(…) quante volte vi siete trovati insigniti senza volerlo del ruolo di “esperto” al quale richiedere papale papale l’infallibile lista di dischi da ascoltare per “capire” il jazz ? A me è successo troppe volte, e oramai non riesco a non avere un approccio ironico e beffardo.
Il fatto è che nella maggioranza dei casi questo tipo di richiesta non è portatrice di una effettiva esigenza. Si cazzeggia, dunque, e al cazzeggio è bene rispondere con egual moneta. Evan Parker l’ho spacciato per un fine balladeur, John Zorn per un compositore tranquillo e poco rumoroso. Ascension e Free Jazz gli album per iniziare, ma all’occorrenza, se questi paiono troppo potabili e ci fossero esigenze più complesse, ho sempre le registrazioni private di uno sconosciuto quanto geniale musicista che si esibisce alla sega circolare elettrica.
D’altronde passare da Sandro Giacobbe a John Coltrane comporta dei prezzi da pagare….
Giuro. Non lo faccio più. Queste frasi le scrivevo tre anni fa sul vecchio portale di Tracce di Jazz. Ma ora sono diverso. A tutti, amici e conoscenti, che mi chiedono lumi e consigli consiglio solo Gualazzi e Cammariere.
P.S. Il jazz para dormir esiste veramente, si tratta di una compilation presente su Spotify e io ho finito il Maalox….