Da “The meaning of Jazz” di Boob McNut – anni ’20
Il suo sviluppo tocca l’apice nei ruggenti anni venti, giungendo in Europa. Il jazz confrontato con la musica europea appare distruttrice di valori ritenuti sacri o quantomeno appartenenti ad una tradizione religiosa, pertanto viene visto come eretico, etichettandolo anche come degenerato, in particolar modo supportato da una certo tipo di stampa americana.
(Musica Degenerata, Mike Zwerin)
l jazz infatti ebbe, come tutti i fenomeni culturali, un influsso sul costume e quindi anche sulla morale dell’epoca. Dal 1910, quando nacque la fase denominata “New Orleans” allo swing e poi il “cool jazz” (né ballabile né cantabile) fu accompagnato e stimolato il libero amore, la libertà dei costumi, il gusto dell’improvvisazione, l’emancipazione femminile, la dominanza dell’amore sessuale su quello romantico.
Dopo è venuto il rock ed è stato tutt’altra cosa perché la melodia è scomparsa del tutto e così pure la varietà del ritmo. Il ritmo è uno solo, al posto della melodia c’è il rumore, il ballo è un puro agitarsi del corpo che non fa più coppia fissa ma vaga da solo e fuggentemente insieme ad un gruppo o ad una persona non importa di quale sesso.
Anche il rock è un fenomeno culturale, riservato però ai giovani e giovanissimi. Non modifica i costumi ma è il segnale del disfacimento sociale. Forse il presagio di un’epoca nuova della quale i lineamenti sono tuttora ignoti.
Non l’ha scritto Mario Adinolfi come sarebbe lecito supporre bensi’ ….
Vabbè, un poco di misericordia…. memorie di un’ultraottuagenario, ora pure ‘sfrattato’ ;-)……. Seriamente, ricordiamo sempre che l’intellettualita’ italiana, anche quella laica del dopoguerra, ha sempre avuto un problema con il jazz. Che dopo il 1945 ha subito un’epurazione anche più sottile e tenace di quella molto contraddittoria del Ventennio…… una storia ancora tutta da scrivere. Milton56
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le stupidaggini sono sempre stupidaggini, da chiunque vengano
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