EDDIE HENDERSON – Shuffle and Deal – Smoke Sessions – Supporti disponibili: CD – LP
La figura del trombettista/flicornista Eddie Henderson, natali newyorkesi ma californiano d’adozione, ha raramente raggiunto le copertine dei giornali, anche quando impazzava la fusion e lui pubblicava dischi magnifici, come “Heritage” (Blue Note del ’76) o tornava di moda l’hard bop, “Think Of Me” (SteepleChase del ‘90) il suo nome finiva regolarmente in seconda fila, a volte liquidato come bravo e volenteroso gregario di successo che si affanna alle sue opere riuscendo pure a vendere discretamente senza però essere toccato dalla “grazia divina”.
Il pubblico, grazie al cielo, non gli ha mai girato le spalle ed eccolo lì il nostro Eddie, ripreso nelle foto di questo “Shuffle and Deal” seduto prima sul cofano e poi al volante della sua Ferrari agé, tromba in mano, scarpe di vernice e rayban che ne nascondono lo sguardo.

Quando poi questo boomer ottantenne dal sorriso guascone mette mano allo strumento si capisce immediatamente che qui si fa sul serio e che nelle sue vene scorre la storia del jazz. Del resto una sua memorabilia è niente meno che un libro di trascrizioni di assoli di Armstrong consegnatagli da Satchmo in persona, che frequentava casa sua quando il piccolo Eddie aveva solo 9 anni e provava le prime scale alla tromba. La dedica recita “Al piccolo Eddie. Suoni sicuramente bene. Questo è per riscaldarti”. In seguito si laureò in psichiatria, esercitando a lungo, e conobbe Miles Davis, anche lui bazzicava la famiglia, dal quale venne profondamente segnato.
E’ cosa nota che uno strumento fisico come la tromba richiede un lavoro quotidiano assiduo per mantenere alto il livello ma Eddie non è un tipo che si tira indietro, come dice lui stesso: ” Anche durante il lockdown ho tenuto duro. Sai, guardo la TV durante il giorno, ma abbasso un po’ il volume e continuo a bazzicare la tromba, per mantenere la tonalità e avere i muscoli che devono lavorare sull’imboccatura sempre belli reattivi. La tromba non è come suonare la batteria, per esempio. Se non suoni la batteria per 10 anni, e poi torni e colpisci la batteria con un bastone, suonerà come un tamburo. Se perdi 10 giorni con la tromba e torni, non puoi nemmeno emettere un suono. Quindi, devi mantenere quelle labbra, sono le tue labbra che vibrano, devi averne cura ed allenarle.”
” Shuffle And Deal” sono dieci episodi registrati live in uno studio di Broadway con un quintetto esplosivo che vede Kenny Barron al piano, Donald Harrison al contralto, Gerald Cannon al basso e Mike Clark alla batteria. Si parte subito con l’unico brano nuovo, la divertente title track, in cui si apprezza lo swing roccioso della ritmica che sostiene un primo intervento solista di Barron, mentre Henderson ed il sodale, anche nei “The Cookers”, Donald Harrison salgono in cattedra nell’up-tempo successivo, “Flight Path”, tratto dal songbook del pianista che così intitolò un suo album del 1983, ai tempi dei gloriosi Sphere con Charlie Rouse.
“Penso che questo disco sia un po’ l’apice della mia carriera, in termini di abilità musicale, comprensione e maturità. Perché, sai, quando sei più giovane esci e ci dai dentro, hai una tecnica appariscente e tutto il resto. Non credo di aver perso quella tecnica, ma ora ho la maturità di sapere quando suonare e quando non suonare… beh, questo non l’avevo da giovane.”
Le quattro ballads in scaletta sono celeberrime: “It Might As Well Be Spring” è l’unica sviluppata in quintetto, nelle altre c’è il solo Eddie in front line ad emozionare con una magnifica “Over The Rainbow” al rallenty e con il cavallo di battaglia di Billie Holiday “God Bless The Child”. Il glorioso mid tempo di Donald Harrison “Burnin’” è un energetico strappa applausi che svapora in un finale di toccante bellezza, un after-midnight con Eddie e Kenny da soli, tromba e pianoforte per una candida, perfetta “Smile” di chapliniana memoria, a riempiere la notte ed i cuori di tutti noi.