Michael Gregory Jackson/Frequency Equilibrium Koan

“Loro erano tutti dei miei eroi. Ho imparato (e sto ancora imparando) così tanto da tutti loro. Poter ascoltarli tutti e quattro insieme è un grande dono. Che gruppo! Quasi non riesco a credere che siano passati 40 anni. Suona ancora proiettato verso il futuro. Sono così felice che il registratore fosse acceso per documentare questo momento straordinario. (Bill Frisell 2021)

“FREQUENCY EQUILIBRIUM KOAN”
Live! The Ladies Fort, 2 Bond Street, NYC 1977

1. Frequency Equilibrium Koan (09:17)
2. Heart & Center (09:47)
3. Clarity 3 (11:21)
4. A Meditation (09:10)

PRODUCED BY MICHAEL GREGORY JACKSON

Michael Gregory Jackson – Electric Guitar, Acoustic Guitar
Body Percussion, Chimes, Bamboo Flutes, Recording,
Post Production, Digital Editing & Compositions

Julius Hemphill – Alto Saxophone

Abdul Wadud – Cello

Pheeroan aKLaff – Drums

A distanza di oltre quarant’anni ecco riemergere questi nastri relativi ad un concerto registrato direttamente dal leader in un club nel quartiere NoHo di Lower Manhattan. Michael Gregory Jackson era allora uno dei chitarristi giovani di riferimento della scena avanguardistica americana. Componente di spicco del quartetto di Oliver Lake, Jackson vantava anche una interessante produzione discografica a proprio nome, sempre circondato dai migliori musicisti del momento. In particolare il batterista qui presente Pheeroan aKLaff, ma anche Wadada Leo Smith, Anthony Davis, David Murray.

Singolare il fatto che dopo aver inciso con quanto di meglio potesse offrire la scena statunitense, ed essere stato fonte di ispirazione per una generazione di chitarristi, negli anni successivi Jackson si dedicò a tutt’altri interessi musicali, incidendo comunque pochissimo, per riapparire sei anni fa con nuove idee e proposte discografiche sulla falsariga di quanto vissuto a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

Questo nuovo album, in uscita il 5 febbraio, si presenta come uno squarcio aperto su quanto quattro decenni fa si poteva ascoltare dai musicisti più interessanti a New York. E, per quanto la registrazione sia lacunosa e tutt’altro che di alta qualità, la musica che contiene è largamente più stimolante e creativa della maggior parte degli album nuovi usciti negli ultimi anni.

Quattro grandi musicisti riuniti in uno dei momenti più fertili della loro creatività, con il genio di Julius Hemphill a brillare in tre dei quattro brani, fanno rimpiangere all’ascoltatore che ha vissuto quegli anni straordinari la scarsa durata dell’album (circa 40 minuti). Verrebbe da dire con una boutade ( e in sintonia con il commento di Frisell)  che il futuro è da ricercare nel passato, visto il livello musicale e propositivo di assoluta eccellenza.

Michael Gregory Jackson
Photographed by R.I. Sutherland-Cohen.

Ascoltando nel dettaglio i quattro brani, Jackson e Wadud trovano nella introduzione di Frequency Equilibrium Koan una intrigante combinazione di suoni, in seguito Hemphill prende il controllo delle operazioni e si imbarca in una lunga galoppata con il sassofono che lascia  senza fiato. Il lato melodico e percussivo di Jackson si ascolta in “Heart & Center”, un magnetico riff ancorato al ritmo tribale di Wadud e aKLaff, mentre la chitarra del leader si appoggia a strutture in parte rockeggianti  con Hemphill che cavalca con gioia quel groove scatenato.

Jackson che pizzica le sue corde si combina con la batteria di aKLaff per formare una sequenza di percussioni unica in “Clarity 3.” Hemphill duella con Wadud e quando Jackson apre a nuore sonorità, la partita a due diventa una vivace disputa a  tre. Il quartetto è ridotto a un trio (senza Hemphill) in “A Meditation”, dove Jackson lascia la chitarra per il flauto di legno intraprendendo un viaggio ancestrale e di sincero spessore spirituale.

https://michaelgregoryjackson.bandcamp.com/album/frequency-equilibrium-koan

Non ricordo il momento esatto in cui ho incontrato Julius, ma ricordo di essere stato immediatamente colpito dai suoi modi, acutamente intelligenti e deliberati, dalla bassa, calda e tranquilla cadenza della sua voce e dal suo sorriso ampio, consapevole, contagioso e malizioso. Julius era una delle mie persone preferite, un maestro musicista, un pioniere del suono, un innovatore e un compositore magistrale. Sono onorato che abbia suonato la mia musica …. I suoi contributi sono stati sempre fiammeggianti, sinceri e mozzafiato. Riposa in pace Sir Julius. (Michael Gregory Jackson)

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