I Grammy taroccati

Questa sera presso lo Staples Center di Los Angeles c’è la cerimonia di premiazione dei Grammy ma a tenere banco è un clamoroso scandalo scoppiato dieci giorni fa. Deborah Dugan, prima presidente donna della Recording Academy è stata licenziata in tronco dopo soli quattro mesi dalla nomina.

La vicenda è piuttosto intricata e coinvolge il precedente presidente, Neil Portnow, tra accuse di sessismo, violenze e brogli nelle votazioni dei premi Grammy. Le accuse di irregolarità di voto  avanzate dalla Dugan sono rivolte al consiglio della Recording Academy, che non promuove un processo di nomina trasparente (le candidature per i premi sono votate dai 12.000 membri dell’Accademia e le prime 20 selezioni sono esaminate da “comitati segreti”; artisti che hanno relazioni “privilegiate” con il consiglio sono spesso quelli a cui viene data priorità, e in alcuni casi, aggiunti in un secondo momento per volere delle maggiori stelle. La denuncia della Dugan afferma che Ed Sheeran e Ariana Grande sono stati snobbati per le nomination della Canzone dell’anno  2019 per questo motivo).

A seguito di queste dichiarazioni della Dugan la reazione è stata quella di metterla in congedo, oltre naturalmente al tentativo di ribaltare accuse e spostare l’attenzione dei media sul vero cuore del problema, e cioè che i Grammy sono decisi a tavolino e non dai membri dell’Accademia. Un groviglio di interessi economici, ricatti e scandali sessuali. Interessante un passaggio delle dichiarazioni della Dugan:

“Il sistema dovrebbe essere trasparente e ci sono episodi di conflitto di interessi che contaminano i risultati”. Dugan ha rivelato di avere ulteriori prove sul voto di irregolarità nella categoria jazz e ha presentato una denuncia circostanziata.

Insomma, tutto il mondo è paese…

Tutta la complessa vicenda è riassunta (in inglese) qui:

https://www.vulture.com/2020/01/grammys-deborah-dugan-scandal-explainer.html

 

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