Finisce l’anno con una notizia molto triste per gli amanti del Jazz, si è infatti spento Vic Juris (1953-2019), chitarrista di classe innata, un vero luminare dello strumento che solo pochi mesi fa aveva pubblicato un ultimo, magnifico, disco con il suo trio attuale (con Adam Nussbaum e Jay Anderson) imbracciando sia lo strumento acustico che quello elettrico, “Two Guitars“, per l’appunto, uscito per SteepleChase, label che ha documentato al meglio il suo percorso artistico, discosto dai riflettori dei grandi festivals e dalle major, ma stupendamente jazzistico.
Vic Juris (al secolo Victor E. Jurusz Jr.) è stato membro dei gruppi di Dave Liebman fin dal 1991. Con questa band ha registrato 10 album, e viaggiato attraverso l’Europa, il Giappone, Israele e gli Stati Uniti. E’ stato anche a fianco di Gary Peacock e direttore musicale del progetto Charles Mingus Guitar Quartet, con John Abercormbie e Russell Malone ed è possibile trovare il suo nome come sideman in più di 200 registrazioni, sempre di alto o altissimo livello, da Charlie Mariano a Phil Woods, da Chico Hamilton a Jimmy Smith. Stimato didatta, ha diviso la sua vita tra insegnamento e carriera, pubblicando anche dei metodi assai apprezzati ( “Vic Juris Inside/Outside: Original Play-Along Modern Jazz Guitar Solos” e “Modern Chords: Advanced Harmony for Guitar”) e lavorando come docente presso la Rutgers University e la Lehigh University, conducendo anche svariate clinics in Europa e negli States.
Non so se nel suo caso si possa usare la formula, un tantino logora, del “musician’s musician”, in verità Vic Juris suonava splendidamente ma in modo assai semplice, diretto ed in grado di arrivare a tutti, anche ai neofiti del Jazz, sia quando elaborava nuove composizioni, che amava definire old school, sia quando interpretava gli amati standards, spesso andando a ripescare brani nascosti dalla polvere degli anni. La sua fluidità esecutiva, la capacità di “narrare” musicalmente, ed il suo suono al contempo personale ed immerso nella tradizione e nella disciplina, sono tratti facilmente riscontrabili in tutti i suoi lavori. L’unica cosa giusta da fare è ascoltarlo, e riascoltarlo, il suo lascito è assai generoso e non ha scadenze.
“Vic’s playing is always musical and his pure mastery of the instrumenti is something to behold” (Pat Metheny)
“Vic Juris is the greatest. There are none better.” (John Abercrombie)
Che gli sia lieve la terra, buon viaggio Vic, e grazie.