Il 7 dicembre a Baden Baden è scomparso Herbert Joos (1940, nella foto ): il suo strumento era la tromba ed il flicorno ma aveva studiato anche il contrabbasso e suonava il baritono e l’alphorn. Nella prima metà degli anni ’70 è stato membro del Modern Jazz Quintet, del New Jazz Ensemble e del gruppo Fourmenonly. Durante questo periodo ha anche lavorato con diverse band al Free Jazz Meeting di Baden-Baden, al Free Jazz Day di Francoforte e in un laboratorio imperniato sul flicorno insieme a Kenny Wheeler, Ian Carr, Harry Beckett e Ack van Rooyen. Durante il progetto Blow ha collaborato con Bernd Konrad e Wolfgang Czelusta. Aveva anche diretto il suo quartetto e la sua orchestra, ma certamente i più attempati tra gli appassionati lo ricordano come membro della Vienna Art Orchestra, un formidabile gruppo con sede a Vienna , considerata una delle principali orchestre jazz europee, ambasciatore culturale ufficiale della Repubblica d’Austria e purtroppo sciolta nel 2010 dal suo fondatore Mathias Ruegg per motivi finanziari (GameOver).
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Ieri a Stoccarda, all’età di 84 anni è mancato il pianista Wolfgang Dauner. Compositore intrigante e pianista ambizioso, il musicista tedesco ha combinato jazz, rock, musica elettronica ed elementi di opera e teatro nella creazione di opere di ampia portata. Ha studiato tromba, pianoforte e composizione alla Musikhochschule di Stoccarda, poi si è unito al sestetto di Joki Freund nei primi anni ’60. Dauner è apparso in diversi festival tedeschi, poi ha fatto il suo debutto discografico alla guida di un trio nel 1964. È stata una delle prime registrazioni di free jazz in Europa. Ha guidato il Radio Jazz Group di Stoccarda e scritto composizioni per loro nel 1969. Ha formato la band jazz-rock EtCetera nel 1970, poi, con Hans Koller , è stato co-direttore della Free Sound & Super Brass Big Band. Ha contribuito a organizzare lo United Jazz and Rock Ensemble nel 1975 e ha iniziato a presentare segmenti di teatro, opera e danza nelle sue esibizioni in concerti degli anni ’70 e ’80, componendo inoltre musiche per film, trasmissioni radiofoniche e televisive e un’opera per bambini. A lungo sodale di un grande della musica europea, il trombonista Albert Mangelsdorff con il quale ha pubblicato diversi album. Ha registrato per Mood, Columbia, MPS ed ECM.
Molto particolare l’incisione per l’etichetta di Eicher, decisamente lontana dal mood predominante della casa bavarese. Va però ricordato che era il 1970 e forse ancora la voglia di sperimentare faceva parte delle prerogative della label. In Output, questo il titolo dell’album, Dauner riunisce un trio interessante con Eberhard Weber al basso, violoncello e chitarra e Fred Braceful alla batteria.
Il risultato finale è una miscela di umorismo, provocazione, brillantezza e caos riuniti in una sola seduta di registrazione. La musicalità e una forte attenzione ai dettagli rendono l’esperienza unica. Dauner fa miracoli con mezzi limitati, Braceful cambia ritmi ed atmosfere ad ogni angolo, e qui Weber suona molto diverso delle languide suite orchestrali che poi sarebbero seguite. Non è un ascolto facile per i deboli di cuore e a lungo Output è stato candidato per la copertina ECM più bizzarra di tutti i tempi.