‘Marcos’, il mattino dopo. Un bilancio di un’esperienza

In primis, un’informazione di servizio: il concerto è riascoltabile/rivedibile in replay  differito allo stesso indirizzo YouTube (https://youtu.be/KTlKSDHfImE). Raccomando anche esplorazione del canale A-Novara (https://www.youtube.com/c/ANovara), ricco di contenuti culturali di notevole interesse, tra cui un’ulteriore concerto di Novara Jazz, i Gumbos (https://youtu.be/ZMBL39Z5L0U).

Esaminiamo i due versanti dell’esperienza, cominciando dall’aspetto tecnico ed organizzativo.

Ci siamo, è la strada giusta. A parte qualche inconveniente iniziale rapidamente risolto, il livello dello streaming video ed audio è stato molto buono, in ogni caso senza alcun confronto con passati esperimenti su Facebook, piattaforma inadatta alla musica. Pregevole anche la regia video, che ha saputo cogliere con inquadrature ravvicinate dettagli della performance dei musicisti evitando la consueta piattezza dei video musicali; suggestiva anche l’ambientazione al museo. Audio molto buono ed arioso (io ho ascoltato in cuffia, bypassando altoparlanti del televisore), solo qualche saltuaria traccia di distorsione sugli strumenti elettrici (chitarra e basso), ma sono cose che si aggiustano. Novara Jazz con A-Novara ed il Comune di lì segnano un punto a loro favore, e di quelli molto pesanti: del resto siamo all’altezza del notevole lavoro fatto laggiù negli anni passati, con la rapida crescita di un festival-laboratorio di livello internazionale che ha sfruttato e valorizzato spazi ed ambientazioni del territorio molto suggestivi ed originali. Da milanese, non posso che manifestare tutta la mia più profonda, sconsolata invidia…. Unico suggerimento: pubblicizzare maggiormente i concerti (speriamo proprio che ce ne siano degli altri), la qualità della confezione e la ricchezza dei contenuti culturali complessivi del canale lo destinano a mio avviso ad un pubblico di livello nazionale.

La musica. Abbiamo conosciuto un nuovo volto di Chiapperini dopo lo sperimentale trio Insight e l’esplosiva Big Earth band. Un gruppo giovane, ma già rodato da collaborazioni precedenti in altro ambito, capace di una musica ad un tempo energica e sanguigna nelle sue componenti elettriche, ma che riesce a mantenere una sua limpidezza ed ariosità, evitando la densità un po’ pesante di altre esperienze simili. Sentiti complimenti ai (very) young cats Zanini, Pissavini e Sala, dialogare e tener dietro ad un polistrumentista come Chiapperini, che mette soggezione anche a colleghi più anziani e sperimentati di lui, non è cosa di poco conto; ed il leader non ha portato il clarinetto basso, il suo cavallo di battaglia….. Mi devo riascoltare bene il video, sono un ascoltatore ‘tardo’, io. Speriamo che il book del gruppo si arricchisca presto, in modo da consentire concerti di maggior ampiezza: nel frattempo magari si potrebbe attingere a quegli standard contemporanei che Chiapperini ama ed ha ampiamente praticato in altri contesti. Aspettiamo dell’altro, con impazienza.

The final chorus: un bell’esempio da imitare, mezzi relativamente limitati, ma impiegati professionalmente e con originalità, che producono contenuti di qualità. Ad maiora, speriamo

Milton56          

1 Comment

  1. Notevole l’effetto degli animali imbalsamati, in questi tempi statici da Covid in cui tutto appare fermo, immobile.. (mentre la musica guizza viva, con tratti dolenti, qualche scansione rock e urla “latin” di speranza)

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