«Incontrai Gato Barbieri la prima volta nel 1965, era appena arrivato a Roma. Lui già suonava benissimo ma non lo conosceva nessuno. Iniziò a lavorare molto presto, ma solo come musicista negli studi della Rai. Non ricordo esattamente quando ci incontrammo, so che dovevo registrare due colonne sonore e avevo bisogno di bravi musicisti in fretta e quindi lo ingaggiai. Gato aveva un aspetto gradevole, era calmo e gentile. A quell’epoca era facile scambiarlo per un impiegato, con i capelli corti perfettamente tagliati e sempre vestito con eleganza, senza quel cappello nero che tutti oggi conosciamo come caratteristica del suo look. Qualche anno dopo, ebbe la sua grande chance: fu chiamato a comporre la colonna sonora per “Ultimo Tango a Parigi” di Bertolucci. In quell’occasione mi telefonò, chiedendomi se potevo curargli gli arrangiamenti, poi al momento di iniziare a lavorare non ebbi più notizie. In seguito seppi che, senza sorprendermi più di tanto, gli arrangiamenti li avrebbe curati nientemeno che Oliver Nelson!
Piero Umiliani
Sono passati ormai tre anni e oltre dalla scomparsa (2 aprile 2016) di Barbieri ma la sua memoria ed il suo timbro unico continuano a essere presenti nella memoria collettiva degli appassionati. Nel primo compact accompagnano Gato Barbieri ben tre futuri componenti del Perigeo, ovvero Giovanni Tommaso, Franco D’Andrea e Bruno Biriaco.Il compositore delle due colonne sonore è Piero Umiliani, questo disco, pubblicato solo in Italia dall’etichetta Liuto Records nel 1990 è ormai fuori catalogo ed una rarità che solo in rete e grazie ad alcuni appassionati è possibile ascoltare. La compilation raccoglie i brani registrati per le colonne sonore di due film: il lato A contiene le musiche di “Una bella grinta” del 1965, diretto da Giuliano Montaldo; il lato B quella di “Sweden Heaven and Hell” (uscito nelle nostre sale col titolo “Svezia, Inferno e Paradiso) del 1968, per la regia di Luigi Scattini.
Tracciare il profilo musicale e artistico di Gato Barbieri ruberebbe troppo spazio. Il web pullula di biografie e discografie. Ricordiamo solamente la sua parentesi italiana, quella legata al suo soggiorno romano, in occasione del quale il sassofonista argentino collaborò – tra gli altri – con Ennio Morricone, Giorgio Gaslini e, per l’appunto, Piero Umiliani, proprio per le colonne sonore di questi due film. Inutile ricordare che suo è l’assolo di sax in “Sapore di sale” di Gino Paoli, così come suo è il sax nella colonna sonora di “Ultimo tango a Parigi” del 1974. Ma veniamo al disco in questione. Sottolineo innanzitutto la netta differenza fra le due facciate, ben conscio che tra le due intercorrono tre anni e che le esigenze legate alle immagini dei due film sono assolutamente diverse: decisamente jazz canonico la side A, nel rispetto degli schemi classici, dove il sax di Gato Barbieri duetta con la tromba di Enrico Rava. Li sostengono la potente sezione ritmica contrabbasso-batteria di Tommaso/Briaco e il fraseggio del pianoforte dell’ottimo Franco D’Andrea che si prodiga anche in numerosi assoli.
Diversa la Side B, suonata con una differente formazione, assente Franco D’Andrea, sostituito al piano da Piero Umiliani e integrata dalla chitarra di Enzo Grillini. Le atmosfere cambiano quasi radicalmente, ed è proprio la chitarra di Grillini ad aprire Sleep Now Little One, cantata da una bellissima voce femminile, purtroppo non accreditata sul disco. Il brano è delicatissimo, di una bellezza quasi struggente (Barbieri qui è assente). Il sax apre e domina invece Solitudine, ripresa più volte, qui suonata in trio con Giovanni Tommaso e Bruno Biriaco. Solitudine 2 è interamente giocata dall’organo Hammond di Antonello Vannucchi. In alcune tracce fanno la loro comparsa anche gli archi dell’orchestra diretta da Piero Umiliani.
“Il grande successo di “Ultimo Tango a Parigi”, a mio parere, non è derivato da Gato come compositore ma da Gato come sassofonista. Nonostante qualche altra possibile occasione non lavorammo più insieme perché oramai anche io ero impegnatissimo con il mio lavoro. Sui due film che abbiamo fatto insieme non c’è molto da dire. La musica per “Una Bella Grinta” è stata realizzata con un quintetto, ed è una delle più jazz della mia carriera. C’è un aneddoto invece che riguarda “Svezia, Inferno e Paradiso”, l’altra mia colonna sonora nella quale ha suonato Gato. Nel finale i violini dovevano essere aggiunti elettronicamente, cosa inusuale all’epoca dato che eravamo alla fine degli Anni 60. Avevo costruito una specie di strumento, un registratore Ampex a 16 piste dotato di tastiera. Suonando la tastiera i violini erano registrati su ogni canale. Gato mi chiese di cos’era e io non sapendo dare un nome al marchingegno lo chiamai “Sarchiapone” una parola nonsense entrata nella storia grazie a una gag comica di quegli anni. In questa soundtrack c’è anche la canzone, “Sleep Now, Little One” cantata da Lydia McDonald che Gato ha reinterpretato in versione strumentale, dandogli una impronta diversa al punto che cambiammo anche il titolo in “Solitudine”».
Piero Umiliani
La musica che si ascolta dal primo dischetto è ancora attualissima e fresca, a riprova del talento dei musicisti, nel secondo compact la musica, pur non soffrendo eccessivamente le rughe del tempo, è meno omogenea e probabilmente più funzionale come colonna sonora che come ascolto svincolato dal film. Per questo piccolo cadeau natalizio ai nostri lettori debbo innanzitutto ringraziare due blog che, in tempi diversi, hanno postato gran parte dei testi (e delle fotografie) che state leggendo ed il link per scaricare i due compact. Si tratta di Jazz from Italy (post pubblicato nel 2015) e Verso la Stratosfera (post del 2016).
Link per scaricare gli album: https://mega.nz/#!TAMmARIb!bL3EyJfvzdwdAenGm9x-uZZVw1VWnSJMTLWpCg3UoKE