellone. Peccato non esserci…
Sarà vero ?
….Il problema oggi è che i giovani americani, quelli che fanno jazz, sono noiosi
Sta parlando di Steve Lehmann ?
Si. Lui e tanti altri sono incredibilmente bravi, teoricamente, tecnicamente. Sanno tutto. Suonano su tempi impossibili ma è musica che non mi dice niente. Che non mi tocca, mi annoia.
Il jazz non è più in America ?
Il jazz si è sempre mosso. E’ nato a New Orleans, si è spostato a Chicago, Saint Louis, Kansas City, New York e oggi vive in Europa, dove sta nascendo una musica afro-europea, figlia dell’immigrazione africana. In Europa oggi si sta ricreando la stessa situazione che c’era in America all’inizio del secolo con sincretismi musicali diversissimi fra loro. Ma per vedere un risultato bisognerà aspettare ancora.
Il jazz soffre di troppa tecnica ?
Spesso si. Un sassofonista bravo come Mark Turner nel disco che ha fatto con me (New York Days, ECM 2009) suona con un canto incredibile, melodie bellissime, ma quando fa la sua musica diventa incomprensibile. Parlo per me
Intervista a Enrico Rava di Helmut Failoni su La Lettura di questa settimana