Chasing Trane: il film

Attualmente il film documentario di Scheinfeld è in programmazione su Netflix, ma da qualche settimana è disponibile nella sua versione originale anche su You Tube. Se non l’avete ancora visto, affrettatevi, non è detto che rimanga a lungo per le solite questioni di diritti. Un’ora e trentacinque minuti di musica ed immagini, anche se in lingua inglese, sono assolutamente imperdibili per un appassionato, anche se, come leggerete sotto e certamente con molte ragioni, non tutti sono della medesima opinione.

Atteso per almeno due decenni dai fan del musicista, Chasing Trane, regia di John Scheinfeld, è un buon documentario per conoscere John Coltrane, ma non a tutti può bastare. Quel che manca è il coraggio di correre dei rischi, di raccontare in maniera inusitata qualcosa di nuovo, di fare luce su aspetti ancora sconosciuti. Kasper Collin invece, con il suo I called him Morgan, ci è riuscito e attraverso ricerche approfondite ha fatto un lavoro destinato a durare nel tempo. Ecco cosa forse è mancato a Chasing Trane: un po’ di autorialità.

Mettendo da parte questa personale considerazione, bastano pochi minuti dei filmini in 8mm girati da Alice, moglie di Coltrane, per rimettere in carreggiata un documentario che per quasi un’ora ha narrato abilmente l’ascesa del musicista, ma senza realmente raccontare qualcosa di nuovo.

Gli home movies, seppur mossi, sfocati e girati alla bell’e meglio, offrono uno sguardo inedito su John, prima come padre di famiglia, poi come uomo e solo infine come musicista. Lo si vede giocare coi figli, insegnar loro come camminare, scherzare con sua moglie, aggirarsi con una vestaglia rosso regale in giardino, ma anche fare il burlone a beneficio di obiettivo della cinepresa, oppure in studio di registrazione a scherzare con Jimmy Garrison o a fumare la pipa con di fianco Elvin Jones che gli mostra un sigaro cubano e sembra volerlo convincere di quanto sia superiore mentre McCoy Tyner passa dietro di loro con uno sguardo perplesso. Si è sempre saputo dell’esistenza di questi filmini della famiglia Coltrane, ma -fatta eccezione per qualche frammento inserito nell’opus magnum televisivo di Ken Burns sul jazz- essi non erano ancora stati resi pubblici fino ad oggi, più di cinquant’anni dopo essere stati realizzati amatorialmente.

Fonte: https://verocinema.com/2017/12/19/chasing-trane-recensione/

1 Comment

  1. Opinione francamente molto ‘opinabile’. Ho visto ‘Chasin’ Trane’ due anni fa, e poi ancora due volte in dvd. Francamente non capisco in cosa consista la ‘mancanza di autorialità’ in un doc che fonde armomicamente musica e pregevoli animazioni grafiche perfettamente integrate in una narrazione fluida che si vorrebbe vedere in molti film di finzione. Quanto all’assenza di ‘novità inedite’, cosa si pretendeva? il solito gossip post mortem, la ‘storia rivista dal buco della serratura’ che va tanto oggi? La vita di Trane non si presta affatto a questo genere di operazioni, è un libro aperto, niente appigli per morbosità e sensazionalismi. Quanto poi all’assenza di ‘elementi nuovi’, non mi sembra che l’attenzione dedicata alla personalità civile di Coltrane, al suo rapporto esistenziale con la musica stabilitosi nella prima giovinezza (‘musica is a job to earn a living’…), le origini del culto che lo circonda in Giappone dopo la storica tourneè del 1966 possano esser gabellate come ‘ovvietà risapute’. A prescindere poi dal fatto che il film di Scheinfeld è rivolto ad un pubblico ampio e mira a presentargli Coltrane come figura intellettuale centrale degli anni ’60 americani, come dimostra anche il parterre dei testimoni convocati. Ma evidentemente per qualcuno in Italia abbiamo di meglio in questo genere :-))….. Miton56

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